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Posts Tagged ‘bimbi’

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I grandi film d’animazione
americani sembrano seguire
tutti le stesse linee guida.

1) Sono film d’azione:
scordatevi le storie
sognanti di un tempo
come “Lilly e il Vagabondo”
o la “Bella e la Bestia”,
questi zompettano e si menano come dei fabbri.
Del resto sono le cose che più
catturano l’attenzione
del bambino, i dialoghi
sono secondari, vengono
impostati per essere capiti
principalmente dagli adulti.

2) I protagonisti sono
simpatiche bestie di vario tipo,
oppure esseri umani
con poteri eccezionali
e particolari fisici stravaganti.

Ci meravigliamo che i bimbi
sono più iperattivi di un tempo,
senza soffermarci a pensare
che siamo noi ad educarli in modo diverso.
Rompono le palle e per farli
star buoni li piazziamo davanti alla tv,
a guardare cartoni animati
che non hanno una storia
né una sequenzialità, sono fatti
per essere a rapida combustione/consumo,
qualsiasi puntata tu veda,
stai tranquillo che non ti trovi spiazzato,
capisci  perfettamente quello
che sta avvenendo.

L’attesa del cartone animato è sparita,
così come la sua sacralità,
anch’esso è diventato
una routine verso cui il bimbo
non presta più particolare attenzione,
perché tanto sa che potrà rivederlo
a qualsiasi ora del giorno.

Infine, dannazione, non c’è n’è
uno con una storia d’amore.
Sono rimasto sbalordito da Madagascar 3:
il leone protagonista
non viene fatto baciare
con la leonessa di cui è innamorato,
sebbene si verifichino
almeno due situazioni
in cui si ritrovano a un palmo di naso
a guardarsi intensamente.

Già viviamo in un’epoca di divorziati,
il che costringe il bambino
a non vedere dell’amore tra le mura domestiche,
se poi non glielo mostriamo nemmeno in un cartone animato
è normale che cresca schizzato
e privo di sentimenti.

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L’affidamento congiunto
è una barbarie.

I bambini vengono
presi e spediti
ogni tot giorni
come pacchi postali
da una casa all’altra.

Ciò comporta una totale
instabilità nel minore:

due famiglie,
due camerette,
due raccolte di giocattoli,
due stili di vita,
due alimentazioni,
ecc… ecc…

Senza poi trascurare
l’imbarazzo provocato
ai nuovi partner dei genitori
che si ritrovano in casa
dei figli non propri
da accudire amorevolmente
e che gli condizionano
la quotidianeità.

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Da qualche anno a questa parte
c’è stata la riscoperta
del mercato dei giovanissimi.

Il motivo è semplicissimo:
faccio un prodotto per adulti?
Lo comprerà solo l’adulto interessato.

Faccio un prodotto per bambini\ragazzini?
Lo compreranno i bambini e i genitori.

Esempio:
A vedere un cartone animato al cinema
non ci va il bimbo da solo (1 biglietto),
ma accompagnato dai genitori (3 biglietti).

Stesso discorso per i concerti
che si rivolgono a un target giovanile,
come quelli dei Tokio Hotel,
ad ascoltarli va il figlio e un genitore,
a volte anche l’altro,
e ben che vada appresso si portano
pure il fratellino minore non sapendo dove lasciarlo
(4 Biglietti invece di 1 solo).

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Quando cercate facili ascolti,
gettate i bambini nella mischia.

Lunedi: I Cesaroni
Martedì: scoperto
Mercoledì: Ti Lascio una canzone
Giovedì: Chi ha incastrato Peter Pan
Venerdì: Io Canto
Sabato: C’è Posta per te
Domenica: scoperto

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Dei bambini mi ha sempre affascinato
il loro non portare rancore ai genitori.

Da adulti quando qualcuno ci
manca di rispetto o,
peggio ancora, ci picchia,
lo detesteremo a morte per la vita.

Nei bimbi questo stranamente non accade.
Che essi vengano sgridati o picchiati,
in un primo momento hanno una reazione
spontanea, ovvero scagliarsi contro
il proprio genitore con il pianto e,
in alcuni casi, con le mani.

Successivamente, finita la sfuriata,
tornano sui loro passi, sorridendo
come se nulla fosse accaduto,
come se il genitore che l’attimo prima
gli aveva causato dolore e rabbia
si fosse tramutato nella fata turchina.

Stimolante sarebbe capire
se lo fanno perchè “innocenti”
(termine abbastanza vago),

perchè “obiettivi”
(capiscono i loro sbagli),

o perchè “furbi”…
(i due rompipalle gli servono ancora).

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I genitori di solito si giustificano
rispondendo che danno il cellulare al figlio ancora piccolo
per poter stare più tranquilli quando si trova in giro,
quando non lo possono controllare direttamente,
cioè quando non è a portata dello sguardo del genitore,
così essi placano la loro ansia.

Ma in realtà l’ansia del genitore, attraverso l’abitudine continuata
alla facile reperibilità del figlio aumenta invece che diminuire,
perché basta che il figlio non risponda alla chiamata
che subito si pensa ad una catastrofe.

Lo stesso si può dire del figlio che si abitua
ad avere un genitore sempre a disposizione
ovunque si trovi e in qualunque momento, 24 ore su 24,
così succede che non impara mai a essere solo di fatto.

E poi ci si chiede come mai aumentano
gli attacchi di panico tra gli adulti e gli adolescenti.

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Ci lamentiamo della troppa violenza
che circola in giro ai giorni nostri,
poi compriamo ai nostri figli già da piccoli
la pistola e il coltello di plastica
per insegnargli ad essere un piccolo Rambo.

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Maternità

Maternità non significa penalità,
ma il valore aggiunto di una Donna.

Come si fa a non voler bene a un bimbo?

Come si fa a non voler bene al bimbo della donna che si ama?

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