A metà gennaio Google ha lanciato
una versione potenziata dell’app “traduttore”,
andando così sempre più verso la direzione di Skype
che già da un anno consente ai suoi
utenti una traduzione vocale simultanea.
Il futuro sarà questo,
arrivare a creare un interprete (non un traduttore)
quanto più fedele possibile,
e con i potenti mezzi di Google e Microsoft
non è difficile immaginare che ciò
avvenga in tempi abbastanza brevi.
Andiamo ad ipotizzare insieme
le possibili ricadute sociali
di questa innovazione rivoluzionaria:
Le facoltà di Lingue non avranno
più motivo di esistere, i loro locali
verranno riqualificati in aule
o alloggi per gli iscritti in Giurisprudenza:
da qualche parte la dovranno pur mettere
tutta questa mandria di aspiranti disoccupati.
I laureati in lingue troverebbero
la loro dimensione non nei call center,
ormai saturi di laureati in Lettere,
bensì in quelle friggitorie di patatine
che stanno spuntando come funghi nelle città.
Per finire, i potenziali datori di lavoro
non ti chiederanno più un master alla Bocconi
e la conoscenza di almeno 5 lingue
per un posto da stagista,
si inventeranno qualcos’altro per segarti,
tipo la patente per gli autoveicoli a rimorchio
e la capacità di saper fare i calcoli a memoria
con i numeri a 3 cifre decimali.