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Posts Tagged ‘call center’

A metà gennaio Google ha lanciato
una versione potenziata dell’app “traduttore”,
andando così sempre più verso la direzione di Skype
che già da un anno consente ai suoi
utenti una traduzione vocale simultanea.

Il futuro sarà questo,
arrivare a creare un interprete (non un traduttore)
quanto più fedele possibile,
e con i potenti mezzi di Google e Microsoft
non è difficile immaginare che ciò
avvenga in tempi abbastanza brevi.

Andiamo ad ipotizzare insieme
le possibili ricadute sociali
di questa innovazione rivoluzionaria:

Le facoltà di Lingue non avranno
più motivo di esistere, i loro locali
verranno riqualificati in aule
o alloggi per gli iscritti in Giurisprudenza:
da qualche parte la dovranno pur mettere
tutta questa mandria di aspiranti disoccupati.

I laureati in lingue troverebbero
la loro dimensione non nei call center,
ormai saturi di laureati in Lettere,
bensì in quelle friggitorie di patatine
che stanno spuntando come funghi nelle città.

Per finire, i potenziali datori di lavoro
non ti chiederanno più un master alla Bocconi
e la conoscenza di almeno 5 lingue
per un posto da stagista,
si inventeranno qualcos’altro per segarti,
tipo la patente per gli autoveicoli a rimorchio
e la capacità di saper fare i calcoli a memoria
con i numeri a 3 cifre decimali.

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CALL CENTER:

Addetto Marketing
Operatore Assistenza Clienti
Operatore Telemarketing
Operatori telefonici
Centralinisti

PORTA A PORTA:

Venditore energia & gas
Tecnici della vendita e della distribuzione
Responsabile area commerciale
Consulente/Collaboratore commerciale
Agente di commercio
Agente di vendita
 Agente pubblicitario
Agenti Telecomunicazioni
Addetto/Responsabile Marketing
Agente/Responsabile/Funzionario/Consulente di zona
Procacciatore
Junior account
Sales account
Sales promoter

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Da impiegato amministrativo a impagato ammaestrato,
da lavoro umile a lavoro umiliante,
da lavoro per sostituzione a lavoro per prostituzione,
da lavoro sottopagato a stage.

(si scrive) Cerchiamo Laureato in Marketing = (si legge) Venditore “porta a porta”;
(si scrive) Cerchiamo Laureato in materie Umanistiche = (si legge) Operatore di Call Center;
(si scrive) Titolo richiesto: Diploma. Anche prima esperienza lavorativa = (si legge) vedi sopra e sopra ancora;
(si scrive) Con forte orientamento agli obiettivi = (si legge) se non chiudi nemmeno un contratto non vedi un soldo.

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Una delle contraddizioni
dei nostri giorni è l’esplosione
dei Call Center.

Ci sono meno soldi in circolazione
ma sempre più persone
che tentano di farteli spendere.

La spiegazione che mi sono dato
è che, non essendoci soldi,
non esiste neanche lavoro,
e chi non ha lavoro
accetterebbe qualsiasi
cosa pur di guadagnare
una minima somma,
ed ecco la capillare
e costante diffusione
dei Call Center e dei promoter.

Per contrastare una minima
domanda da parte dei consumatori,
viene schierata da parte del produttore
un’enorme offerta a basso costo.
Il denaro che semmai prima
veniva elargito per
retribuire 20 persone,
adesso viene spalmato su 80
(è più facile che 80
riescano a vendere più di 20,
l’importante è che il costo
complessivo della manodopera
rimanga invariato).

Ha dell’incredibile anche
il proliferare di nuovi
centri commerciali.
Il consumatore, con la scusa
“del passare qualche ora in relax”,
viene inevitabilmente
attratto da qualcosa nelle vetrine,
che farà nascere in lui
un desiderio indotto,
tramutabile in un possibile acquisto
che mai avrebbe compiuto
in circostanze diverse.

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Il Call Center è quel posto
dove, in cambio di pochi euro,
delle persone deboli
sono costrette a imbrogliarne
altre ancora più deboli,
in una guerra tra poveri
dove in palio c’è la sopravvivenza
e a vincere è solo colui
che organizza il tutto,
e che magari in contesti diversi
è il primo a lamentarsi
di certe forme di sfruttamento.

In principio il Call Center
doveva essere “il posto in banca”
per il personale non qualificato,
invece è diventato
una delle poche e certe
prospettive lavorative
di giovani laureati
costretti a svendere
la propria moralità e dignità
in cambio di una minima
forma di sostentamento.

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Fatti personali ne racconto pochi
semplicemente perchè
non ritengo che possano essere
di interesse pubblico.

Quello che però mi è successo
un paio di settimane fa merita
di essere condiviso perché
è un quadro perfetto
della situazione attuale.

Stavo a letto da giorni
con la febbre oscillante
tra i 38° e 39.5°,
avevo appena finito di scrivere
il testamento quando arriva
una telefonata, rispondo
con l’ultimo anelito rimastomi,
e dall’altra parte:

“Salve, siamo della Gi Group
(agenzia interinale) la chiamo
per un posto di lavoro
in un call center,
oggi ci sono i colloqui”.

No no no, aspetta un attimo,
io sto più di là che di qua,
tu, agenzia interinale,
dopo 4 mesi di silenzio assoluto
chiami per offrire
a me, laureato 24enne,
un lavoro in un call center?????

Ma con quale faccia?
Santo cielo sappiamo
che il periodo è difficile
e per questo non pretendo
un posto da dirigente,
ma diavolo, se volevo
lavorare in un call center
con una laurea in mano
mi rivolgevo a te???

Per dignità mi sono
promesso di non lavorare
mai né in un call center
né come venditore porta a porta,
piuttosto vado a pulire i portoni
che è meno umiliante.

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Archiviata la pratica universitaria,
sto affacciandomi con
grande interesse e curiosità
al mercato del lavoro.

Scorrendo le varie offerte
occupazionali in quei sitacci
che ne aggregano di tutti i tipi,
ho notato che nessuno
offre un lavoro a tempo indeterminato,
solo contratti part-time,
a progetto e fregature simili.

Ad andare per la maggiore sono gli “stage”,
ovvero, ti assumono full-time
per 3 mesi senza pagarti un centesimo
ma facendoti fare lo stesso
lavoro che fa uno stipendiato:
produci a costo zero.

Al termine dello stage,
ne assumono un altro,
sempre per 3 mesi,
sempre a costo zero,
e così via in modo
tale da avere sempre
un impiegato che lavori gratis.
Furbo no?

Altri lavori ad andare per la maggiore,
manco a dirlo,
sono ovviamente quelli
nei call center,
mentre le aziende che offrono
occupazione, sebbene nessuno
le abbia mai sentite prima,
si dichiarano tutte
“leader nel loro settore”:
cosa non si fa pur
di attirare povere
braccia alla canna del gas.

Gettonatissimi sono anche
lavori dai nomoni altisonanti:
Junior Account
Sales Promoter
General Sales Engineer

… un modo accattivante per dirvi
che dovete fare il “porta a porta”,
statene assolutamente alla larga,
se ci coalizziamo riusciremo
prima o poi a debellare
questo cancro del sistema.

Interessante è anche
la tipologia di laureato
che ricercano, quelli
di tipo umanistico,
ad esempio, non se li caga nessuno,
e vengono quindi aggregati
nella più generica famiglia
“dell’area disciplinare POLITICO-SOCIALE”.

Che importa che tu sia laureato
in beni culturali, o in scienze
della comunicazione o in sociologia
o in checchessià. Per loro sono tutti
uguali, tutti con una laurea “politico-sociale”.

Infine di fondamentale importanza
per il datore di lavoro risulta
essere la conoscenza della lingua inglese,
più per darsi un tono
che per effettiva necessarietà.

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Per la mia laurea
mi hanno regalato uno smartphone
di ultimissima generazione,
è costato un botto di soldi
ed è davvero una figata.

Il punto, però, non è questo.

Ho scoperto che gli smartphone
che montano il sistema operativo
“android” non sono configurabili
manualmente o automaticamente
tramite quel famoso sms
che vi manda il vostro gestore
appena cambiate terminale.

Allorchè una domenica,
dopo penso… MAI averlo fatto,
mi sono deciso a contattare
il servizio clienti 119 della Tim
per chiedere assistenza:
mi si è aperto un mondo davanti.

Sono sicuro che chi di recente
ha provato questa esperienza
sa già dove voglio andare a parare.

L’operatore…
non si riesce a parlare
con l’operatore.
Sapete quelle tipiche
cose all’italiana?
L’arte di fottere il prossimo?
Ecco, la Tim con i propri clienti
attua “il gioco delle 3 carte”,
sembra assurdo essendo essa
una multinazionale, eppure è così,
la Tim fa il gioco delle 3 carte.

Tu chiami per parlare con un operatore,
e lei ti nasconde tra le sue mille
voci selezionabili quella relativa
all’operatore. Ti sbatte da una parte
all’altra facendoti premere
pulsanti all’impazzata ma con
l’operatore te non ci riesci a parlare.

Non sto scherzando, purtroppo.

Esasperato, mi sono affidato
a google ed ho scoperto che
la voce selezionabile per parlare
con l’operatore in realtà c’è,
ma è nascosta. Sì!
Cioè quando la voce elettronica
ti elenca la prima volta
tutte le possibili scelte
numeriche che puoi fare
tu non devi premere nulla.
Lei allora ripeterà di nuovo
tutte le scelte numeriche
ma stavolta metterà alla fine
“se invece vuoi parlare con un operatore premi 0”.

Cose da pazzi, da pazzi!

Ad oggi, settembre 2011,
la combinazione esatta per parlare
con un operatore è: 1192*0
per lo zero aspettate
che la voce elettronica
ripeta per la seconda volta
il suo lunghissimo elenco,
se lo premete durante la prima volta
lo zero non se lo prende.

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Quando il call center vi mette in attesa,
a volte con della graziosa musichetta,
voi non sentite loro, ma loro sentono voi.
Attenti a sparare a zero sul vostro interlocutore…

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