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Posts Tagged ‘italia’

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Ho imparato che in Italia
si può scherzare su tutto,
meno che su tre cose:

calcio,
politica,
religione.

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Esistono artisti
che sono molto più
di ciò che appaiono;
hanno un seguito di pubblico
dettato non esclusivamente
dalla propria arte,
ma da tutta una serie di valori
che la gente vede incarnati in loro.

Alcuni esempi.

Emma Marrone è sì una brava cantante,
ma è anche colei che ha sconfitto il cancro.

Vladimir Luxurya è sì una brava conduttrice,
ma è anche la portavoce per eccellenza dell’universo LGBT.

Tra questa ristretta schiera di artisti
che possono vantare di essere
rappresentanti di qualcuno o qualcosa,
c’è un ragazzo di 22 anni,
che ha fatto del Sud Italia il proprio stendardo:
Rocco Hunt.

Non sei più un semplice cantante
quando la tua carriera è cominciata
da 7 anni, di cui solo gli ultimi 2
sotto le luci dei riflettori,
ma su Facebook puoi vantare
1 milione di fan
(quasi quanti Elisa, per intenderci).

Quando ciò accade,
la gente ti segue perché
in te vede qualcosa che
va necessariamente oltre
l’aspetto artistico.

Rocco Hunt è riuscito
in così poco tempo
a essere un’icona del Sud Italia,
di quel Sud che ce l’ha fatta,
quel Sud che rivendica fiero
il proprio dialetto e la propria cultura,
quel Sud che non gira la testa
di fronte allo schifo che lo vede ma lo denuncia.

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American Sniper

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American Sniper,
ovvero come sentirsi piccoli
in confronto agli americani.

Loro, sugli eroi di guerra,
fanno un film campione d’incassi
e gli rendono omaggio
con i funerali negli stadi,
davanti a 7mila persone.

Noi, invece, i nostri soldati
li lasciamo marcire 3 anni in India
e i funerali nei grandi
spazi pubblici li riserviamo ai cantanti.

Nell’immaginario collettivo
il cecchino è una figura
poco onorevole, perché
colpisce a tradimento,
senza che il nemico possa difendersi
e, a differenza dei soldati semplici,
il suo compito è stare per ore fermo,
in un posto riparato,
dove corre pochi rischi.

Se le persone avessero preso coscienza
che un cecchino non è semplicemente
colui che ti fredda alle spalle,
ma è anche l’angelo custode dei suoi compagni,
forse il film avrebbe portato
a casa qualche Oscar in più
e sollevato meno polemiche.

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Startup

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L’Italia deve ripartire.

Per ripartire occorre
che le imprese esistenti non chiudano
e che, accanto a queste,
ne nascano di nuove con idee innovative.

Lo Stato lo ha finalmente capito,
e di opportunità per avviare start-up
a tinte giovanile ne
ha create tantissime.

I giovani devono creare imprese.

Bello. Lodevole.

Però poi mi dovrebbero spiegare
come questi giovani dovrebbero farlo
se in un’impresa ancora non sono
riusciti a metterci piede
nemmeno da dipendenti.

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H&M

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La differenza tra italiani e americani
è nella mentalità:

Noi gli abiti kitsch li gettiamo
arruffati su delle bancarelle
e li vendiamo al mercato.

Loro li dispongono su manichini,
li vendono nei negozi
e creano la multinazionale H&M.

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L’Italia non è certo
un paese fortunato
riguardo alle prospettive
di emigrazione.

La causa è sì la scarsa
conoscenza dell’inglese,
ma la colpa maggiore
la rintraccio
nella nostra storia:
siamo stati delle pippe
di colonizzatori.

La Spagna colonizzava l’America latina,
la Francia colonizzava l’Asia e l’Africa ricca,
l’Inghilterra si prendeva India, Oceania e Hong Kong
la Germania invadeva la Polonia e puntava all’intera Europa
mentre noi…
beh, noi… conquistavamo Libia, Etiopia e Albania.

Ditemi se non è da cretini,
l’unico caso al mondo
dove erano i colonizzati
a sfruttare i colonizzatori.

Non avevano neanche gli occhi per piangere
e noi gli costruivamo trasporti e acquedotti:
dei filantropi.

Ora ne paghiamo lo scotto,
gli spagnoli possono emigrare
in Messico, Argentina, Santo Domingo, Porto Rico, ecc…
se non per lavoro,
per mettere semplicemente le palle nell’acqua;

i tedeschi possono emigrare nella ricca Austria;

i francesi in Marocco, Algeria, Tunisia e paradisi come Haiti e Madagascar;

gli inglese vanno dove cazzo gli pare grazie alla lingua che si ritrovano,

e a noi, visto che recentemente ci ha schifato anche la Svizzera,
chiudendo di fatto le frontiere ai lavoratori stranieri,
restano Romania e Albania.

Che culo.

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Mi affascina da sempre la figura
del commissario tecnico
della nazionale di calcio italiana;
non mi riferisco esclusivamente all’attuale,
ma a tutti, quelli che ci sono stati
e quelli che ci saranno.

I media nazionali riescono
a far diventare un uomo
che fino a pochi mesi prima
contava poco o nulla,
una sorta di Dalai Lama
a cui viene chiesto il parere su qualsiasi cosa,
dalla politica all’economia.

Ciò che però
ha più dell’incredibile,
è che a quello che risponde
viene dato anche ampio risalto e peso.

Terminato il suo incarico,
ritorna nel dimenticatoio
come se nulla fosse successo.

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Grillo, con il suo
Movimento 5 Stelle,
racchiude in sé tutta l’insofferenza
del popolo italiano
verso una classe politica
corrotta e disonesta.

Gli ingredienti di un successo
annunciato sono presto detti:

1) Beppe Grillo va nelle piazze,
in qualsiasi piazza,
anche quelle di piccoli paesini
finora estromessi
dalla scena politica,
puntando così
a tante nicchie di mercato
che sommate danno vita
a una grossa fetta d’elettorato.

2) Ha cominciato la sua
campagna elettorale sin dall’anno scorso,
in largo anticipo e, quindi,
acquisendo ampio vantaggio, rispetto
ai suoi competitor che ancora oggi
navigano in alto mare
interrogandosi su quale
programma e figure politiche
presentare alle prossime elezioni.

3) Grillo è incazzato quanto gli italiani.
Parla alla loro pancia
senza mezzi termini,
non usando il politichese,
e in un periodo di forte
insoddisfazione e fermento
a guidare una scontatissima
rivolta non può esserci Gandhi,
ma un uomo del popolo,
un uomo che impugni la sciabola e non il fioretto,
l’Italia ha bisogno
di un nuovo Masaniello.

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La Grecia è fallita,
l’Italia quasi,
la Francia dice che è al verde,
la Spagna e la Germania idem,
persino gli Usa piangono miseria.

Ma ‘sti soldi dove stanno?
Non sono acqua, che evaporano,
da qualche parte dovranno pur concentrarsi,
qualcuno attualmente deve
guadagnarci a scapito degli altri.
Chi sono costoro? Cina, Brasile e India?

Immaginate l’insieme
dei capitali mondiali
come una torta frazionata
in percentuali che sommate
danno il 100% (la torta intera).

Prima della crisi,
supponiamo che l’Italia avesse il 7%
dei capitali mondiali,
la Germania l’8%,
gli Usa il 15%,
il Burundi lo 0,00005 %
e così via per tutte le altre
nazioni fino a formare il 100%.

Adesso che,
sempre per esempio,
L’Italia non ha più il 7 ma il 4%
gli Usa non hanno più il 15 ma il 13%
ecc.. ecc….
tutti questi punti percentuali,
questi pezzi di torta che loro
hanno perso, a chi sono andati???

I soldi circolano,
e sono all’incirca sempre quelli,
non si smaterializzano,
mi piacerebbe che qualcuno spiegasse
chi da tutta questa situazione
ci sta  guadagnando a scapito nostro.

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L’Italia è una
Repubblica Parlamentare
quantomeno anomala,
dove il popolo più che del sovrano,
fa la parte del suddito.

Abbiamo infatti:

Un Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento,
un Parlamento eletto dai partiti (il “Porcellum”)
e adesso anche un Presidente del Consiglio
eletto non certo da noi…

Il governo Monti però mi piace.
A piacermi è soprattutto
la sua freschezza…
il più giovane lì ha 60 anni
ed è estremamanete confortante
sapere che ad avviare
politiche pro giovani
sono state chiamate persone,
oltretutto dell’alta borghesia,
che la loro gioventù
l’hanno vissuta 40 anni fa.

Mi fa simpatia sentir dire:
“eh vabbè, tanto devono durare solo un anno”,
e ce credo che sono a corta scadenza,
vista l’età, sti matusalemme
rischiano di morirci da un momento all’altro.

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L’obiettivo di qualsiasi atleta
è quello di partecipare
alle Olimpiadi,
il sogno è vincerci una medaglia,
l’apoteosi, fare da portabandiera
alla propria nazione durante
la cerimonia inaugurale.

Essere l’emblema sportivo
di un intero paese è
un onore riservato a pochi,
ma a cui ad aspirare sono tutti.

Tutti tranne una,
Federica Pellegrini.

A parte che nessuno
gliel’ha proposto,
però è risultata
decisamente fuori luogo
la sua presa di posizione
da bambina viziata,
quasi come se fare il portabandiera
fosse una patata bollente
da passare a qualche altro
perchè la signorina non
può stare 8 ore in piedi
con il tricolore in mano.

Allora si è avuta la conferma,
qualora ce ne fosse ancora bisogno,
che la Pellegrini l’unica bandiera
che ha interesse a tenere su
il più a lungo possibile
è quella di Magnini.

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Per emergere in Italia

O conosci qualcuno,
o la dai a qualcuno,
o ti fai venire una grande idea.

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Fino a poco fa ignoravo
che ci fosse differenza
di “primo approccio”
tra Sud e Nord:
al Sud si confermano
molto più “calorosi”.

La riflessione è partita
osservando come da Roma
a salire, quando si vuol
rimorchiare una persona,
la si inviti a prendere
un algido e distaccato aperito;
mentre da Roma a scendere
dubito persino che si sappia
che i bar facciano aperiti,
la gente approccia con
un più avvolgente caffè.

Sembrerà una sciocchezza,
ma il caffè è “caldo”,
e già solo questo
crea una maggiore intimità.

Non è da sottovalutare,
inoltre, un altro aspetto:
il caffè con la sua
“familiarità”, abbatte
da subito le barriere,
è qualcosa che potremmo
benissimamente offrire
tra le mura domestiche
(a differenza dell’aperitivo)
ma che, per non essere
troppo impegnativi,
scegliamo inizialmente
di prendere all’esterno.

Col caffè, insomma,
è come se si iniziasse
ad aprire le porte di casa
(e quindi la propria quotidianeità)
all’altro/a.

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Le persone,
specialmente al sud,
hanno una concezione
tutta loro e distorta
del dolore causato
da un lutto.

Se è comprensibile
la disperazione
per aver perso prematuramente
un figlio 20enne,
non lo è invece la “sceneggiata”
che di norma si verifica
quando il defunto
è un ultra 80enne
senza ulteriori
prospettive di vita.

Al sud sbraitare
come pescivendoli
o, spesso e volentieri,
devastare tutto ciò
che è nei paraggi
è diventata prassi,
normalità,
per loro il dolore si dimostra
in questa maniera sguaiata,
tanto è vero che gli suona
strano vedere in tv
le reazioni di estrema compostezza
di qualche famiglia del Nord Italia
a cui hanno tragicamente
assassinato un caro.

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Mi girano le scatole quando
beccano un vip che ha evaso
milioni e milioni di tasse
e, invece di sbatterlo in galera
e dare le chiavi in pasto agli squali
come succederebbe per qualsiasi
comune mortale,
gli fanno un maxisconto
sull’importo duvuto.

Prendi Valentino Rossi,
evasore di ben 60 milioni,
patteggia, e ne restituisce
al fisco solo 35…
Praticamente c’ha guadagnato!

Ora non ditemi che Rossi
non aveva i 60 milioni
che, di diritto, spettavano
allo stato italiano
e spiegatemi
perchè i restanti
25 glieli si debbano
dare come “sconto”,
in base a cosa?

Li ha i soldi,
la pagasse tutta la sua evasione,
invece no, in Italia
le cose non funzionano così,
ad andarci di mezzo
siamo sempre e solo noi,
poveracci da 1200€ al mese,
stratassati anche per tappare
i buchi economici dovuti
alle furbate di Rossi e Co.

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Imbarazzantissimo per l’uomo
è il momento dell’acquisto dei preservativi:
non esiste un rivenditore
che offra discrezionalità.

1) Sexy Shop

Vi vedono entrare e subito
venite additati senza pietà
come segaioli che stanno
rifornendosi di pornazzi.

2) Distributori automatici

Situati accanto alle farmacie,
che sono abitualmente in una posizione
centralissima della città,
quindi siete costretti a scendere
a notte inoltrata, quatti quatti,
come ladri, pur di stare
alla larga da occhi indiscreti.
Una volta al cospetto
di quell’aggeggio infernale,
cercate di fare quanto più
rapidamente possibile
supplicando, sempre,
che la macchinetta
non si inceppi per qualche
assurdo motivo costringendovi
a sostare lì davanti
per un buon quarto d’ora,
bestemmiando in cinese
e attirando così, inevitabilmente,
l’attenzione dei passanti
che tra loro e loro si diranno:
“sta talmente arrapato,
da non riuscire a farla funzionare”.

3) Internet

Volendo, si trovano anche offerte
vantaggiosissime del tipo
“confezione 100 preservativi a 20€”
roba che ci state bene
un anno abbondante.
La fregatura qui sta, invece,
nei “feedback” di siti come eBay.
Nella vostra lista degli acquisti
(visibile a tutti), compare cosa
avete mandato a prendere di recente
e non è per nulla bello
sbandierare all’Italia intera
il vostro “Megapack di condom”.

4) Supermercati.

Sono i più terribili:
vi costringono a fare la spesa,
nell’illusione che il
pacchetto di preservativi
passi quasi inosservato
in mezzo a tutta quell’altra roba,
del resto, non potete mica uscirvene
solo con quelli in mano,
che figura ci fareste?
Poi i supermercati sono sadici,
vendono i preservativi
ma a lavorare alla cassa
mettono solo donne…
quindi siete costretti
a farvi ispezionare
da queste fanciulle
sperando di non trovare
sempre la stessa che, ricordandosi
di voi (perchè tutti quelli che
comprano preservativi loro li
tengono schedati in testa),
appena vi rivede pensa:
“eccolo là… il solito porco”.



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In Italia, ma per fortuna solo quì,
può persino accadere che un COMICO
acquisti autorevolezza e si presenti
alle elezioni nazionali con delle liste civiche,
ottenendo anche il 2-3% dei voti…

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Nel periodo del “boom”, l’Italia vantava
di essere un paese pregno di tabù sessuali
e regole restrittive della morale ufficiale.

Agli inizi degli anni ‘60 comparvero
su alcune riviste femminili timide
discussioni sul sesso prematrimoniale,
sondaggi sull’educazione sessuale,
inchieste sull’infedeltà delle mogli
(quella dei mariti era data per scontata),
fu soltanto dopo il ‘69, coi figli dei fiori,
che le abitudini sessuali degli italiani
cambiarono radicalmente a livello di massa.

Quella italiana era una situazione grave,
a monte della quale stava un altissimo
livello di imprevidenza delle forze
che hanno diretto il paese;
un paese dove spesso sono stati messi
sotto accusa insegnanti che tentavano
di introdurre nella scuola qualche
elemento di educazione sessuale;
dove per anni si è resistito persino
alla propaganda dei mezzi contraccettivi.

In RAI film come La dolce vita
vennero trasmessi solo nel 1976,
con alcuni “fisiologici” tagli,
ad esempio quello riguardante la casta
apparizione finale della spogliarellista,
mentre la droga sarebbe rimasto un tabù fino al 1981,
anno in cui, fra l’altro, non andò in onda A.A.A. Offresi,
una “rovente” inchiesta sulla prostituzione.

Nel 1958 Ugo Zatterin, nel corso del telegiornale,
fu costretto a sfoderare tutti i suoi
sconfinati virtuosismi lessicali per dare
la notizia dell’approvazione della legge Merlin:
comunicò per più di dieci minuti
che si erano chiusi i bordelli
senza sfiorare minimamente
alcun termine che rendesse l’idea
(come ad esempio casino, sesso, prostituzione, casa di tolleranza, ecc…)
o che avvicinasse all’evento.

Una performance memorabile.

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Sono sciacalli quelli che ti parlano
per settimane di un fatto di cronaca,
o sono macabri gli spettatori che
per settimane ascoltano morbosamente
qualsiasi programma che parli di quel fatto di cronaca?

La tv sembra aver educato lo spettatore
a questo determinato tipo di prodotto,
tanto che adesso è quasi lo stesso
spettatore a chiederlo alla tv.

Non ne può fare a meno, si crea dipendenza,
il tutto peggiorato
dalla sindrome “grande fratello”:
non possiamo fare a meno
di farci i cazzi degli altri.

Sapete che l’Italia è l’unico paese
in cui questo reality show
resiste con ascolti esorbitanti
(oltretutto con una durata MAXI)?
Nella maggior parte delle altre nazioni
è addirittura sparito.

Con la fine del giallo di Sarah Scazzi
in diretta a “Chi L’ha Visto?” è come
se si fosse chiuso il più classico dei reality.
Dal giorno dopo, infatti,
come ogni reality che si rispetti,
i concorrenti/parenti sono usciti dalla casa
per entrare nei vari contenitori televisivi
a raccontare la loro visione dei fatti.

Questo perchè la televisione
ha bisogno di avere un pezzo
dell’oggetto dello sguardo del pubblico,
tutti devono avere un pezzo del cadavere di Sarah:
la fortuna, qui, è che ha molti parenti.

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Mastrangelo mi sa proprio tanto di Maschio,
di quelli che tornano la sera a casa
dopo una dura giornata di lavoro,
aprono la porta, e la prima cosa che fanno
è afferrare la propria donna
per sbatterla violentemente sul letto,
slacciarsi i pantaloni
e appagarla in soli 10 minuti
senza neanche sfilarsi le scarpe.

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In Italia si è anche capaci
di far passare come martire
un teppista, quale Carlo Giuliani,
intento ad aggredire un poliziotto
con un estintore, costringendolo,
per legittima difesa, a sparargli contro.

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Cosa ci ha lasciato il mondiale 2010 di Calcio:

1) Il polpo Paul.
2) Casillas che slinguazza Sara Carbonero.
3) Il pianto di Jong Tae-Se della Corea del Nord.
4) Maradona Ct.
5) Le odiatissime Vuvuzela.

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Nel nostro paese basta “ingranare” la sesta
per raggiungere in un battibaleno il successo.

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L’Italia è un paese meraviglioso,
capita persino che uno come Benigni,
un tempo conosciuto perchè toccava le palle alla gente,
venga fatto passare come odierno
emblema di Qualità e Cultura nazionale.

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