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Caccia Al Gay

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Troppo semplice sparare
nel mucchio senza assumersi
la responsabilità
delle proprie parole.

Ogni tanto esce fuori
qualche personaggetto
dello showbiz, dalla dubbia moralità,
che sostiene, per certo,
che in un determinato
ambito “sacro” ci siano dei gay.

Premesso che i gay sono ovunque,
in quanto esseri umani,
pertanto che nella
chiesa/calcio/politica/ecc…
ci siano, non è una notizia,
ma soltanto una trovata
per ottenere un po’ di visibilità
su quegli organi
di informazione di terz’ordine.

Il discorso cambierebbe
se invece venissero fatti
nomi e cognomi di questi
famigerati gay.
Nomi che, ovviamente,
non arriveranno mai,
sia perché sarebbe diffamazione,
sia perché, quasi sicuramente,
non li si hanno.

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https://i0.wp.com/www.raeeporter.it/wp-content/uploads/2015/01/Uomini-e-donne.jpg

Santa Maria Degli Ascolti
si è lasciata scappare
l’intenzione di inaugurare,
con la nuova stagione di Uomini e Donne,
un “trono gay”.

Analizziamo le ragioni per cui,
a mio modesto avviso,
si rivelerà una scelta azzardata:

1) È vero che i tempi sono cambiati,
l’omosessualità è ormai sdoganata,
la stessa Maria De Filippi
a “C’è posta per te” ha trattato,
negli ultimi due anni,
delle storie storie d’amore
tra persone omosessuali.
Ma erano pillole,
oltretutto ovattate,
non mi sembra di ricordare
baci appassionati tra i protagonisti.
Un conto è condire un buon piatto
con un pizzico di sale,
un altro è fare del sale il proprio piatto.
Disturba e, forse, disgusta.
Inoltre, teniamo presente che il pubblico
di Uomini e Donne è cambiato
nel corso degli anni,
la media d’età si è alzata di molto,
tant’è che le puntate di maggior successo
sono quelle degli “over”,
personaggi in cui il pubblico
si identifica maggiormente.
Ecco, mia nonna dubito
che guarderebbe di buon grado
dei gay ventenni limonare tra loro
per ben 4 mesi.

2) Per quanto, come scrivevo prima,
l’omosessualità sia stata sdoganata,
permangono ancora moltissimi tabù.
La maggior parte delle persone
preferisce, per evitare ripercussioni,
nascondere il proprio orientamento sessuale.
Non so quanti accetterebbero di buon grado
di andare in tv a sbandierare
la propria omosessualità,
così come non oso immaginare
quanti etero, pur di finire in tv,
si professeranno gay.

3) L’obiettivo del programma
è quello di isolare i corteggiatori
dal mondo esterno per tot mesi,
dandogli così modi di concentrarsi
esclusivamente sul tronista.
Spiegatemi il motivo per cui 30 corteggiatori
dovrebbero scannarsi per uno
che vedono 1 ora sì e no alla settimana,
quando potrebbero accoppiarsi
tra di loro nei camerini.

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https://i0.wp.com/www.comingsoon.it/imgdb/PrimoPiano/impaginate/Freeheld_poster_italiano_.jpg

Un mesetto fa vidi “Freehelders”,
un film molto toccante e attuale,
ora come non mai.

Racconta la storia reale di Laurel Hester (Julianne Moore),
detective della polizia, e la compagna, Stacie Andree (Ellen Page),
meccanica di auto del New Jersey,
che intraprendono una dura battaglia per assicurare
a Stacie i benefit pensionistici di Laurel,
dopo che a questa è stata diagnosticato un cancro.

Voglio condividere con voi il discorso
con cui Laurel chiede ai giudici parità di diritti:

«Buon pomeriggio Freehelders, ho lavorato per la polizia di Ocean County per 23 anni, sono qui oggi con la mia compagna, Stacie Andree. Nella mia carriera mi hanno sparato, trascinata da un’auto, accoltellato, picchiato con pugni e calci ma me la sono sempre cavata bene, senza avere mai paura di farmi male o morire mentre eseguivo il mio dovere: è il lavoro, e io amo il mio lavoro. Giorni fa mi hanno diagnosticato un tumore al quarto stadio, la radioterapia ha ridotto le metastasi, ma le mie chance di sopravvivere sono meno del 10% e forse ho trovato un’avversaria che non posso sconfiggere. Vi prego di riconsiderare la vostra decisione e di approvare il passaggio dei miei benefici pensionistici a Stacie perché abbia la possibilità di restare a casa nostra quando sarò morta. Quando i miei colleghi eterosessuali muoiono, la pensione va alle loro mogli, ma poiché la mia compagna è donna, io non ne ho il diritto. Nei miei 23 anni di lavoro in Polizia non ho mai chiesto trattamenti di favore, sto soltanto chiedendo parità di diritti».

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https://i0.wp.com/2.andreatornielli.it/wp-content/uploads/2016/01/utero-in-affitto.jpg

Sono favorevole a qualsiasi cosa:
ai matrimoni gay,
ai figli affidati alle coppie omosessuali,
alla stepchild adoption,
a tutto quello che volete voi,
ma agli uteri in affitto proprio no,
non riesco a concepirli.

Mi sembra un controsenso,
oltre che una barbarie:
si sono fatti anni di battaglie
per restituire dignità alle donne
e poi si consente che esse vengano
considerate come mero strumento procreatore.

A parte la questione ideologica,
è proprio immorale
consentire a una donna
di fare da incubatrice.

Parliamoci chiaro,
un figlio in provetta per l’uomo
è questione di un attimo,
anzi di 5 minuti nel bagno,
per la donna sono 9 mesi
di sofferenze,
al termine dei quali
le si strappa il bambino
e lo si dà ad altri
in cambio di un assegno.

È disumano.

Da non sottovalutare
anche tutte le ricadute
che ci sarebbero
da un’apertura del genere:
ovvero la nascita di un mercato
di gente disperata
disposta anche a sfornare figli in serie
pur alzare qualche spicciolo.

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https://i0.wp.com/www.urbanzine.it/wp-content/uploads/2015/05/famiglie-arcobaleno_Fotor.jpg

Pur di negare agli omosessuali un diritto,
quale quello della genitorialità,
che andrebbe garantito a chiunque,
se ne sentono di tutti i colori.

“Se un bambino viene affidato
a una coppia gay corre il rischio
di diventare gay”.

Embè? Anche se lo diventasse
dov’è il problema?
Ma poi, scusate,
i gay, pur essendo nati e cresciuti
da una coppia etero,
mica sono diventati etero?

“I figli hanno bisogno
di un padre e di una madre”.

Anche questo non è affatto vero,
innanzitutto perché “uomo” e “donna”
sono ruoli che apprendiamo
stando nella società,
non è scontato che una femmina
diventi “donna”, con tutto il relativo
bagaglio di valori che ne consegue:
sensibilità, senso materno, ecc…

Inoltre, esistono milioni
di famiglie monogenitoriali,
composte da vedove, ragazze madri
o più semplicemente da donne separate,
e nessuno va da loro a dirgli
“non puoi crescere tuo figlio
perché non ha la figura paterna”.

Per lo Stato Italiano
una donna, sola, è in grado
di crescere un figlio,
due persone, innamorate,
ma dello stesso sesso, no.

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Le donne passano la vita a sognare
di incontrare un Mr. Gray,
ma poi sono costrette a fare i conti
con la triste realtà di oggigiorno,
e a ritrovarsi davanti tanti Mr. gay.

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https://i0.wp.com/www.informagiovaniagropoli.it/wordpress/wp-content/uploads/2014/06/header_baristi.jpg

Essere Gay sarà frustrante.

Tu uomo entri in un bar,
vedi la barista fighissima,
ci provi spudoratamente
perché “non si sa mai”.

Può darsi che le piaci, e lei ci sta.
Può darsi che non le piaci,
ma parlandole la incuriosisci, e lei ci sta.
Può darsi che non sei attraente
alla pari di una figa del genere,
però lei magari ha il gusto dell’orrido
o gli ricordi il primo fidanzatino, e lei ci sta.

Insomma, te la giochi,
l’illusione di riuscirci a conquistarla la hai.

Se però sei gay,
entri in un bar e vedi il barista dal fisico scultoreo,
a voja che sei bello, a voja de parlarce,
no trip for cats, e se non stai attento
ce rimedi pure un pugno in faccia.

Viene meno persino la speranza,
sei sconfitto in partenza,
sei come quel cavallo a cui hanno attaccato
col bastone la carota davanti agli occhi:
può correre quanto vuole, non la raggiungerà mai.

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https://i0.wp.com/www.dagospia.com/img/patch/07-2013/preti-omosessuali-255542.jpg

Gli uomini attratti dalle donne
sono eterosessuali,
quelli attratti dagli uomini sono omosessuali.

Fino a quì, ci siamo tutti.

I preti che (teoricamente)
non dovrebbero essere attratti
né dagli uomini, né dalle donne,
cosa sono?

Bugiardi.

Mia madre di cazzate ne spara tante,
ma ogni tanto con la sua saggezza popolare
mi porta a degli spunti di riflessione,
uno voglio condividerlo con voi.

Mi chiedevo come fosse possibile,
che un’alta percentuale di gay
finisse per farsi prete,
mia madre con estrema naturalezza
trovò il bandolo della matassa:
“per sfuggire al loro istinto”.

Effettivamente una sua logica la ha,
quando dobbiamo farci una siringa
e siamo facilmente suggestionabili
l’infermiera ci invita a girare la faccia,
oppure quando ci arriva una stangata
da Equitalia usciamo a sbronzarci
con gli amici per non pensarci.

Tutte tattiche che l’uomo utilizza
per sfuggire alla realtà
che inevitabilmente prima o poi torna:
il dolore della siringa lo avverti,
la multa devi pagarla,
il chierichetto ti fa gola.

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https://i0.wp.com/vadamagazine.com/wordpress/wp-content/uploads/2014/04/gay-bar-headline.jpg

Non si capisce più niente,
essere donna è davvero complicato
al giorno d’oggi, sono crollate
tutte le certezze.

Prima vedevi uno in discoteca,
moro,
pompato a bestia, magliettina aderente,
ti piaceva, ti avvicinavi per l’abbordaggio
e la prima cosa che gli chiedevi era:
“Ciao, come ti chiami?”.

Non facevi in tempo neanche a finire la frase
che ti aveva già incatastata al muro.

Adesso lo vedi da lontano,
ti avvicini timorosamente,
con le dita incrociate,
e la prima domanda che ti tocca porgli
col cuore in gola è:
“Ciao, sei etero?”.

E lui:
“PAAAZZZZAAA, tra due minuti
torna il mio boy,
aria che mi fai litigare,
comunque divino quello smalto, mmm…”

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Sono contrario ai matrimoni tra omosessuali.

Così come sono contrario a quelli tra eterosessuali.

Sono contrario proprio al matrimonio,
lo bandirei.

A parte questo, è curioso
constatare l’ennesima
contraddizione del nostro paese.

Se una cosa legale in una nazione,
in questo caso il matrimonio gay,
non debba necessariamente
essere considerata legale in un’altra,
opinione condivisibile o meno,
mi dovrebbero poi spiegare il perché
i figli nati mediante fecondazione eterologa
fatta in un altro paese, prima che quest’ultima
diventasse legale anche in Italia,
venivano poi riconosciuti come legittimi.

È la stessa indentica situazione.
Fare qualcosa di illegale per Italia
in un altro paese dove illegale non è,
e poi tornare in Italia e farsela riconoscere.

Lo Stato condanna e punisce
chi adotta un atteggiamento ostile
verso gli omosessuali
(la strainflazionata “omofobia”)
e poi è egli stesso
il primo ad adottarlo.

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https://i0.wp.com/cdn.blogosfere.it/arteesalute/images/Femmine%20di%20bonobo.jpg

L’omosessualità non è un male,
ma per far assimilare questo alla comunità
bisogna stare attenti a non
mettere la “natura” in mezzo.

Ci dicono “l’omosessualità è normale,
in natura ci sono tanti animali che lo sono”.

Premesso che l’uomo non è un animale,
non possiamo quindi ritenere giusti
e “normali” determinati comportamenti
solo perché sono compiuti dalle bestie.

Anche l’incesto esiste tra gli animali,
ma nessuno si sogna di proporci
questo esempio per indurci a contemplarlo.

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L’Outing per i Vip

https://i0.wp.com/www.finzionimagazine.it/wp-content/uploads/2011/12/outing_letterari-570x300.jpg

Non è facile fare outing
nel mondo dello spettacolo.

Prendiamo i cantanti,
è facile per tutti ipotizzare
che un Valerio Scanu
potrebbe perdere il seguito
di ragazzine ormonose
nel caso decidesse di giocare
a carte scoperte,
io però cerco di andare oltre,
un cantante sceglie di nascondersi
perché dopo avrebbe difficoltà
nell’eseguire le canzoni.

Non è per niente facile
scrivere una canzone,
in particolar modo d’amore,
che non contenga riferimenti
né al maschile né al femminile
(es: lui/lei, baciato/a, bello/a).

Una canzone di un cantante gay dichiarato
deve per forza essere “ibrida”,
perché se in essa
si parlasse di una donna allora lui
sarebbe un falso, se invece si parlasse
di un uomo sarebbe scandaloso.

Tiziano Ferro nel suo ultimo album,
il primo post outing, ha solo canzoni “ibride”,
e per lui è stato più semplice
uscire allo scoperto perché
tanto quelle che gli escono “con dedica”
continua a farle, ma le da ad altri.

Per gli attori vale lo stesso discorso,
si creano preclusioni in ambito professionale.
Vedere Jodi Foster baciare un uomo
sarebbe poco credibile, così come
vedere Rupert Everett fare l’amorevole
maritino in qualche film sentimentale.

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Quanta ipocrisia attorno al caso Barilla.

E’ scoppiata una bufera incredibile
solo perché Guido Barilla
ha ingenuamente detto ciò
che tutti pensano (e attuano).

Sono le solite polemiche pretestuose
sollevate dagli omosessuali
per uscire dal loro stato
di oppressione e ribadire
al mondo circostante che esistono.

Appena qualcuno che non
sia un loro simile tocca
l’argomento omosessualità,
subito drizzano le antenne
e pesano ogni singola parola
per cercare di innescare la polemica
sentendosi perseguitati dall’omofobia.

Un imprenditore sarà libero
di scegliere cosa è giusto
o meno per la sua azienda?

Ha detto che non vuole
finocchi nei suoi spot
e tutti a dargli addosso.

Ora ditemi quante pubblicità
gay friendly passano
o sono passate sulle emittenti tv.

Zero.

E sti cavoli se i gay si sono risentiti
e non vogliono più comprare pasta Barilla,
allora seguendo questo ragionamento
non dovrebbero nemmeno più comprare
Nutella, Coca Cola, prodotti Findus, ecc…
perché non mi sembra che queste
marche nei loro spot strizzino l’occhio,
o lo abbiano mai strizzato, all’universo lgbt.

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https://i0.wp.com/www.cuijasp.com/perlas/gal_art/en%20brake/images/Sisley%20Kissing.jpg

Partendo dalla mia personale
convinzione che ci stiamo
avvicinando a un futuro bisex,
dove non ci saranno copioni da dover recitare,
perché non occorrerà più essere catalogati
in una maniera o nell’altra,
si sarà etero od omosessuale
a seconda delle situazioni
o dei periodi della vita;

mi incuriosisce osservare
come l’omosessualità
maschile sia stigmatizzata
all’ennesima potenza,
mentre quella femminile no,
anzi, crea addirittura eccitazione.

L’uomo si eccita a guardare
due lesbiche fare sesso,
i siti di streaming
ne sono zeppi di questi video,
mentre una donna etero non si sognerebbe
mai di cercare un video di due gay,
anche perché sugli stessi siti
di cui sopra, sono severamente vietati!

Postare video di lesbiche è concesso,
non nuoce a nessuno,
mentre postare video di gay è vietato.

L’omosessualità femminile
è considerata una fantasia maschile,
mentre quella maschile
una vergogna da nascondere
e per certi versi debellare.

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https://i0.wp.com/www.corriereuniv.it/cms/wp-content/uploads/2012/06/884.jpg

Mai come in questi mesi
sto sentendo così spesso
il termine “omofobico”,
tanto che ho deciso
di documentarmi su cosa
letteralmente volesse dire,
perché, per quanto io non abbia
studiato greco, ero certo
che non fosse un chiaro riferimento
agli omosessuali, bensì
all’uomo in generale.

Mi sbagliavo, “omo” non sta per
uomo, ma per “stesso, medesimo”,
mentre fobos è ovviamente “fobia, paura”.
Omofobia significa quindi
“paura di sé stessi”.

Uno pesta un omosessuale
perché ha paura di sé stesso…

Che cazzata.

Al massimo schifa l’altro,
paura di sé stessi proprio no.

Tra l’altro ora devi stare bene attento
a menarne uno, sono come i panda:
specie protetta.

Quella dell’omosessualità
è una carta da giocarsi
come linea difensiva.
Se ti sta sul cazzo
una carogna immonda,
non te puoi azzardà a fargli un paliatone
altrimenti passi per omofobico.

L’omosessualità si è trasformata
in un’aggravante a livello giuridico.

Se ve capita di trovarvi
a rischio colluttazione,
alzate subito le mani
e urlate “sono frocio!”,
e vedrete i vostri aggressori
darsi immediatamente alla fuga.

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Una cosa non mi è chiara di Don Barin:
ma cappellano è il suo titolo
o un soprannome derivante
dalla crasi di ciò che più gli piace?

Il problema ora è capire
dove metterlo, perchè ad oggi,
come stanno le cose,
al Don non gli pare vero:
in cella con altri detenuti,
h24…

Certo che se capita
con i senegalesi
allora è arrivata
una raccomandazione dall’alto.

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Non ho un’elevata considerazione
degli omosessuali,
da un punto di vista
prettamente sentimentale.

Devo ancora conoscere
due gay che finiscono
a letto dopo che
sia nato un sentimento.

Prima scopano,
poi, forse, se gli è piaciuto,
nasce l’amore.
E comunque non confidate in
alcuna prospettiva di fedeltà.

A loro interessa
principalmente accoppiarsi,
e lo dimostrano app,
che mi raccontano
disgustose, come Grindr,
dove degli omosessuali
si mettono in vetrina
con pettorale e l’arnese
in bella evidenza,
per accalappiarne degli altri.

Direte voi “anche gli etero lo fanno”,
ed effettivamente siti
come Badoo e compagnia bella
sono negli intenti molto simili.

Però la sostanziale differenza
che passa tra un omosessuale e un etero
è che un etero quando incontra
un altro etero, non punta a scoparselo
in quanto tale…
non si sente legittimato a provarci.

Nei gay questo non avviene.
Anzi, diversi porci
colmi di libidine, ci provano
senza vergogna, nè delicatezza
anche con gli etero.

Avete mai visto un etero
provarci con un gay?

No.

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Sono da sempre contrario
a coloro che utilizzano
una condizione di marginalità
per spiegare presunti
atti di intolleranza.

Prendete gli omosessuali,
periodicamente esce
la notizia che qualcuno
è stato picchiato
e subito si grida all’omofobia.

Se picchi uno che
ci prova con la tua ragazza,
dandoti quindi fastidio
con i suoi comportamenti,
sei semplicemente un violento.

Se picchi un omosessuale
che ci prova con te,
o comunque ti reca fastidio
in altro modo
con i suoi comportamenti,
sei omofobico.

Bah.

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In Italia vogliamo
fare le persone aperte
sul tema dell’omosessualità,
quando poi pressiamo
i Vip a fare outing per una questione
di “trasparenza verso i fans”,
oppure, altra frase che odio,
“deve essere d’esempio”.

Ma gli etero si dichiarano?
Cosa interessa al fan
sapere con chi va
o non va a letto il loro idolo?

Nessuno obbliga le persone
a dichiarare per chi hanno votato
alle elezioni, che è un qualcosa
di altrettanto personale,
però la sessualità
sembra non beneficiare
di tale discrezione,
sarà che da buoni italiani
amiamo all’inverosimile il gossip,
spiare dal buco della serratura
è un nostro istinto naturale.

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Se non dicessi la mia
per rifugiarmi in un più
comodo e omertoso silenzio
non sarei io.

In questi giorni si è
celebrato e santificato
Lucio Dalla, tanto, troppo,
decisamente più del dovuto.

“Grande cantante, poeta contemporaneo,
immensa perdita, ecc… ecc…”.

Scusate, forse sono io
fuori dal mondo o forse
sono troppo giovane e
quindi aperto a smentite,
ma uno che ha fatto 3 canzoni
di grande successo
(Caruso, 4 Marzo 1943, L’anno che verrà)
e altre 5 di fama minore
(attenti al lupo, piazza grande, canzone,
com’è profondo il mare, tu non mi basti mai,
balla balla ballerino)
può mai essere così incensato?

Oltretutto quando l’ultimo
suo pezzo conosciuto risale
a 30 anni fa! Non scherzo!
Sebbene il buon vecchio Lucio
abbia continuato a cantare
e a sfornare album fino alla fine,
sono 30 anni che costui
non si vede e non si sente.
Su, forza, sfido chiunque
a ricordare una hit di Dalla
già solo degli ultimi 10 anni,
non esiste!

Se per un Dalla qualsiasi
siamo riusciti a fare
tutto questo chiasso,
quando un domani morirà
un Celentano, una Mina o un Renato Zero
cosa dovremmo fare allora?
Indire il lutto nazionale?

Argomento omosessualità:
Anche qui mi sembra
di vivere in un’altra dimensione,
tutti cadono (volutamente?) dal pero.
Lo si sa da una vita
che era gay, smettetela
di prenderci per i fondelli,
quello che invece non sapeva
il grande pubblico è
che il Signor Dalla (anni 69)
stesse con un tale Marco Alemanno (anni 31)
da oltre 8 anni.
Facendoci due conti,
all’epoca il 60enne Dalla,
per saziare la sua lussuria,
adescò un ragazzo di 24 anni,
e per circuirlo, oltre
a far leva sulla fama,
di sicuro gli mollava
anche il centone.

Non so a voi, ma a me
immaginare tutto ciò
fa letteralmente schifo.

Dunque, per uno basso, peloso,
col parrucchino,
di cui non ho nemmeno
una canzone sul pc
e che andava a letto coi ragazzini
non mi va di versare
nemmeno una lacrima, anzi.

Lo so, risulterò impopolare,
macchissenè.

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1) La farfalla di Belen.
Per quanto sembri un rimando
al suo sextape, non è così.

2) L’inglese di Morandi.

3) La Chiesa e l’ossequiosa Rai
incazzati come iene
per le sovversive teleprediche di Celentano.

4) La giuria demoscopica
che non riesce a votare
nonostante un intero anno
di preparativi della kermesse.

5) La classica frase “Non ho nulla contro i gay”,
a cui mancava solo l’aggiunta
“ho tanti amici gay”
per cadere definitivamente
nei luoghi comuni.

6) Il terzo vincitore
nelle ultime 4 edizioni del Festival
proveniente da “Amici”.

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In due notti insonni
mi sono imbattuto in maniera
del tutto fortuita
in alcuni programmi tv
che mi hanno lasciato
a dir poco perplesso:
“la mala educaxxxion”
e “sex therapy”.

Il primo va in onda
il martedì in seconda serata su la7d,
e consiste in un dibattito
su tematiche a forte sfondo sessuale
tra 40 maiale esagerate,
di qualsiasi età,
e i 5 “rattusi” (erotomani)
presenti in studio.

Il programma, manco a dirlo,
tocca vette altissime.

Ogni donna in preda
a una palese e acuta sindrome
di tafazi si cimenta,
con apparente nonchalance,
nell’arte dell’auto-sputtanamento,
confessando nei minimi particolari
quanto sia troia a letto.

Cose che se in condizioni di normalità
finissero all’orecchio del proprio
datore di lavoro o dei propri genitori,
già solo questo costringerebbe
la donna in questione
a circolare con la testa sotto terra,
ma che se dette invece in televisione,
davanti a migliaia di persone,
sembrano perdere la loro valenza morale
per diventare altro, qualcosa
di trascendentale da chi lo dice, puro show.

La conduttrice, Elena Di Cioccio,
non si esime certo da questo
gioco al massacro, con domande
esistenziali poste alla collettività
del tipo “preferite essere leccate o penetrate?”
e chiamando a dare il suo parere
da esperta all’immancabile
(quando si tratta di maialate) Melissa P.

La Sagra delle ovvietà.

Ma poi dico, come si può
continuare a mandare in tv
una che si è fatta i soldi
scrivendo un libro su delle
(presunte) porcate compiute
in età adolescenziale, come?
Tra l’altro non ci crede nessuno
che quel mezzo cesso di donna
sia stata così “desiderata”,
era semplicemente una sfigata
che nessuno si inculava e che,
proprio per questo, decise di riversare
in un libro tutte le sue più
recondite fantasie.

Su “sex therapy” spenderò
poche parole, anche perchè
di più non ne merita…
Si definisce un docu-reality
dedicato al sesso e
va in onda su “Cielo”,
dal lunedì al venerdì
solo dalle ore 00:30
(e così, grazie a Dio, questo imbarazzante
spettacolo se lo risparmiano in molti).

I protagonisti sono assurdi,
sia le coppie che i “terapisti”
(p.s. uno ovviamente gay),
le storie sono assurde,
le terapie sono assurde.

Il programma è una sorta
di “ma come ti vesti?”,
il format è praticamente identico
ma riadattato in chiave sessuale,
è inoltre tutto scritto,
di reale c’è ben poco,
i protagonisti recitano
in maniera evidente e maldestra
il copione a loro assegnato.

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Ci sono domande talmente
indelicate e offensive
che andrebbero evitate
ma che invece vengono
sistematicamente
riproposte all’universo LGBT.

La più gettonata tra
i genitori con figli
omosessuali è:

“ma sei sicuro/a della
tua condizione? Non c’è
possibilità che un domani
tu possa cambiarla?”

Allorchè il figlio/a
giustamente risponde:

“mamma, sei sicura
di essere etero? Non
c’è possibilità che un
domani tu possa diventare gay?”

Un’altra di queste domande
intelligenti è solito
rivolgerla a una transessuale
che si presenta a un
colloquio di lavoro,
vestita in maniera
coerente al suo genere.

“Ma lei… al lavoro dico…
viene vestita da uomo o da donna?”

Ma perchè tu come vieni vestito?
Da uomo no? Ti senti uomo e ti vesti da uomo.
Mica a qualcuno passerebbe mai
per la testa di domandarti
se a lavoro vai vestito da donna???

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Povera Ely,
lo dicevo io che era
sessualmente repressa.

Dopo due anni passati
a recitare la parte
della fidanzata di Clooney
senza mai beccare niente di niente,
come da contratto,
eccola finalmente esplodere
al termine del vincolo.

Mica si è andata a scegliere,
chessò, un Enrico Papi
o un qualche altro
ometto della tv,
ampiamente sopra la 30ina
e con la trippa pendente?

No!

Ha adescato un modello
di Kalvin Klein,
alto 2 metri, largo altrettanti,
di 4 anni più giovane
e NERO, sottolineo NERO.

… Beh… diciamo che adesso
tocca recuperare alla grande
il terreno perduto, ecco…
Ely dopo tanti sacrifici
sel’è proprio meritato
un bel TOGO della Pavesi
da sgranocchiare tutto per sè.

Infine, mettiamo a tacere una volta
per sempre le malelingue:
nonostante non gli abbia
rinnovato il contratto,
Ely si è lasciata bene con George,
c’ha litigato solo in un secondo momento,
quando lei non gli ha voluto
lasciare il numero di Mehcad Brooks.

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Si parla tanto di civiltà,
di lotta all’omofobia,
dell’evoluzione dei tempi,
della libertà d’espressione,
ecc…ecc…

Poi in tv continuiamo
a vedere comici fare
battutine (per quanto simpatiche)
sullo stereotipo dell’omosessuale.

Se il messaggio che recepiamo
da uno strumento educativo
(gli italiani hanno abbandonato
il dialetto e imparato
a parlarsi in italiano
grazie alla tv, ricordiamolo)
è quello di un omosessuale
come essere inferiore e,
in quanto tale,
oggetto di derisione,
come si pretende poi di voler
cambiare le coscienze?

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L’eterosessualità di George Clooney
è come la morte di Bin Laden,
qualcosa a cui si dovrebbe credere
sulla base di una malriuscita
messa in scena.

George è proprio gay convinto,
non riesce nemmeno a fingersi etero,
a mio avviso le donne
gli fanno proprio senso,
altrimenti non si spiegherebbe
il fatto che non esiste UNA paparazzata,
o UN filmato che certifichi
un bacio appassionato, convinto,
reale, a una sua fidanzata.

Quello che si trova
in giro per la rete
sono solo casti baci a stampo,
spesso dati ad arte
in pasto ai fotografi/cameraman.

Dico io, inoltre,
è mai possibile che quest’uomo,
cambi e scambi donne
come fossero cravatte?

Dopo la farsa con la Canalis,
tempo nemmeno un mese,
il suo ufficio di pubbliche relazioni
ha cominciato a far uscire
la notizia che ne stesse
frequentando già un’altra.

Ma come George…
neanche una lacrimuccia
per la nostra beneamata Ely,
un minimo di sofferenza,
chessò, il classico mese
chiuso in casa senza voler
vedere e sentire nessuno?
Niente. Che mascalzone!

La Ely almeno ha fatto
un po’ vedere di esserne
addolorata, entrando
nella rehab americana
di “ballando con le stelle”,
pur di reagire alla sua
immonda sofferenza.

Mi sa tanto che le cose
stiano proprio così,
la donna per George
è un accessorio
da comprare/affittare
per poi sfoggiarlo nelle
occasioni di Gala:

tipo escort, in pratica.

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https://achuisle.wordpress.com/wp-content/uploads/2011/08/1265918310_top-10-lesbian-sex-secrets-for-raising-the-bar-on-your-sex-life_8.jpg?w=300

Quando parliamo
di omosessualità,
mentalmente, facciamo
subito riferimento
a quella uomo-uomo.

In effetti,
dati alla mano,
quella femminile
è poco sviluppata,
ed il motivo è abbastanza semplice.

Diventi omosessuale
per il piacere di
avere rapporti sessuali
con una persona
dello stesso sesso,
nello specifico,
un uomo va con un altro uomo
perchè prova piacere
nell’essere penetrato
o nell’eseguire una fellatio:
c’è il godimento
sia della parte attiva
che di quella passiva.

Nel caso di un
rapporto saffico,
le possibilità
delle due parti
di raggiungere l’orgasmo
si riducono drasticamente:
la parte attiva
non ha un godimento
fisico diretto nel
penetrare la partner,
deve avvalersi di
qualche giocattolo
per poterlo fare,
a sua volta la parte passiva
non prova poi tutto
questo piacere a farsi
penetrare da un oggetto che,
per quanto fatto bene,
resta pur sempre
freddo e di gomma.

Premesso che l’orgasmo
si raggiunge difficilmente
solo con palpatine
e preliminari orali vari,
ci sono poche lesbiche perchè,
sessualmente parlando,
non conviene diventarlo.

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Due cose che proprio
non mi piacciono
degli omosessuali
sono i tempi
e i modi che hanno.

D’accordo, esiste la
libertà di espressione,
però non vedo il motivo
per cui uno debba
comportarsi e cercare
di imitare con la voce,
alla meno peggio,
l’universo femminile.

Una donna  non si comporta
nè parla in quel modo,
molti omosessuali fanno
una intepretazione
del tutto caricaturale
e macchiettistica
dell’essere donna.

Poi è raccapricciante
anche il fatto che
appena si vedono
e si piacciono
finiscono a letto,
non c’è intermezzo,
si annullano i tempi
di corteggiamento e conoscenza:
è tutto pura attrazione fisica.

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  1. “Meglio gli animali degli uomini”.
  2. “I Gay sono sensibili”.
  3. “Non è bella ma è simpatica”.
  4. “Se ti piace lei non ti posso piacere io”.
  5. “Non è grassa, ha le ossa doppie”.
  6. “Fa la forte per nascondere la sua fragilità”.
  7. “Non toccarti i capelli bianchi, altrimenti ne ricrescono di più”.
  8. “Si stava meglio prima”.
  9. “Hai i brufoli perchè non fai sesso”.
  10. “Per quanto stronza, la mamma è sempre la mamma”.

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Avrei tanto voglia di
confrontarmi con qualcuno
che durante l’infanzia
ha subito violenze sessuali,
l’ideale sarebbe un maschio
omosessuale, la cui omosessualità
si presuma derivi dalla violenza,
perchè vorrei ben capire
come sia possibile che un etero,
pur se con una sessualità ancora
non ben assestata, una volta
avuto un rapporto forzato
con una persona dello stesso sesso,
cambi sponda e diventi gay.

La logica vorrebbe che
quella violenza sessuale
provochi un trauma da cui
in futuro si cercherà
di star lontano
(così come accade a un bimbo
che si scotta per la prima volta,
dopo la manina sul fuoco
non la metterà più….)
invece in questi casi
il trauma sembra abbia
l’effetto contrario,
oserei provocatoriamente
dire quasi “formativo”,
ovvero far conoscere
al bambino/ragazzo
i piaceri di un rapporto omosessuale,
e se alla “vittima” quel modo
di accoppiarsi inconsciamente piace,
lo adotterà per il resto della vita.

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