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Posts Tagged ‘figlio’

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Oltre un anno fa scrivevo un post
dove spiegavo il perché dei tanti casi
di femminicidio e condannavo
la criminalizzazione del maschio.

Confermo in toto quanto scritto allora aggiungendo,
per avvalorare la mia tesi,
che quando la donna ha
una posizione predominante, fisica e non,
sulla causa del proprio malessere, i figli,
anch’essa uccide senza troppi patemi.

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Uno dei maggiori danni
di questa crisi economica
è quello di averci tolto la speranza.

I nostri padri hanno vissuto
in un’epoca dove c’era la speranza
di potersi elevare di status sociale
rispetto a quello dei propri genitori,
e la maggior parte c’è riuscito,
passando dallo status di contadino
a quello di operaio.

I giovani di oggi non posso
guardare loro padre pensando
“un domani starò meglio”,
perché già il solo eguagliare
la sua condizione
sarebbe un grosso traguardo.

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https://i0.wp.com/www.wakeupnews.eu/wp-content/uploads/2011/08/fine-amore.jpg

Frequenti una donna
che ti guarda con gli occhi a cuoricino,
quando le telefoni ha il groppo in gola
e se ti azzardi a scambiare due chiacchiere
con un’amica che non vedi da 30 anni
ti spara una di quelle scenate di gelosia
i cui strascichi ne patirai per settimane.

Poi ti sposi,
la ingravidi
e non conti più un cazzo.

La senti parlare
e rimani sbigottito:

“Mio figlio è tutta la mia vita”.

Ed io? Io dove sono? Che sono?
Il povero fesso che da a campare
a tutti e due.

La tua vita viene totalmente stravolta
e finisci per annullarti come uomo:

passi dal non fare il letto
per settimane
a fare la pipì seduto
sul cesso per il terrore
di sporcarle il bagno.

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Sono Incinta

https://i0.wp.com/www.panorama.it/images/societa/19153033-1/Rapporto-padri-figli.-Che-razza-di-padre-sei_h_partb.jpg

Mi ha sempre divertito quell’attimo
di smarrimento e sconforto che prende
a un uomo quando la propria donna
gli comunica che è incinta.

Ho provato a chiedermi cosa
gli passasse per la testa
in quel preciso momento
giungendo a queste conclusioni:

1) Sono cresciuto
2) 400€ a lui + 150€ a lei di vitalizio mensile
3) E ora a questa (donna) chi se la leva più di torno
4) Mi aspettano 9 mesi di inferno
5) I pannolini io non li cambio

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Il bambino non si lega
al genitore più affettuoso,
ma a quello più autoritario.

Non è masochista,
è in una fase della propria vita
in cui ha bisogno di essere dominato,
di avere un punto di riferimento
che effettui su di lui
un’autorità legittima.

Ne ho parlato anche tempo fa,
i parallelismi con un cane sono molteplici,
anche il bambino capisce chi è il capo
e con esso ha maggior interesse
a stringere un legame.

Tu, da esterno, puoi giocarci,
coccolarlo, dargli da mangiare,
ma lui alla fine obbedirà
e cercherà attenzioni solo al “padrone”:
la figura ritenuta più forte.

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Vi sarà capitato di fare un giro
nei centri commerciali,
o in quei grandi ipermercati
come Carrefour, e passare
per il reparto giocattoli.

A me piace tantissimo,
lo trovo un modo per aggiornarmi
sulle nuove diavolerie
per bambini e per cercare
di capire in che direzione
stiamo andando da un punto
di vista educativo.

La cosa che però più
mi colpisce è il costo
di ogni singolo aggeggio.

La stronzata più futile
e misera te la fanno
pagare 20 euro.

Penso che quello
dei produttori/commercianti
sia un atteggiamento meschino.

Fanno leva sul fatto
che per un genitore
negare un sorriso al
proprio figlio è straziante,
se gli cerca qualcosa,
fa di tutto per comprargliela,
costi quel che costi.

I produttori che si rivolgono
a un target adulto,
non possono far pagare
300€ un comune orologio,
perché l’adulto ha la razionalità
di non comprarlo e di cercarne uno simile.

Il bambino invece no,
vuole l’orologio di Ben Ten da 70€,
e basta, non puoi dargliene
un altro che costa meno e
che magari è anche più bello.

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Ne conosco un bel po’
di uomini terrorizzati
dall’idea di avere un figlio.

Solitamente sono spiriti liberi
che fino a quel momento
non si sono dovuti accollare
grosse responsabilità sulle spalle
come potrebbe esserla, ad esempio,
quella di un cane.

Un cane comporta più
responsabilità di una pianta
ma leggermente meno di un figlio.

Il cane dipende totalmente da te,
emotivamente ed economicamente;
inoltre porta a pensare per due
e condiziona le tue scelte:
proprio come un neonato.

Un cane ha degli orari
precisi in cui espletare
i suoi bisogni fisiologici,
un bimbo ha i suoi per mangiare.
Casomai volessi assentarti
da casa più del dovuto,
devi tenerli in considerazione.

Ci sono posti dove non puoi
andare perché i cani
non sono ammessi,
e posti dove non puoi andare
in quanto non indicati
per i bambini.

Entrambi riempiono le tue giornate
ma fanno venir meno la tua libertà.

Se sei abituato ad avere un cane
difficilmente respingerai
l’ipotesi di una paternità.

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Parto dalla convinzione
che nulla sia per sempre,
che in un rapporto di coppia
il sacro fuoco della passione,
oggi arde,
ma un domani è destinato
inevitabilmente a spegnersi.

Proprio in tal senso
egoisticamente inizio
a pensare che se si ha
il desiderio di fare un figlio,
(non dico “mettere su famiglia”,
in quanto non credo
nella durevolezza dei rapporti),
non lo si debba fare
con la donna amata,
ma con la donna che,
ovviamente si ama
in quel momento della propria vita,
e che però dia anche
“ottime credenziali materne”.

Sarà capitato a tutti
di essere follemente presi
da una persona, nonostante
ritenevate che questa fosse
ancora infantile ed irresponsabile,
con difficoltà a badare
persino a sè stessa.

Ecco, ci hanno sempre detto
“devi fare un figlio con chi ami”,
e noi, amando questa persona,
aspiriamo ad averci giustamente un figlio,
però visto, tornando a prima,
che “nulla è per sempre”,
quanto conviene fare un figlio
con una persona inaffidabile?

Poniamoci sempre la domanda:
“ma un domani,
andasse bene o andasse male,
io glielo lascerei in mano
un figlio per un’intera giornata
a questa persona?”.

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Figli adottivi

 

Un fiore non appartiene
a colui che ne pianta il seme,
ma a chi per lunghi anni
si è preoccupato di annaffiarlo.

I legami di sangue
contano solo per le
persone ignoranti,
non possiamo voler bene
a un figlio solo
perchè è stato generato da noi,
o magari conferirgli
una corsia preferenziale
rispetto a uno adottivo/acquisito.

L’imprinting culturale
trasmesso a un figlio
adottivo è lo stesso
che trasmetteremo
a uno biologico,
e poco importa se
“il seme” non proviene da noi,
l’acqua e il tempo investiti
si di lui sono i nostri.

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La funzione di un cane
è essenzialmente quella
di sostituire qualcuno.

Nel bambino ricopre
un ruolo di fratello,
mentre nell’anziano
assume sempre più
i caratteri di un figlio:
cane e anziano si fanno
compagnia a vicenda
e per l’anziano
è gratificante sentirsi utile,
sapere che c’è ancora qualcuno
che dipende da lui.

Per tali ragioni
difficilmente troverete
una persona tra i 25 e i 40 anni
che ha sentito la necessità
di comprare un animale.

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Tattoo

Agli inizi, un rapporto
sentimentale è sempre fantastico:
emergono solo i lati positivi
del partner, ci si bacia
con gli occhietti a cuoricino
e ci si manda quei messaggini
così tanto falsi e sdolcinati
ma che, sotto l’estasi amorosa,
crediamo essere veri e sentiti.

Per tali ragioni
appena vedo la felicità
di una neocoppia ci vado
con i piedi di piombo prima di affermare
“come stanno bene insieme”,
trascinati dall’entusiasmo
dei primi momenti,
dal “nuovo” che avanza,
sarebbe troppo facile
convincersi che quello sia l’amore
della vita o che, peggio ancora,
durerà per sempre:
niente è per sempre.

Eppure c’è ancora chi,
ignaro di tutto ciò,
una volta trovato un partner
con cui ha chimica e
un grande affiatamento
corre a inventarsi qualcosa
che li possa legare in eterno,
e visto che un figlio
sarebbe una scelta troppo problematica,
ben pensano di marchiarsi
entrambi come delle mucche.

Poi, finito il fuoco di paglia,
a restare è quel tatuaggio che,
oltre ad attestare un tuo fallimento,
dovrai giustificare a tutti
i tuoi futuri partner
maledicendo così il giorno
che decidesti di farlo.

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Riesco ogni volta a sorprendermi
quando vedo concorrenti versare lacrime
per la vittoria di un programma televisivo.

Una volta si piangeva di gioia
per il raggiungimento della laurea,
per la nascita di un figlio,
per una medaglia olimpica,
insomma, per un traguardo esistenziale.

La gioia più intensa
di questi tristi esserini, invece,
è quella di aver vinto il Grande Fratello
o di avere il culo più bello
ed essere diventata quindi velina:

più che per un traguardo,
piangono per un Degrado esistenziale.

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Il “rosario” o qualsiasi altra
preghiera martellante non è
che un subdolo strumento di controllo
utilizzato dalla Chiesa per
plagiare le menti dei fedeli.

Prendete un bambino,
ripetetegli in continuazione
che è un monello, state pur certi
che, alla lunga, il bimbo si
convincerà davvero di essere monello,
e si comporterà in quanto tale…

La chiesa attua la stessa tattica:
fa ripetere alle persone di essere peccatrici,
di aver offeso Cristo e per questo
“hanno meritato i suoi castighi”,
mentre il “Padre” va glorificato così
come il Figlio e lo Spirito Santo.

Questo “Mea culpa” nei deboli comporta
un giustificabilissimo e indotto
assoggettamento al Cristo,
fonte di bontà e giustezza,
e quindi alla Chiesa.

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Uno dei momenti più tristi

Uno dei momenti più tristi
della vita di uomo lo si
deve al proprio figlio.

Sarà quando vi porterà a casa
una donna che non guarderà voi.

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Si diventa etero
per tradizione e imitazione,
quasi mai per convinzione.

A tale ragione si spiega
l’ostruzionismo della chiesa
alla coppie omosessuali:

i genitori gay sarebbero
un “pessimo” modello imitativo
per il loro figlio adottivo,
che rischierebbe seriamente
di percorrere la stessa
“strada sbagliata” dei genitori.

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Quando si conosce l’anima gemella,
perdendo la testa a vicenda,
bisogna mettere in preventivo
che in un futuro neanche troppo prossimo
la si debba “realizzare” come donna
rendedola prima sposa e poi madre.

Il vestito bianco, l’altare,
sono un piccolo “momento di gloria”,
il loro punto massimo “d’arrivo”
visto che di successi sul lavoro,
storicamente, non sono
destinate ad averne molti.

La maternità è qualcosa di innato
per l’universo femminile, fin da piccole
sognano di essere genitori coccolando
e accudendo quel bambolotto.
La crescita di un figlio è ciò che serve alla donna,
in caso di scarse gratificazioni lavorative,
per dimostrare alla comunità di valere,
di essere utile a qualcosa.

Per il genitore maschio, invece,
la paternità, se vissuta bene, è l’apoteosi.
Alla felicità di avere un figlio si somma,
soprattutto, la felicità dell’aver reso
felice la donna che si ama.

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