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Posts Tagged ‘donna’

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Ho imparato che quando una donna agè
vuole far ammirare il proprio corpo
si lascia immortalare con le braccia alzate,
tu credi sia una posa sexy,
invece è tutta una tattica per sfidare la forza di gravità
e tenere su delle tette che, altrimenti,
cadrebbero a penzoloni sulle ginocchia.

Un’altra cosa diabolica che ho appreso
scrutando l’universo femminile
è come fare foto ingannevoli.

Cioè, conosci una tizia di persona
è vedi che è un cazzo di boiler,
una colata di lardo sulle ossa;
poi la stessa tipa te la ritrovi su FB
che si spara selfie a manetta
e non ti capaciti di quell’apparente figaggine,
non ti sembra lei.

È l’angolazione dello scatto a fare la differenza,
ste megere l’hanno capito bene:
quanto più sei cessa, tanto più devi alzare
il braccio sopra la testa,
le foto vanno scattate dall’alto verso il basso,
così ti sfinano di brutto.

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Come i panda

Risultati immagini per weinstein

Il caso Weinstein ha peggiorato
ulteriormente una situazione
già di per sé precaria.

Se le corteggi con un po’ più di insistenza,
è stalking;
se gli poggi una mano sulla gamba o provi a baciarle,
è violenza sessuale…

Poi però si lamentano che non ci sono più
i maschi di una volta o che sono tutti gay,
ma è normale, ti passa la voglia,
le donne sono diventate come i panda:
una specie protetta.

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La donna, rispetto all’uomo,
è penalizzata in moltissimi ambiti,
ce n’è però uno dove possiede
un vantaggio non indifferente:
l’auto sostentamento economico.

L’uomo per finanziarsi
ha una sola possibilità:
andare a lavorare.
Per la donna è diverso,
davanti a lei si presentano
due prospettive di scelta:
1) andare a lavorare (eventualità remota)
2) recitare la parte dell’innamorata
per un paio di anni,
sposarsi e farsi campare
per il resto della vita.

La donna nasce con
una miniera tra le gambe,
proprio per questo sarà chiamata
a effettuare una scelta delicatissima,
che influenzerà sensibilmente
la propria esistenza:
a chi aprire questa miniera.

Se è cessa, potrà aprirla
solo a un operaio e
le spetterà una vita di stenti;
se invece è gnocca, potrà
permettersi una schiera di BancoMan
da cui accingere soldi,
e la sua scelta ricadrà
sicuramente su quello
dal portafoglio più paffuto.

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Se credete alla favoletta della donna
che matura prima dell’uomo, ok,
vi posso anche assecondare,
però dovete ammettere
che questo discorso
vale a 360°, matura prima
sotto il punto di vista mentale
ma anche fisico…

Un uomo di 50 anni ha fascino,
una donna di 50 è un relitto.

Ha dell’incredibile come
verso i 40 abbiano tutte
una decomposizione così repentina.

La genetica aiuta,
ma vi assicuro che le poche
a restare attraenti,
con un fisico da fare invidia
a quelle più giovani di 10-15 anni,
sono le donne che vanno in palestra.

Detta così sembra la scoperta
dell’acqua calda,
ma io faccio riferimento
a quelle che vanno in palestra
a buttare il sangue per ore,
facendo bodybuilding e non certo pilates.

Sono delle amazzoni:
addome piatto,
un culo che sembra scolpito nel marmo,
muscoli delle braccia tonicissimi,
senza alcuna pelle che pende a penzoloni,
unica nota stonata, le tette,
bruciando tanti grassi
solitamente si ritrovano un seno ridotto,
che molte provvedono
a correggere chirurgicamente.

Dopo i 40 la donna non può
mantenere la propria “morbidezza”,
l’impalcatura andrà a cedere inevitabilmente,
pertanto ha bisogno di un rinforzo,
una spinta verso l’alto
che modelli e sorregga
quella massa gelatinosa.

La dieta aiuta a mantenere
un aspetto dignitoso
ma non rallenta
il decadimento fisico,
cosa che può avvenire esclusivamente
con l’allenamento fisico quotidiano.

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Oggi, leggendo i vari post su Facebook
mi sono ricreduto,
sono sincero,
in fondo queste ricorrenze
servono proprio a riflettere.

Ho capito di aver sbagliato
e prometto di avere maggiore
considerazione di voi:
pertanto da ora in poi, quando incontrerò
una donna che mi piace,
per approcciare le chiederò
“Ciao, come ti chiami?”
e non più
“Ciao, quanto vuoi?”.

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https://i0.wp.com/2.andreatornielli.it/wp-content/uploads/2016/01/utero-in-affitto.jpg

Sono favorevole a qualsiasi cosa:
ai matrimoni gay,
ai figli affidati alle coppie omosessuali,
alla stepchild adoption,
a tutto quello che volete voi,
ma agli uteri in affitto proprio no,
non riesco a concepirli.

Mi sembra un controsenso,
oltre che una barbarie:
si sono fatti anni di battaglie
per restituire dignità alle donne
e poi si consente che esse vengano
considerate come mero strumento procreatore.

A parte la questione ideologica,
è proprio immorale
consentire a una donna
di fare da incubatrice.

Parliamoci chiaro,
un figlio in provetta per l’uomo
è questione di un attimo,
anzi di 5 minuti nel bagno,
per la donna sono 9 mesi
di sofferenze,
al termine dei quali
le si strappa il bambino
e lo si dà ad altri
in cambio di un assegno.

È disumano.

Da non sottovalutare
anche tutte le ricadute
che ci sarebbero
da un’apertura del genere:
ovvero la nascita di un mercato
di gente disperata
disposta anche a sfornare figli in serie
pur alzare qualche spicciolo.

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La differenza tra maschilismo e femminismo
sta nell’infinito astio del secondo verso il primo.

I maschilisti non odiano le donne,
le considerano inferiori,
un accessorio utile per la cucina
e la camera da letto.

Le femministe invece ce
l’hanno proprio a morte con
l’universo maschile.
Appena leggono di un sopruso
perpetrato da un uomo ai danni di una donna,
le vedi ringhiare con la bava alla bocca.

Gli uomini potranno anche essere cattivi,
ma allora quando le donne hanno
particolari pruriti intimi
non dovrebbero andarli a cercare,
sennò non c’è coerenza.

Le femministe fanno le superdonne
e poi finiscono in ginocchio
davanti a un uomo col suo uccello in bocca perché,
anche se è brutto dirlo, è così che vanno le cose,
e per fortuna che i maschi non possono togliersi
due costele per farsi i pompini da soli,
altrimenti la donna sarebbe
una specie a rischio estinzione.

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Sono dell’opinione che, tendenzialmente,
nascere maschi sia una gran botta di culo.

Ciò non toglie che anche gli uomini
abbiano le loro croci da portare
vita natural durante.

La donna ha le mestruazioni
una volta al mese,
l’uomo la barba ogni 3 giorni
(fatta male, sempre di sangue trattasi).

La donna deve affrontare 9 mesi di parto,
l’uomo un’erezione di almeno 20 minuti,
almeno una volta alla settimana e per tutta la vita.

La donna è costretta a fare la pipì seduta,
l’uomo ha sì la “prolunga”
ma, se corta, gli causa complessi
in fase di accoppiamento.

La donna ha la menopausa,
comporta delle  vampate di calore
per qualche anno, nulla di compromettente;
l’uomo ha l’andropausa,
gli causa l’impotenza.

La donna è ghettizzata sul lavoro,
l’uomo no, guadagna bene,
ma, da che mondo è mondo, proprio per questo
è costretto a mantenere la donna.

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Il Segno Del Costume

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L’estate a noi uomini piace
perché il segno del costume
isola il superfluo
e ci fa concentrare
sulle aree di maggior
interesse di una donna

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Non si può uscire dall’equivoco
del se è nato prima
l’uovo o la gallina.

Così come non si può venire a capo
del se una donna vestita da battona
giustifichi o meno uno stupro.

Ci sarà sempre una metà delle persone
che sosterrà che la donna se la sia cercata,
e l’altra metà che invece
difenderà la libertà di espressione,
in qualsiasi sua forma.

Sarebbe bello se chiunque
potesse fare quello che gli pare
senza essere giudicato o subirne le conseguenze,
sarebbe giusto poter camminare
liberamente nei Quartieri Spagnoli di Napoli
pieni di anelli e catenine d’oro,
ma non si può.

Non si può perché l’imbecille
lo incontri sempre,
e non puoi impedire alle persone
di essere imbecilli,
mentre puoi impedirgli
di fargli manifestare
la propria imbecillità.

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Frequenti una donna
che ti guarda con gli occhi a cuoricino,
quando le telefoni ha il groppo in gola
e se ti azzardi a scambiare due chiacchiere
con un’amica che non vedi da 30 anni
ti spara una di quelle scenate di gelosia
i cui strascichi ne patirai per settimane.

Poi ti sposi,
la ingravidi
e non conti più un cazzo.

La senti parlare
e rimani sbigottito:

“Mio figlio è tutta la mia vita”.

Ed io? Io dove sono? Che sono?
Il povero fesso che da a campare
a tutti e due.

La tua vita viene totalmente stravolta
e finisci per annullarti come uomo:

passi dal non fare il letto
per settimane
a fare la pipì seduto
sul cesso per il terrore
di sporcarle il bagno.

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Si fa un gran parlare
dello sfruttamento
del corpo della donna
e come esempio principe
vengono sempre prese le veline
di Striscia La Notizia.

Sono pienamente d’accordo
che a volte si esagera,
si ostentano gratuitamente
centimetri di pelle
anche quando non ce ne sarebbe
affatto bisogno;
così come mi trova
d’accordo il motto
“siamo donne, oltre alla gambe c’è di più”.

Però vi pongo un quesito:
siamo sicuri che sia sempre
l’uomo a imporre questa
immagine di donna oggetto
condannata ad ostentare la fisicità?

E’ peggio una velina
che, facendo leva sulla propria bellezza,
sculetta in tv per fare carriera,
o una Paola Ferrari (Barbara D’Urso)
che in tv non compare
senza i suoi fedeli fari
che la illuminano come fosse una Madonna?

Cos’è peggio, una ragazzina
che mostra il fisico per risultare attraente
o una donna adulta,
da cui ci si aspetta una testa pensante,
che non potendo più mostrare il fisico,
per ovvie ragioni anagrafiche,
insiste a far leva sull’esteticità
cercando di sembrare più giovane?

Voi, da donne, da chi vi
sentireste più offese?

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Prima di dare giudizi affrettati
su uomo, gli guardo la donna.

Detta così sa tanto
di maniaco sessuale.

In verità la sua donna
permette spesso di capire
chi è e quanto vale quell’uomo.

Se penso sia un coglione
ma mi accorgo che affianco
ha la top model di turno
capisco che tanto coglione non è:
o perché ha i soldi (se se li è guadagnati da solo),
o perché è una bella persona.

Se penso sia un cafone,
ma mi accorgo che affianco
ha una signorina tutta educata
che mangia in punta di forchetta,
penso che i miei standard valutativi
di cafoneria siano sbagliati
o che quell’uomo in cambio
abbia un grande cuore
che permette di legare a sé le persone.

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Trovo agghiaccianti
gli uomini che il sabato sera
escono a cena con la propria donna
e al ristorante, invece di parlare con lei,
guardano assorti la partita in tv.

Queste povere ragazze
costrette a subire
il totale disinteresse
del proprio compagno
fanno una pena immensa.
Stanno sedute lì,
senza parlare con nessuno,
una monotonia spezzata
solo dall’arrivo della pizza.

Capisci che contano davvero poco
se il proprio uomo preferisce
una partita a loro,
e che quella sera sono
usciti non per il piacere
di stare insieme,
ma solo per non sentire brontolare lei.

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Culture Simili

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Partiamo dal presupposto
che ogni cultura va rispettata
e mai giudicata,
perché non si possono giudicare
dei valori sulla base dei propri,
che sono totalmente diversi.

Una della maggiori accuse che
l’occidente rivolge ai paesi islamici
è quella relativa alla condizione della donna,
l’esempio più citato di “maltrattamento”
è l’obbligo del burqa/chador.

Il chador ha come funzione
quella di preservare la donna
dai maliziosi sguardi maschili,
ci si copre il corpo per non
indurre in tentazione l’uomo.

E’ lo stesso identico principio
adottato in occidente per le suore
ma nessuno qui si sogna di criticare
questa eguale forma di violenza.

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Regalare fiori a una donna
è la cosa più stupida
che possiate fare,
a maggior ragione se i fiori
in questione sono delle rose:

mutilate la natura e spendete
(minimo) 5€ per un oggetto
che dopo 3 giorni sarà destinato alla pattumiera.

Considerando poi,
che di solito le rose
vengono regalate
in fase di corteggiamento,
rischiate anche seriamente
di incappare in qualche figuraccia
nella scelta del colore.

Bianca? Purezza? Lei? Che come minimo
ne ha visti più del un cesso di una caserma?

Rossa? Passione? Ve la volete solo scopà?
Sì, lo so che l’intento quello è,
 però non glielo dovete far capì,
almeno non subito.

Gialla? Gelosia? Ma se dopo che ve l’avrà data
a stento ve ricorderete come se chiama.

Blu? Unica e speciale?
Però può significare anche “falsa”,
allora meglio evitare per non veder saltato
il vostro piano diabolico.

Rosa? Tenerezza, apprezzamento, ammirazione?
N’amica insomma.
 Non deve capì che pensate solo a scopà,
però nemmeno che la volete accompagnà
ai giardinetti con la manina.

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http://estasidellacarne.files.wordpress.com/2007/08/calippo.jpg

Uno di quei dialoghi
che mi lasciano maggiormente interdetto
è quando sento chiedere
a una donna “qual è la tua specialità a letto?”
e lei che risponde “I pompini”.

Non so cosa sia più stupida,
la domanda o la risposta.

Una tizia propensa a rispondere
(e quindi un bel po’ mignotta),
cos’altro di diverso potrebbe dire?

L’unica cosa che di suo
la donna mette in un rapporto
sessuale, e che può differenziarla
dalle altre donne durante l’atto, è quella.
Poi fa tutto l’uomo.

Ho provato a cercare altri
possibili “piatti forti”
trovando grosse difficoltà,
l’unica alternativa di risposta
che vedo possibile è
“i rapporti anali”,
e comunque non sarebbe un’attività,
ma un subire passivo.

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Il maschilismo della nostra
società ha radici antichissime,
è intorno a noi,
talmente radicato
da passare quasi inosservato.

La lingua di una nazione,
come asserisco da sempre,
dice molto sul popolo
che la utilizza.

Riflettete su quanto l’italiano,
con le sue espressioni,
con i suoi modi di dire
pone la donna in una condizione
di sudditanza rispetto all’uomo.

La donna è “il sesso debole”
(inferiore già in partenza),
però se dimostra di essere
sveglia e degna di rispetto
ecco che viene accostasta ad attributi
esclusivamente maschili
(ha le palle, è cazzuta, porta i pantaloni).

D’altro canto, l’uomo,
quando lo si vuole offendere,
è inevitabile l’accostamento alla donna,
ovviamente nell’accezione negativa
(è una femminuccia, è uno sfigato).

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1) Nei momenti Hot,
basta che apri le gambe,
pensa a tutto lui.

2) Quando hai bisogno
di qualsiasi cosa,
basta tornare ad aprire le gambe.
Generalmente funziona così.

3) Non ti possono né menare,
né far pagare perché
“sei piccola e indifesa”.

4) Con la scusa della “parità”
o della discriminazione femminile,
passi sempre avanti.

5) Se non hai voglia di lavorare,
ti trovi un fesso e
ti fai campare da lui.

6) Nessuno verrà mai a chiedere
a te di salire una lavatrice
fino al quarto piano.

7) Non hai la quotidiana
rottura di coglioni
di tagliarti la barba.

8) Crepi più tardi dell’uomo.

9) A meno che non becchi un tumore,
calva non ci diventerai mai.

10) Durante la gravidanza
puoi permetterti di chiedere
l’impossibile: ti sarà dato.

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Premetto che non l’ho
neanche sfogliato,
che non ci tengo a farlo
e che quindi la mia
non vuole essere
una riflessione sul libro
ma sui “best seller”
più in generale.

Incuriosito dal successo
mediatico di
Cinquanta sfumature di grigio,
sono andato a documentarmi
sulla trama, risultato:
SESSO. Sesso estremo.

Ma và?

Quando vuoi fare
un libro “ruffiano”,
che punti a catturare
quanti più lettori
possibili i temi sono due:
religione e, appunto, sesso.

50 Sfumature è solo l’ultimo
di un’infinita serie
di libri che seguono
il filone del
“tira più un pelo di figa
che un carro di buoi”.

Ricordate? Tutto cominciò
con “Histoire d’O”,
nel lontano 1954,
da allora fu un susseguirsi
di libri replicanti,
mi piace ricordare
il recente (2003)
“100 colpi di spazzola prima di andare a dormire”,
anch’esso marchiato
come “caso letterario”.

Che poi il best seller
non è altro che un libro
che i “piani alti”
hanno deciso di “pompare”
più del solito.
Se io pubblicassi un libro
sulla caccia e la pesca,
e la casa editrice
decidesse di riservargli
la stessa campagna pubblicitaria
di 50 sfumature,
probabilmente raggiungerei
anch’io il milione di copie,
diventando un “caso letterario”.

Va sempre a finire che
il best seller lo si compra
non perchè è bello,
ma perchè tutti ne parlano,
e quindi non si saprà
mai quanto effettivamente
sia il suo valore,
il bel voto, però,
lo si può dare a occhi chiusi
alla campagna di marketing
cucitagli addosso.

Andando nello specifico,
il successo di 50 sfumature
è scontato, perchè scontati
sono i temi trattati.

Si sa che i libri
vengono comprati prevalentemente
dalle donne, così come sappiamo
che la donna è quella
più restia a farsi vedere interessata
a determinati mondi
per non compromettere,
agli occhi degli altri,
la propria immagine.

Se però questi mondi
vengono sdoganati
inserendoli in contesti
più soft, ecco che la donna
si fionda a comperarli
non correndo il rischio
di essere giudicata male.

Il Bdsm, quello fatto bene,
è una pratica antichissima,
tempo fa ci feci anche un post,
e non c’è da stupirsi
sulla sua apparente crudezza,
ricordate:
in guerra e nel sesso,
tutto è concesso.
Una donna, però, non si sognerebbe
mai di comprarsi un film
o un manuale al riguardo,
molto meglio allora 50 sfumature,
magari sfogliato
tranquillamente sotto il sole
come fa Nicole Minetti,
cosa c’è di male?
E’ solo un romanzo, no?

Infine, 50 sfumature è scontato
perchè a scriverlo è la solita
donna cessa, sessualmente repressa,
in questo caso tale, E. L. James,
una 50enne appesantita,
che non potendo dar sfogo,
per ovvi motivi, alla propria lussuria,
riversa tutte le fantasie
su carta certa di attirare
altre donne nelle sue stesse condizioni.

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Ho imparato che quando
una donna ti dice
che non “si sente desiderata”
vuol dire che non la scopi abbastanza.

Inizialmente pensavo
stesse a significare
una mancanza di affetto,
di attenzioni… invece no,
vogliono solo essere sbattute
al muro con maggiore frequenza.

L’atto sessuale diventa
di cruciale importanza
per sentirsi accettate e,
in un certo senso, legittimate.

A turbarmi è l’espressione
“non mi desideri”
accostata esclusivamente
all’accoppiamento,
come se per dare importanza
alla tua partner tu debba
per forza usurarla a letto.

Questo non è “desiderarla” nella sua totalità,
ma esclusivamente sotto l’aspetto fisico,
un corpo che se lo avesse un’altra,
a te uomo andrebbe bene lo stesso.

Dove sta la gratificazione di una donna
nel sapere che il proprio compagno
le sta accanto solo
per una fisicità che si è ritrovata,
tra l’altro, neanche per meriti suoi
ma grazie a una colossale
botta di culo by madre natura?

Di tutt’altro sapore è avere
la certezza che il proprio uomo
ti “desidera” perchè
altrimenti non starebbe con te,
o che ti “desidera” perchè
con gli anni il vostro
rapporto pur non essendo
più pura attrazione fisica,
si è evoluto in qualcosa
di più profondo che spinge
a non cercare altro altrove.

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La sessualità delle 40enni
è una materia che mi affascina
a tal punto da averla
affrontata più volte
e sotto diverse sfumature.

Oggi vorrei toccare
l’aspetto della “reputazione”.

Una donna di 40 anni è arrivata,
non ha da dimostrare nulla a nessuno:
un lavoro lo ha,
degli amici di vecchia data anche,
così come un nutrito gruppo
di persone che si è fatto
un’idea ben consolidata di lei.

Se le è andata male,
avrà probabilmente anche un marito o,
peggio ancora, dei figli
(piccola nota di colore).

Alla luce di questo background,
la sessualità subisce
una repentina sterzata:
si passa da un atteggiamento
di chiusura, a uno di apertura.

Se esiste un preciso momento
in cui potersi concedere
delle piccole evasioni,
è proprio questo,
la donna a 40 anni scoppia,
perdendo i propri freni inibitori.

Ne conosco tante
che superati ampiamente i 30
non ce l’hanno fatta più a recitare
il copione della “buona madre di famiglia”.
Le più soggette al cambiamento
sono le “represse”,
le mogli di lunga data,
quelle che,
una volta cresciuti i figli,
non ci pensano su due volte
a lasciare il marito davanti alla tv
e dedicarsi al libertinaggio
fino a quando il fisico regge.

Nessuno potrà additarle
come “cattive donne”,
in quanto il buon esempio
lo hanno già dato in passato,
sono semplicemente donne che fino ai 40
hanno vissuto come volevano gli altri,
e che poi, all’apice della femminilità,
hanno deciso di vivere a modo loro.

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Ogni mondo è paese,
non siamo poi così
distanti dai tanto
vituperati popoli islamici.

Loro hanno la poligamia,
si sposano con più donne;

noi siamo fedifraghi,
prima ci sposiamo,
e dopo abbiamo più donne.

Loro hanno il Burqa,
il Niqab o il Chador
per nascondere il corpo
della loro donna;

da noi la donna può
indossare la minigonna,
ma sappia che se lo fa
le spezziamo le gambe.

Loro hanno la pena di morte
o comunque altre pene corporali
in caso di adulterio;

a noi uccidere la donna
non è concesso, in compenso
troviamo comunque il modo
di rovinarle l’esistenza
sputtanandola con
chiunque abbiamo a tiro.

A cambiare è la forma,
non certo la sostanza.

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La mia personalissima opinione
è che la donna debba parlare
il meno possibile di sesso,
perchè non fa
una bella figura…

Sovente mi è capitato
di ascoltare donne
ostentare con vanto
tutti i loro flirt,
e ogni volta mi interrogavo
su come fosse possibile
che a farlo non provassero
la benché minima vergogna.

Ho un’amica vergine,
35enne, sfortunata
in amore proprio
per questa strenua
difesa del suo “valore”,
e mi confidava che
provava imbarazzo ad aver
avuto così tante storie alle spalle,
perchè chi non sapeva che fosse vergine,
avrebbe potuto giudicarla male…. per dire.

Invece la maggior parte
delle ragazze di oggi
non si fa nessun
problema a raccontare
pubblicamente che,
magari dopo la fine di una relazione,
o, perchè no, durante,
hanno pensato a “divertirsi”.

Mi piacerebbe tanto capire
in quei momenti cosa
gli passa per la testa
tanto da spingerle a fare
con disinvoltura certe confidenze.

Trovare un uomo per continuare
a “divertirsi”?
Beh, allora posso comprenderle,
se fai capire a un uomo
che sei “vissuta”, che ci sai fare,
molto probabilmente lo farai
tuo per quella sera,
perchè l’uomo è sempre alla caccia
di ninfomani da castigare.

Se invece fai leva sulla troiaggine
per accalappiare l’uomo della tua vita,
amica mia, sei proprio fuori strada.
Nessun uomo si porterebbe a casa
una donna che se mettesse in fila
tutti i cazzi che ha preso,
costruirebbe in un battibaleno
il ponte sullo Stretto:
Nes-su-no.

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Esiste da sempre
lo stereotipo dell’uomo porco,
con soltanto un chiodo fisso in testa.

Non mi trova molto d’accordo.

1) Sia perchè se da una parte
c’è il piacere di un uomo
nell’andare a “bussare”,
dall’altra c’è per forza
il piacere di una donna
nell’andare ad aprire.
Come si dice, le cose si fanno in 2,
buttare la croce
soltanto addosso all’uomo
e salvare la donna
è troppo semplice.

2) Sia perchè, è risaputo,
le donne sono meno
avvezze a gestire le pulsioni
sessuali quando finalmente
possono dargli sfogo.
Andate a farvi un giro
per le discoteche la sera dell’8 marzo
o comunque durante un qualsiasi
spettacolo di striptease maschile
e osservate attentamente le loro reazioni:
sono per nulla moderate,
anzi,
anni luce dalla compostezza
di un maschio
davanti al corpo nudo
di una bella donna.

Quando parlo di questo argomento,
tiro sempre in ballo
l’esempio del grande fratello,
anche sul blog l’ho utilizzato parecchio,
perchè davvero riesce ogni volta
a colpirmi e meravigliarmi:
all’entrata di un nuovo concorrente donna,
i concorrenti uomini reagiscono
con sorrisi di complicità;
all’entrata di un nuovo concorrente uomo,
i concorrenti donna adottano
reazioni a dir poco scomposte:
saltellano, sbattono le mani,
gioiscono, intonano cori da stadio, ecc…

Tutto ciò mi porta a pensare
che se esiste uno squilibrio
di pulsioni sessuali,
esso penda più verso
l’universo femminile.

E se qualcuno ancora sostiene
che noi ometti siamo dei maiali,
ribadisco che non è affatto vero,
al limite siamo dei benefattori,
altrimenti non si spiegherebbe
la nostra scelta di trombare
magnanimamente qualsiasi cosa si muova,
anche certi cessi che meriterebbero
una vita di rigorosa clausura:

se questa non è beneficenza, cos’è?.

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Esistono lavori esclusivi
per le donne:

commessa,
cassiera,
baby sitter,
estetista,
ecc… ecc…

A garanzia di una minima
forma di welfare sociale,
sono campi dove qualsiasi
donna alla canna del gas
ha possibilità di trovare occupazione.

A parità di condizioni,
l’uomo gli verrebbe preferito
anche in quei campi se non ci fosse
un “tacito accordo morale”
tra i datori di lavoro,
preferenza che avverrebbe non per “razzismo”,
ma semplicemente per una più lunga
e stabile tenuta/produttività,
cioè che invece una donna
non potrebbe garantire
a causa dell’esile fisico,
dei figli e delle gravidanze.

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In un rapporto,
il peso della differenza d’età
cambia da uomo e donna.

Diciamocelo,
la donna invecchia peggio dell’uomo,
per questo è ammissibile
avere per un uomo un rapporto
duraturo e stabile
con una donna di 10 anni (e oltre) più giovane,
a differenza della donna,
che può anche averlo,
ma alla lunga deve mettere
in preventivo di ricevere
qualche innocente cornino.

Non facciamo gli ipocriti,
un uomo 50enne può avere
accanto, fedelmente,
una ragazza anche di 25/30 anni.

La donna 50enne no,
il toyboy 30enne non
preferirà mai finire a letto
con lei invece che con una di 20 anni,
perchè un uomo di 50 anni è affascinante,
una donna di 50 anni è buona solo nel brodo.

Non è maschilismo,
mettiamo da parte facili moralismi
e siamo onesti.

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Perchè farsi il sangue amaro
per una donna che,
se riuscirete a conquistare,
tempo massimo 3 anni
vi starà sulle palle
come tutte le altre?

Ogni scarpa diventa scarpone,
vale allora davvero la pena
soffrire per un rifiuto?

Il tempo è fin troppo prezioso
per buttarlo appresso
a qualcuno che non vi vuole,
allargate i vostri orizzonti
e mirate altrove,
il mondo è pieno di belle donne
che aspettano un uomo
che le renda felici.

Siate sempre positivi
e convincetevi che tra i due,
chi ci ha perso, in fin dei conti,
è comunque stata lei.

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La donna quando vuole sia
scaricare con garbo,
sia sentirsi regina,
se ne esce fuori
con frasi di conforto tipo:

“mi dispiace”
“ti ho illuso”
“ti ho deluso”
“ti ho ferito”

Come a credersi lei
il centro dei nostri pensieri
ed il solo motivo per cui
adesso, a suo avviso,
passeremo le nottate
a piangere con la testa
sotto al cuscino.

Almeno che l’uomo non abbia
preso una tranvata pesante,
quasi mai questo tragico
scenario si verifica.

Quelle a irritare di più, però,
sono le donne che prima tirano
il sasso, e dopo nascondono la mano:

le regali un peluche con un cuore enorme,
poi un libro con una dedica
che a confronto quelle
dei baci perugina sembrano
scritte da Marilyn Manson,
per mesi le ripeti che
in un’ipotetica classifica
sta indiscutibilmente in vetta,

ma lei, prima abbozza compiaciuta,
poi tutto d’un tratto,
quasi a voler cascare dalle nuvole,
esclama meravigliata:

“Mi dispiace che ho lasciato intendere qualcosa che non esisteva…”

Uhm…

Per poi infierire in modo ulteriore:
“Stupidamente ho creduto alla possibilità di una amicizia”.

Maaa daaaaai,
il ruolo del “cornuto” ci sta,
però qui vi si vuole anche mazziare
facendovi passare per
pazzi visionari.

Le strade allora sono due:

1) o le lasciate la ragione,
rifugiandovi in un eterno silenzio,
purchè serva a non ricevere più
altre frasi così infelici;

2) o, per quanto siete signori,
un sintetico e coinciso
“vaffanculo sparisci” omaggio
glielo donate con tutto il cuore!

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