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Uno dei miei traumi adolescenziali fu l’acne.
Ne ero pieno, potevo utilizzare
il mio viso come arma spara pus.
Avevo così tanti brufoli, e grossi,
che avevo sviluppato col tempo
una particolare sensibilità e dimestichezza
tali da consentirmi di avvertirne
uno nuovo in faccia senza
il bisogno di andare davanti allo specchio,
e sempre senza recarmi lì riuscivo
a schiacciarmeli efficacemente.
Questa disgustosa (per voi)
e traumatica (per me) parentesi
era per spiegarvi che l’uomo
impara così tanto a conoscere il proprio male,
che prima o poi genera gli anticorpi,
adotta contromisure.
Se il trauma principe della mia adolescenza
fu l’acne, quello della mia gioventù è il lavoro,
anche qui, con l’esperienza, ho imparato a conoscere il mercato
e a difendermi dalle fregature.
Appena leggo un annuncio questa
è l’analisi che faccio velocemente
per testarne la serietà:
Volantino lasciato nella buca della posta
(fregatura, nessuno ti porta il lavoro fino a casa)
Nessun sito internet dell’azienda
(fregatura, scarsa professionalità)
eMail non aziendale, @gmail.com, @yahoo.it, ecc…
(fregatura, non ha i soldi nemmeno per un’email, scarsa professionalità)
“Per apertura nuova sede selezioniamo 8 ambosessi da inserire in diverse mansioni”
(fregatura, si fa fatica a trovarne uno, tu addirittura 8 ne offri…)
“dai 18 ai 35 anni”
(fregatura, vigorosi e scattanti per il porta a porta)
“Orientato Ad Operare Per Obiettivi”
(fregatura, rischi di lavorare senza essere pagato, non necessariamente per colpa tua)
“Anche prima esperienza”
(fregatura, a do cojo cojo)
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