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Posts Tagged ‘cinema’

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Mesi fa vidi un buon film
italiano (sempre più una rarità),
“L’ultima ruota del carro”.

Chi avesse intenzione di fare lo stesso
smettesse di leggere che sto
per spoilerare il finale.

Il film è basato su una storia vera,
parla di un uomo umile
la cui vita è stata segnata
da tante vicissitudini
e quando inaspettatamente
sembrava arrivato il colpo di fortuna
che avrebbe fatto cambiare le cose,
una vincita alla lotteria,
ecco accadere l’incredibile,
la moglie gli getta irrecuperabilmente
il biglietto nella spazzatura.

La scena finale per me è
emblematica e piena di significati:
lui che rovista disperato tra i rifiuti
di una discarica alla ricerca del biglietto vincente.

Un uomo che dal nulla
era passato ad avere tutto
e subito dopo stringeva
tra le mani addirittura meno
di quanto avesse sempre avuto,
perchè abbassarsi a rovistare
dentro una montagna di immondizia
è quanto di più basso
e umiliante possa esserci,
e lui per la sua sete di denaro
era riuscito a privarsi
persino della dignità.

Ad aggravare ulteriormente una situazione
già di per sè non edificante,
l’aspro litigio avuto con la moglie a causa di quel biglietto,
dove volarono parole forti, che ferivano nel profondo
una donna che non le meritava affatto,
una donna che amava tantissimo
e che lo amava tantissimo
al punto tale da non averlo mai abbandonato
nemmeno nei periodi più bui.

In piedi sui rifiuti,
con le mosche che gli camminavano sulla faccia,
il film si conclude con l’uomo che recupera la lucidità
e telefona alla moglie per chiederle scusa
con parole che, nella loro semplicità,
toccano il cuore perché piene di sentimenti:

Ma che sto a fa’?
Angelì? Ma che sto a fa’?
Ma che t’ho detto prima?
Ma che t’ho detto… tutte quelle cose…
io non le penso tutte quelle cose che t’ho detto,
hai capito?
Non le ho mai pensate, mai!

Hai capito si o no?

Ma che ce so venuto a fa’ io qua…
noi l’avemo vinta già la lotteria Angelì,
ce l’avemo già la fortuna.

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L’Outing per i Vip

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Non è facile fare outing
nel mondo dello spettacolo.

Prendiamo i cantanti,
è facile per tutti ipotizzare
che un Valerio Scanu
potrebbe perdere il seguito
di ragazzine ormonose
nel caso decidesse di giocare
a carte scoperte,
io però cerco di andare oltre,
un cantante sceglie di nascondersi
perché dopo avrebbe difficoltà
nell’eseguire le canzoni.

Non è per niente facile
scrivere una canzone,
in particolar modo d’amore,
che non contenga riferimenti
né al maschile né al femminile
(es: lui/lei, baciato/a, bello/a).

Una canzone di un cantante gay dichiarato
deve per forza essere “ibrida”,
perché se in essa
si parlasse di una donna allora lui
sarebbe un falso, se invece si parlasse
di un uomo sarebbe scandaloso.

Tiziano Ferro nel suo ultimo album,
il primo post outing, ha solo canzoni “ibride”,
e per lui è stato più semplice
uscire allo scoperto perché
tanto quelle che gli escono “con dedica”
continua a farle, ma le da ad altri.

Per gli attori vale lo stesso discorso,
si creano preclusioni in ambito professionale.
Vedere Jodi Foster baciare un uomo
sarebbe poco credibile, così come
vedere Rupert Everett fare l’amorevole
maritino in qualche film sentimentale.

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Tipiche sonorità balcaniche
per questa canzone popolare albanese
colonna sonora di “Si può fare”,
un bellissimo film sul recupero
dei malati mentali.

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Quanto costa avere una donna?

Intendo una semplice fidanzata,
in caso di moglie,
più che di “avere”
avrei parlato di “mantenere”.

Moltissimo.

Cominciamo a discutere
delle uscite settimanali.

Devi portarla a mangiare,
se ti va bene una pizza,
altrimenti una cena,
si spera almeno non
a base di pesce,
ma dalla vipera
puoi aspettartene di ogni,
e se comincia a fare le bizze
devi accondiscendere
a tutto ciò che desidera fagocitare,
altrimenti ti addita anche come pidocchioso,
sebbene a pagare sia soltanto tu.

Il cinema è un classico,
o film horror se becchi
la vipera dark,
oppure film melodrammatici
dove tu paghi per vedere lei
desiderare farti le corna
con quello del film
che sarà sempre più
figo e dolce di te;
fesso no,
perchè altrimenti
starebbe con la tua donna.

Al cinema vai di mercoledì,
per risparmiare
quei due spicci,
sebbene smadonnerai
nella sala per tutto il tempo
perchè costretto a perderti
la partita di champions.

Ovviamente aggiungi
al tutto il costo della benzina
per farle da cocchiere
al ristorante, al cinema
e in ogni dove,
con reperibilità H24.

Non puoi sottrarti al tuo dovere
neanche nelle ricorrenze:
regalino con cena annessa
al suo compleanno, onomastico,
a San Valentino e al vostro
anniversario. Discorso
a parte va fatto per Natale
e Pasqua, lì i regalini
raddoppiano,
se non addirittura triplicano.
Ai genitori e ai fratelli
di lei potete mai non fare nulla?

Sono arrivato alla conclusione
che il gioco non vale la candela,
è più economica una puttana,
te la cavi con 20/30€ a botta e,
vaffanculo,
è sempre calda quando hai voglia tu,
non da problemi e se ti
inizia a stare sulle palle puoi
sempre liquidarla a cuor leggero.

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La televisione è un mezzo
di comunicazione potentissimo,
vagonate di persone
spingono per entrarci,
ed altrettante si
ostinano caparbiamente
a non volerne uscire.

In principio fu Mike Bongiorno
ad ambire a una “morte in diretta”,
gli vennero affidati nel fiore
degli anni programmi di punta
(Lascia o raddoppia?, Rischiatutto,
La Ruota della Fortuna),
poi quando il successo scemò dovette
accontentarsi di programmi di nicchia
(Bravo Bravissimo, Viva Napoli),
di pubblicità (Infostrada)
e infine restò aggrappato
al piccolo schermo
con frequenti ospitate.

Oggi Pippo Baudo e Maurizio Costanzo
sono i casi più eclatanti
di persone che non si capacitano
a dover lasciare posto
a qualcun altro,
sono per di più in ottima compagnia,
Lino Banfi, ed esempio,
è uno di quelli che
noncurante dell’avanzare dell’età,
pretende di fare quello
che faceva 30 anni prima:
stessi film, stesso modo di parlare, ecc…
non capendo che così finisce
per diventare la parodia di sé stesso
suscitando tristezza
nel telespettatore.

Sul grande schermo,
in particolar modo quello Hollywoodiano,
attori del calibro di Robert De Niro
hanno saputo reinventarsi
in inediti ruoli da commedia
per allungarsi la carriera
e non rischiare di passare
per “vecchi patetici” in improbabili
ruoli d’azione.

Altri, invece,
il 66enne Stallone su tutti,
hanno scelto di non mutare
di una virgola il loro personaggio
e per questo è facile
vederli ancora oggi
prendere a pugni dei 20enni
sferzanti dell’osteoporosi.

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Durante le tragedie
in tv cala un manto
di ipocrisia unica.

Vengono sospese le trasmissioni
di intrattenimento per “rispetto”,
come se poi il telespettatore
si sentisse turbato o offeso
nel vedere un programma
in cui la gente si diverte
in un giorno segnato
da gravi avvenimenti luttuosi.

Il telespettatore “turbato”,
se è turbato veramente,
il programma in questione
non se lo va proprio a guardare,
c’è o non c’è.

Allora si potrebbe dire
che fare un lavoro
che offra allegria
in un giorno triste
non è opportuno,

beh,

a me non sembra che circhi,
cinema, partite di calcio,
discoteche e qualsiasi altro luogo
di divertimento chiuda
in queste circostanze,
come non mi sembra
che questi luoghi vadano
deserti in seguito
ad avvenimenti tragici
sul panorama nazionale.

Ritorniamo alla questione
che ciò che conta realmente
oggi non è il dolore che si prova,
ma la rappresentazione che agli
altri si da del proprio dolore.

Durante questi avvenimenti, poi,
la televisione si spacca
in due correnti di pensiero:
ci sono quelli che non vanno
in onda per “rispetto”
e quelli invece che decidono
di andare comunque in onda perchè
“a questi cattivoni non dobbiamo darla vinta”.
Accada sempre così,
e la cosa buffa è che
qualsiasi decisione venga presa,
non gli si può dire nulla,
come fanno, fanno,
fanno bene.

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Un film al cinema
non dura più di 1h e 40/50min,
sia perchè la gente
non ha troppo tempo da perdere,
sia perchè oltre una certa
soglia il film non lo guardi,
lo sopporti.

Per dare l’impressione
di volere cambiare (in meglio…),
la tv italiana si dovrebbe attenere
a questa piccola norma di buonsenso,
già questo potrebbe bastare.

Le cose annacquate
non hanno mai un esito felice,
le prime serate in Italia
finiscono alle 00.30,
com’è possibile pensare
che un telespettatore
per vedere la conclusione
di un programma debba
aspettare 4 ore davanti alla tv,
immobile, e fare notte fonda
quando al mattino seguente
magari deve svegliarsi
per andare a lavorare?

Ci vorrebbe maggiore sensibilità,
non è possibile che uno stesso
format in Inghilterra duri
una sola ora (Es: X-Factor)
mentre in Italia sfori le 3,
è inevitabile che a venire
penalizzata sia la qualità.

A parziale discolpa
degli addetti ai lavori
c’è da dire che queste
durate monstre sono causate
dalla necessità di abbattere
i costi di gestione:
avendo un solo programma di 4 ore,
se ne vanno a tagliare
altri 2 che coprirebbero
la seconda e la terza serata.

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Fare un film di successo
che si rivolga a un target
o prettamente maschile
o prettamente femminile
è cosa assai semplice,
basta inserire alcuni
ingredienti standard:

Per le Donne:

Storia D’amore,
una solida amicizia al femminile
e lo shopping.

Per gli Uomini:

Sesso nudo e crudo,
automobili
e sangue.

Da qui non si scappa.

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Per accalappiare
qualche spettatore in più,
nei trailer dei film
in programmazione al cinema,
spesso sentiamo
frasi del tipo:

“dal regista di…”
o, addirittura,
“dal produttore di…”
seguite poi dal titolo
di un film campione d’incassi.

Il regista si limita
a fare le riprese,
mentre il compito del produttore
è solo quello di cacciare i soldi:
influiscono relativamente
alla buona riuscita del film.

Colui che ne
determina il “cuore”,
mettendoci contenuti,
dialoghi, idee, ecc…
è in realtà lo sceneggiatore.

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Film Horror

Mi riesce difficile comprendere
quelli che amano vedere film horror,
magari anche al cinema.

Pagare per avere paura:
ma è qualcosa di vagamente sensato?

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Tempo fa sentii da una donna
una riflessione che mi colpì.

Ella parlava della sua esperienza
personale, confessando che da quando
era uscita dalla casa familiare
per andare a vivere col proprio uomo,
non sentiva più il Natale come prima.

Perchè, se ci pensiamo, sono i nostri
genitori a portare avanti le tradizioni,
ad ornare casa, a cucinare i piatti natalizi,
ad addobbare lo stesso albero di Natale.

Una volta che essi vengono a mancare,
o perchè ci trasferiamo o perchè muoiono,
nessuno più ha per noi la preoccupazione
di ricreare quell’atmosfera.

Il delitto perfetto è poi compiuto
se abbiamo un lavoro stressante da portare avanti:
questo è il classico caso in cui
il tempo libero lo si preferisce
passarlo al cinema o nel letto a riposare
piuttosto che ad attaccare palline all’albero.

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Singolare l’uniformità di comportamento
del pubblico presente negli studi televisivi:
esso applaude a comando.

Il pubblico dei cinema non applaude e non fischia.
Il pubblico della televisione invece
si trova in una particolare situazione di invitato & ospite:
per un certo verso è tenuto ad  applaudire.

E così, quando lo “scaldapubblico” comincia a incitare,
oppure quando il presentatore dice:
«facciamo un bell’applauso di incoraggiamento alla signorina»,
il pubblico si mette a battere le mani
ubbidiente e convinto come tante foche monache,
ma non solo, quelli che più desiderano per sé
l’obiettivo delle telecamere sollevano le mani
non appena si accorgono d’essere inquadrati (Festivalbar).

Il pubblico inoltre, se il programma è di suo gradimento,
tende a fidelizzarsi attraverso e-mail,
iscrizioni ai forum ufficiali, alle chat, ai gruppi su Facebook,
dove può liberamente dare giudizi sulla trasmissione,
consigliare, criticare, comperare gadget
e persino confidare le sue pene e le sue gioie
agli altri iscritti della community.

Quel programma diventa una sorta di Status Symbol,
un modo d’essere che ci rappresenta,
uno stile di vita.

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Da qualche anno a questa parte
c’è stata la riscoperta
del mercato dei giovanissimi.

Il motivo è semplicissimo:
faccio un prodotto per adulti?
Lo comprerà solo l’adulto interessato.

Faccio un prodotto per bambini\ragazzini?
Lo compreranno i bambini e i genitori.

Esempio:
A vedere un cartone animato al cinema
non ci va il bimbo da solo (1 biglietto),
ma accompagnato dai genitori (3 biglietti).

Stesso discorso per i concerti
che si rivolgono a un target giovanile,
come quelli dei Tokio Hotel,
ad ascoltarli va il figlio e un genitore,
a volte anche l’altro,
e ben che vada appresso si portano
pure il fratellino minore non sapendo dove lasciarlo
(4 Biglietti invece di 1 solo).

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What does it take to find a lost love?

a) Money
b) Luck
c) Smarts
d) Destiny

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