Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘economia’

https://i0.wp.com/www.familysecuritymatters.org/imgLib/20081130_Made_in_China.jpg

Ci è piaciuto per anni prendere
per il culo la Cina, con i luoghi comuni,
ancora oggi persistenti,
dei cinesi produttori
di roba nociva,
scadente e fatta dai bambini.

Adesso sono la prima economia del mondo
e ci stanno comprando pezzo dopo pezzo:
Berloni, Pirelli, Krizia e Tacchini i brand più famosi.

Se nel tempo trasferisci capitali e,
soprattutto, conoscenze ad altri
è normale che questi prima o poi
si riorganizzino
facendoti concorrenza
con costi minori
fino ad affossarti.

Prima gli unici cinesi che vedevi nel commercio
erano quelli del
“pollo flitto, gelato flitto, tutto flitto”
presenti in qualche sparuto ristorante,
adesso ci hanno invasi alla pari dei centri scommesse,
vedi negozi, con quelle caratteristiche lanterne rosse
esposte fuori, ad ogni angolo delle strade.

L’ilarità e i luoghi comuni
hanno da sempre accompagnato
anche un altro popolo, quello albanese.
Negli anni ’90 gli albanesi erano i morti di fame
che venivano in Italia col gommone
per poi finire a rapinare ville.

Adesso, manco a dirlo, l’economia
albanese è in ascesa e anche loro
hanno cominciato a offrire
lavoro agli italiani
(Agon Channel, Pavia Calcio).

Loro a noi.
In meno di 30 anni.
Come cambia il mondo.

Riflettete, lo vedete più
un albanese per strada a mendicare?
Sentite più una notizia di cronaca nera
che riguarda un albanese?

Ne ospitiamo tanti,
ma davvero tanti
nella nostra nazione,
sono perfettamente integrati nella società
e ricoprono posizioni lavorative solide.

Se ciò è avvenuto lo si deve anche alla tv,
la tv crea e disfa nemici.
Se prima quelli da cacciare erano loro,
adesso lo sono diventati i disperati africani
di “Mare nostrum”.

Gran parte del merito televisivo
riguardante la riabilitazione dell’albanese
lo si deve ad “Amici” che lungo gli anni
ha strizzato molto e con simpatia l’occhio
a questo popolo, mostrando agli italiani
che gli albanesi non erano quelli
che mendicavano per strada o rapinavano ville,
ma gente dotata di disciplina ed arte:
Kledi Kadiu, Leon Cino, Anbeta Toromani.

Read Full Post »

https://i0.wp.com/www.mercatolibero.info/wp-content/uploads/2014/09/11.jpeg

Uno dei maggiori danni
di questa crisi economica
è quello di averci tolto la speranza.

I nostri padri hanno vissuto
in un’epoca dove c’era la speranza
di potersi elevare di status sociale
rispetto a quello dei propri genitori,
e la maggior parte c’è riuscito,
passando dallo status di contadino
a quello di operaio.

I giovani di oggi non posso
guardare loro padre pensando
“un domani starò meglio”,
perché già il solo eguagliare
la sua condizione
sarebbe un grosso traguardo.

Read Full Post »

Una Moneta Odiata

https://i0.wp.com/www.rischiocalcolato.it/wp-content/uploads/2014/01/overvalued-euro.jpg

Tutto passa e
anche i disastri compiuti
dall’euro un giorno
si risolveranno,
certo,
occorrerà un ventennio,
però alla fine tornerà il sereno.

Il problema non è tanto
sperare che questa quiete
arrivi il più presto possibile,
la vera sfida per i governanti
sarà far accettare all’italiano
di avere quotidianamente a che fare
con una moneta che fondamentalmente odia,
a cui imputa decenni di sofferenza.

Read Full Post »

L’impoverimento e il debito
nascono con la creazione dell’interesse.

Consideriamo un modello
di “mini nazione”
molto semplificato,
costituito da una banca e 3 omini:
Gino, Luca, Paolo.

La quantità di moneta complessiva
disponibile nell’intera mini nazione
è di 10€, a occhio e croce quella dell’Italia,
ed è così distribuita:
5€ alla Banca,
3€ a Gino,
2€ a Luca
e 1€ a Paolo.

La Banca Centrale Europea non stampa moneta.

Paolo ha bisogno di una nuova casa
che costa 3€,
va in banca e chiede un prestito di 2€,
accordato, a condizione che restituisca
tutto con un interesse di 1€.

Paolo che ha un bancarella al mercato,
intasca 1€ da Luca e 2€ da Gino.
Ora ha i 3€ che gli occorrono
e li vai a restituire alla banca.
Quest’ultima adesso si ritroverà
con i 5€ che già aveva più 1€
di interesse = 6€.

Situazione attuale:
Banca = 6€
Gino = 1€
Luca = 1€
Paolo = 1€

Luca è un dipendente di Gino,
e a fine mese deve ricevere
i suoi 2€ di stipendio.

Gino ne ha solo 1, si rivolge
alla banca per chiedere un prestito,
accordato, in cambio di 1€ di interesse.
Gino paga Luca.
Intanto Paolo va a comprare 1€ di cibo
nel supermercato di Gino.
Gino ha ora i soldi per saldare
il proprio debito bancario.

Situazione attuale:
Banca = 7€
Gino = 0€
Luca = 3€
Paolo = 0€

Gino e Paolo torneranno
dalla banca per chiedere
un prestito di 1€ che gli consenta
di andare avanti.
La banca chiede 1€ di interesse
ad entrambi.

Gino e Paolo dovranno restituire
in totale 4€ quando
i soldi che sono attualmente
in circolazione ammontano soltanto a 3€.

Debito insoluto.

Io sono un sociologo, non economista,
ho saltato molti passaggi del ciclo economico
per semplificare davvero al massimo il concetto,
per eventuali approfondimenti
leggetevi un bel manuale di economia
oppure, scelta consigliata, guardatevi
i documentari della saga Zeitgeist
che sono  davvero appassionanti.

Read Full Post »

https://i0.wp.com/www.benecasa.it/assets/images/articoli/appendere-quadro.jpg

Da Luglio l’iva dovrebbe
aumentare al 22%.

No problem.

Al Sud si è già trovata
la soluzione:
non la si fa pagare.

Mi ero messo in testa
di farmi fare dei quadri personalizzati
e, vista la carenza di pecunia
e la taccagnaggine del sottoscritto,
come da abitudine decisi
di farmi un giro di tutte
le arti grafiche della città
chiedendo ad ognuna un preventivo.

Ricevevo sempre la solita risposta:
“costa tot euro + iva”.
Tra me e me mi chiedevo
come fosse possibile che mi dessero
il prezzo non comprensivo di iva,
per il gusto di far scervellare
il cliente sul calcolo della cifra esatta?

Sta di fatto che per ogni preventivo
mi misi a fare questa addizione,
scegliendo ovviamente l’offerta più conveniente.

Al momento di pagare,
con già in mano la somma
che mi ero ricavato,
ecco svelare l’arcano.

I quadri se li volevano
far pagare senza
il rilascio della fattura.

Tutti gli esercenti
avevano fatto lo stesso pensiero.

Allora ho davvero capito
che il Sud si regge sul nero,
e che, come si è sempre detto,
senza il lavoro sommerso
saremmo già andati a fondo
da un bel pezzo.

Read Full Post »

Pignoratece l’Italia

https://i0.wp.com/www.sitofelice.it/images/blog/crisi-economica.jpg

Voglio fare uno di quei
discorsi bassi bassi,
che potreste sentire
tranquillamente dal salumiere
o dal fruttivendolo
sotto casa mentre
vi apprestate a fare la spesa.

Fa bene ogni tanto
sbracarsi in piena libertà.

Allora…
a parte che non stanno facendo
altro che rincoglionirci
da mesi con un’ondata di paroloni
esterofili che non avevamo
mai sentito prima d’ora
(bund, spread, default, spending review),
mi piacerebbe che mi spiegassero,
perché forse per limiti miei
non mi è ancora ben chiaro,
verso chi abbiamo tutti questi debiti.

Fateci caso,
dicono sempre che dobbiamo dei soldi,
ma non specificano mai a chi.

Noi dobbiamo dei soldi,
la Francia deve dei soldi,
la Spagna deve dei soldi,
tutti devono dei soldi
però, dannazione,
non ci fanno capire a quale strozzino.

Suppongo a delle banche,
perché le sento sempre menzionare
come se fossero belzebù.
Allora dico io,
è possibile che delle banche,
degli organismi circoscritti,
siano più potenti di un insieme di nazioni?
Talmente potenti da potersi permettere
di tenere sotto scacco
la stessa nazione che le ospita?
Perché sono allocate fisicamente
da qualche parte…
di certo non sono fluttuanti.

Mettiamo caso che, paradossalmente, domani
il presidente del Consiglio Italiano
si svegli e dica:
“debiti o non debiti, non paghiamo nessuno”.
E a ruota lo seguissero
tutti i primi ministri
delle altre nazioni coinvolte
in questa crisi economica.

Cosa succederebbe?

Le banche pignorerebbero le nazioni
e le metterebbero all’asta?

Read Full Post »

Ciò che più fa salire
i nervi della crisi economica
è che non è dipesa da te.

Ha del paradosso ritrovarsi
con le pacche nell’acqua
per colpe non proprie,
ma di altri
(i potenti attori economici)
che, per anni e anni,
si sono presi la briga
di mettere a rischio il destino
di un’intera collettività
per accrescere i propri
interessi personali.

Una persona comune,
che ha sempre condotto
una vita onesta
e svolto un lavoro dignitoso,
non azzardando mai
un passo più lungo della gamba,
a costo di sacrificare
vacanze, pizze e sfizi vari
pur di dare un avvenire solido
ai propri figli,
adesso si ritrova in rovina
a causa di qualcuno che nemmeno
conosce che si è divertito
a giocare a “carta vince, carta perde”
con la sua vita e i suoi risparmi.

C’è da uscire matti,
altro che arrabbiarsi.

La cosa più grave è un’altra.
Ci disperiamo che non c’è lavoro,
che i ragazzi stanno in mezzo a una strada;
sì, d’accordo,
attualmente siamo messi male,
però abbiamo (quasi) sempre
una famiglia alle spalle
che ci sostiene seppur
con grosse difficoltà.

Il disastro vero e proprio
lo si avrà tra 30 anni,
quando la generazione dei giovani di oggi,
che avrà trovato lavoro, forse,
glielo si augura, a 30-35 anni,
sarà costretta o a lavorare fino alla morte,
o ad andare in pensione per anzianità,
con poche centinaia di euro.

Il consiglio spassionato, allora,
se non si hanno mutui sul groppone,
è quello di rivolgersi a una compagnia assicurativa
e pagarsi una pensione integrativa
appena ottenuto un posto di lavoro:

quello che conserverete oggi,
ve lo ritroverete un domani,
accanto a quei 4 spicci
che vi passerà lo Stato.

Read Full Post »

In questo periodo di crisi
in pochi ti offrono lavoro,
e quei pochi lo fanno o
con stage sottopagati o
richiedendo una precedente
esperienza nel settore.

Allorché una giovane leva,
appena uscita dall’Università
e priva di esperienza alcuna,
qualora si rifiutasse
di andare a fare la fame
con uno stage al Nord
pur di maturare questa dannata
esperienza, può optare
comunque per la fame,
ma almeno nella sua città
e non con uno stage
bensì con del volontariato.

Semplice?
Invece No.

Per fare del volontariato
hai bisogno di un’assicurazione
perchè la tua azienda
non si assume responsabilità
nel caso ti succedesse qualcosa.
Cioè, fino a quando lavori
e produci per lei, ok,
sei uno di loro,
se però malauguratamente
ti fai male, sempre
lavorando per loro,
improvvisamente nessuno
ti conosce più e c’è
un lavamani generale.

Preso atto di ciò,
ti fai forza e vai
a informarti per un’assicurazione
che copra, da prassi,
sia infortuni e malattie,
che responsabilità
civile contro terzi (RCT),
in quanto l’azienda
“così ha deciso”.
Preventivo delle compagnie assicurative:
200-300€ tutto compreso.

Mej Cojoni.

Qui è diventato un lusso
persino fare volontariato.

Pagare per lavorare Gratis
è una delle tante umiliazioni
a cui c’hanno costretto a piegarci.

Read Full Post »

L’Italia è maestra
nel non trovare soluzioni,
e aggirare semplicemente
gli ostacoli.

C’è una forte crisi
economica nazionale,
ed invece di adoperarsi
per risolverla o
comunque chiedere
la fiducia della popolazione,
ci vengono a dire:
“andate a lavorare all’estero”.

Come all’estero…
siamo una delle nazioni
più industrializzate al mondo,
con un enorme patrimonio
culturale e artistico,
e dobbiamo tornare
a fare la valigia
di spago e cartone
come i nostri avi
agli inizi del ‘900?

Siamo ai limiti del paradosso,
siamo ai limiti del terzo mondo.

Un’altra di quelle
“soluzioni all’italiana”
che mi lasciano allibito
riguarda la violenza negli stadi.

Tifoserie avverse
possono rischiare
di venire a contatto
durante una partita di calcio?
Ok, allora vietiamo
la trasferta ai tifosi ospiti,
semplice no?

Ma che soluzione è?
E’ come se durante un processo
il giudice per evitare
che gli avvocati
si scontrino,
eviti l’accesso a uno di essi…

ci rendiamo conto
di quanto siamo ridicoli?

Read Full Post »

Manovre Anti-crisi

Non sarò un economista
però a certe cose
ancora c’arrivo:

se spenderemo di più
(aumento dell’iva)
e guadagneremo di meno
(soppressione festività infrasettimanali)

come potremmo mai
uscire dalla crisi???

Read Full Post »