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Posts Tagged ‘barbara d’urso’

Perdonatemi,
questo sarà un momento
di pura autocelebrazione.

Circa 3 anni fa scrivevo
(QUI le prove, carta canta!)
che la D’Urso stava sempre
più cercando di ricalcare
le orme della potentissima Oprah Winfrey,
facendo di sé stessa un brand
spendibile su più fronti.

Infatti, proprio come Oprah,
si era data alla recitazione,
scriveva su un blog
e aveva pubblicato libri
per “migliorare le nostre vite”.
Inoltre, da qualche anno
a questa parte, è anche presentissima
su twitter per avere un filo diretto
con i propri seguaci (più che fan).

Però mancava ancora qualcosa
per non essere da meno ad Oprah:
una rivista tutta sua.

L’ha fatta, venerdì scorso l’ha fatta!

Svergognata com’è,
non si è impegnata neanche
più di tanto per distanziarsi
da quella della sua più illustre collega,
anzi, sembra proprio che ne voglia
essere un rimando sfacciato,
sin dal titolo, semplicemente “B”,
come lo è “O”. Ma se la “O”
di Oprah è un marchio inconfondibile
visto la rarità di nomi
che iniziano con questa vocale,
non si può certo dire lo stesso
della “B” di Barbarella nostra.

Per non parlare poi del layout grafico,
un chiaro copia e incolla
senza troppi patemi.

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Fino a pochi mesi fa
chiunque lo avrebbe dato per morto,
del resto ci aveva pensato
stesso lui a congedarsi
dalla scena politica
con un video messaggio
di forte rimando a quello
del lontano 1994.

Sembrava la perfetta
chiusura del cerchio.

Invece no, a 73 anni suonati,
con un improvviso scatto di reni
è riemerso dalla macerie
per dichiarare guerra
al solito nemico comunista
e a quegli stessi “tecnici”
a cui lui avevo lasciato
volontariamente il posto.

Non starò qui a giudicare
l’uomo, il suo operato
e né se sia giusto o meno
ricandidarsi per l’ennesima volta;
il mio focus va più
che altro sul meraviglioso
popolo italiano,
colui che si dispera
della miseria in cui è ridotto,
e che dice di odiare i politici
tanto da premere per un reset
dell’intera classe.

Lo stesso popolo che quando
è chiamato a dare una svolta
al passato, conferisce
in maniera netta il proprio voto
a Bersani, che in parlamento
ci sta già da 20 anni.

Allora non dobbiamo lamentarci,
perché è proprio vero che
ognuno ha quel che si merita,
e noi ci meritiamo 20 anni
di Berlusconi, la povertà,
Barbara D’Urso e le 8 edizioni
(e chissà quante altre ancora) di Don Matteo.

Questo è un paese
di vecchi e per vecchi.

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Ancora ricordo come ebbi
il mio ultimo posto di lavoro.

Dopo una fase iniziale di scrematura,
arrivammo in 3 a sostenere
un colloquio di fronte
al dirigente massimo,
tutti nella medesima stanza.

Il dirigente ci strinse
le mani e poi fece accomodare
il primo candidato chiedendogli
quali motivazioni lo spingessero
a lavorare per la sua azienda.

“Ho divorziato da poco con mia moglie,
ho perso la casa e sono costretto
a dormire in macchina, non posso
permettermi nemmeno di comprare
un gelato a mio figlio quelle
rare volte che la madre mi
consente di vederlo”.

Il dirigente ringraziò e fece
accomodare il secondo candidato
ponendogli la stessa domanda
fatta al predecessore.

“Vorrei lavorare per lei
perchè sono una persona ambiziosa,
a cui non hanno mai regalato nulla,
che si è fatta da sè, a soli 16 anni
persi entrambi i genitori
in un incidente stradale e da allora
ho sempre lavorato sodo
per crescere mia sorella
e ottenere i miei traguardi”.

Il dirigente ringraziò
commosso anche lui e fece segno
che il mio turno era giunto.

Capirete che davanti
a gente così bisognosa
non sapevo che dire,
tutto mi sembrava di gran lunga
banale rispetto alle loro motivazioni,
quindi me ne uscii con la prima
cosa che mi passò per la testa:

“Beh..io…io…
….
io veramente…
….
io passo i pomeriggi
a guardare Barbara D’Urso”.

Allorchè il dirigente sobbalzò
dalla sedia:

“Come lo preferisce lo stipendio?
Liquidi, assegno o
accredito sul conto bancario?”.

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Si può dire che sono rimasto
stregato da Oprah Winfrey?
Lo dico.

Adesso capisco perchè
gli americani l’adorano tanto
da vedere in lei una sorta di Guru,
Oprah è garbata, socievole,
intelligente, ironica, carismatica
e soprattutto spontanea.

In 50min scarsi del suo
“Oprah Winfrey Show”,
che tra l’altro vi invito
a sbirciare almeno una volta
dalle 17.40 alle 18.40 su La7D,
riesce ad emozionarti
e coinvolgerti con
inconsueta delicatezza
(per il pubblico italiano).

Immaginatevi una Maria De Filippi
molto più morbida e spigliata,
Oprah ha la capacità
di farti restare per un’intera
puntata attaccato alla tv
a guardare la sua intervista
a una cantante country americana (!!!)
mai vista nè sentita prima di allora,
trattando tutti i punti focali
della sua vita, persino i peggiori,
senza però mai scadere nel cattivo gusto,
e se l’ospite inizia a commuoversi
lei manda subito la pubblicità
per tutelarla, o comunque nessun
cameraman si azzarda a farle un primo
piano durante quel momento intimo.

Oprah è anche molto
la Raffaella di “Carrambà”,
con sorprese sensazionali
a persone meritevoli,
a quelli che io definisco
“piccoli grandi eroi della vita quotidiana”:

alla madre lasciata sola con 3
figli le estingue il muto
e la manda in vacanza
con tutta la famiglia in Italia,
alla donna a cui hanno amputato
tutti gli arti le regala
una nuova casa a sua misura,
a 50 promesse spose invitate
negli studi regala griffati
abiti da nozze più il
viaggio di nozze e così via….

Davvero un gran bello show,
dall’ottima conduzione
e dai bei sentimenti
che vale la pena guardare
per l’ultima volta
(le puntate su la7D sono in replica,
dopo 25 anni il programma
ha chiuso ed Oprah si è aperta
un canale tv tutto suo
“OWN – Oprah Winfrey Network”).

Alla luce di tutto ciò,
una domanda dovrebbe sorgervi spontanea:
che male abbiamo fatto noi
per meritarci invece Barbara D’Urso?
Perchè a noi? Perchè???

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Ho appena ucciso mia madre,
ho chiamato la polizia per costituirmi
e mi hanno proposto
di fare il Grande Fratello.

Mah!

Speriamo che non mi mandino nel tugurio
altrimenti opterò per il pacchetto
di ospitate a Pomeriggio 5.

(a domani per la seconda parte)

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Non sono un Fan
di Barbara D’Urso,
nè delle sue trasmissioni,
nè del suo modo di condurre
e nè delle sue faccette:
certo che no.

Questo mio post
non vuole però essere
una critica televisiva,
ma più che altro uno spunto
di riflessione sul personaggio.

Lei è la regina indiscussa
del pomeriggio italiano,
opinion leader delle massaie
e paladina dei più deboli.

Ha il suo zoccolo duro
di pubblico, rigorosamente
femminile e over 40,
che la segue qualsiasi
trasmissione faccia,
e che considera il suo,
un giudizio autorevole.

La D’Urso ha capito
l’importanza che col
tempo ha acquisito
nella testa dei telespetattori
e ha deciso di attuare scelte
volte a rinsaldare
sempre più il rapporto
con il SUO pubblico,
attraverso un filo diretto,
come “la posta di Barbara”
o “il blog di Pomeriggio 5”.

Inoltre rinvigorisce e allarga
il suo “brand” anche
con libri a tematica sociale
e partecipazioni a fiction
di successo.

Con le dovute proporzioni,
potremmo dire che la D’Urso
è la risposta italiana
a Oprah Winfrey,
per quanto non ci si possa capacitare,
il suo modello di riferimento
è indubbiamente Oprah.

Sulla D’Urso si possono
dire le peggiori cose,
ma le va dato un merito:
non lascia indifferenti,
se non la ami,
mal che vada, ti irrita.

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E’ davvero un’ingiustizia
se non accadesse,
a mia madre spetta
di diritto di un
Master in Criminologia,
anche se non è laureata.

Lo merita,
un Master ad Honoris Causa
sel’è guadagnato sul campo
per non essersi persa
una singola ora di trasmissione
sui maggiori fatti di nera nazionale.
Da Erba a Garlasco,
da Avetrana a Brembate
per finire adesso a Somma Vesuviana:
lei macina tutto.

Inizia con il telegiornale
delle 13 di Canale 5,
poi passa a quello
delle 13.30 di Rai 1,
al suo termine,
mette Milo Infante su Rai 2
fino a quando non
inizia “La vita in diretta”.
Terminato l’aggiornamento
de “la vita in diretta”,
fa zapping su Canale 5,
e lì Barbara D’Urso
non la delude quasi mai…
Alle 20 iniziano i tg
per gli ultimi aggiornamenti,
giusto 45 min di break
ed è subito pronta
per “Chi l’ha visto”
o “Quarto grado”.
La dolce notte le viene
infine data da Vinci
col suo imperturbabile “Matrix”.

Non dico assurdità
sostenendo che ne sappia
più lei di Salvo Sottile,
di recente l’ho persino
sorpresa in casa a simulare lo
strangolamento di Sara Scazzi,
totalmente calata nella parte
della cugina come neanche
dopo anni di metodo Stanislavskij
o praticantato nei Ris di Parma.

Mia madre ha acquisito un grado
così elevato di competenza
che risolve in soli 5 minuti
i casi su cui gli inquirenti
lavorano invano notte e giorno
per interi mesi.

A volte mi domando
perchè andare avanti con le indagini
quando si potrebbe chiedere
subito a lei la soluzione
di qualsiasi giallo,
se bastasse questo
per evitare a noi tutti
infiniti sfracellamenti di maroni
con questa cazzo di cronaca nera
giuro che la porterei
di peso stesso io
al primo commissariato.

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Un vecchio saggio
diceva che le donne
servono solo
in camera da letto
e in cucina:

Marta Marzotto,
premesso che è del tutto inutile
apparecchiarti da adolescente
sperando di catturare
gli ultimi uccelli,
perchè tanto ormai sono 30 anni
che sulla tua figa è stata
indetta la “No-Fly Zone”,
e premesso che in cucina si e no
sai farti una zuppa di latte,

dammi un buon motivo
per cui tu debba
continuare a campare, forza.

Trovo più produttivo di te
persino un talk di Barbara D’Urso
sulla Libia con esperti in studio:
Signorini, Sgarbi,
Platinette, Lory Del Santo
e Giordana del GF.

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Uno dei cattivi costumi della tv italiana
è la spettacolarizzazione del dolore,
l’andare vicino al parente della vittima
per chiedergli “cosa sta provando in questo momento?”,
oppure “cosa si sente di dire all’assassino?”.

I media danno però il meglio di loro quando
devono trattare i caduti in guerra.
Lì la prima cosa che si fa è scavare
nelle vite dei poveri soldati per cercare
gli argomenti più pietosi:

“lascia moglie e 3 figlie”,
“doveva tornare tra una settimana”
“era appena partito”,
“aveva solo 23 anni”,
“stava mettendo da parte i soldi per il mutuo”,
“era stimato e amato da tutti”.

Il che non fa altro che suscitare
compassione e interesse nello spettatore,
con conseguente boom di share per i vari
D’urso, Vespa, matrix e la vita in diretta
che sciacalleranno sopra per settimane.

Il passo successivo è poi il “martirio” del caduto.
Lasciano credere che i poveretti
c’hanno fatto un piacere ad andare lì,
come se fossimo quasi noi i colpevoli dell’accaduto.
Sapete com’è, sono militari,
vanno nel bel mezzo di una guerra civile,
dove ci sono sparatorie e scoppiano bombe ogni giorno,
prendendo fior fior di quattrini
proprio per l’alto rischio a cui vanno incontro.

Stranamente, però, quando
muoiono nessuno se lo aspetta,
cadono tutti dalle nuvole,
“ma come, non erano andati in villeggiatura in Afghanistan? Come è potuto accadere?”

Sono morti facendo il loro dovere:
nessun santo, nessun martire, e soprattutto nessuna sorpresa.
Quello che deve fare davvero rabbia
è sentire gente che nel 2010 ancora muore
in cantieri/fabbriche/industrie,
quello si che ci dovrebbe sorprendere.

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