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Posts Tagged ‘maria de filippi’

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Santa Maria Degli Ascolti
si è lasciata scappare
l’intenzione di inaugurare,
con la nuova stagione di Uomini e Donne,
un “trono gay”.

Analizziamo le ragioni per cui,
a mio modesto avviso,
si rivelerà una scelta azzardata:

1) È vero che i tempi sono cambiati,
l’omosessualità è ormai sdoganata,
la stessa Maria De Filippi
a “C’è posta per te” ha trattato,
negli ultimi due anni,
delle storie storie d’amore
tra persone omosessuali.
Ma erano pillole,
oltretutto ovattate,
non mi sembra di ricordare
baci appassionati tra i protagonisti.
Un conto è condire un buon piatto
con un pizzico di sale,
un altro è fare del sale il proprio piatto.
Disturba e, forse, disgusta.
Inoltre, teniamo presente che il pubblico
di Uomini e Donne è cambiato
nel corso degli anni,
la media d’età si è alzata di molto,
tant’è che le puntate di maggior successo
sono quelle degli “over”,
personaggi in cui il pubblico
si identifica maggiormente.
Ecco, mia nonna dubito
che guarderebbe di buon grado
dei gay ventenni limonare tra loro
per ben 4 mesi.

2) Per quanto, come scrivevo prima,
l’omosessualità sia stata sdoganata,
permangono ancora moltissimi tabù.
La maggior parte delle persone
preferisce, per evitare ripercussioni,
nascondere il proprio orientamento sessuale.
Non so quanti accetterebbero di buon grado
di andare in tv a sbandierare
la propria omosessualità,
così come non oso immaginare
quanti etero, pur di finire in tv,
si professeranno gay.

3) L’obiettivo del programma
è quello di isolare i corteggiatori
dal mondo esterno per tot mesi,
dandogli così modi di concentrarsi
esclusivamente sul tronista.
Spiegatemi il motivo per cui 30 corteggiatori
dovrebbero scannarsi per uno
che vedono 1 ora sì e no alla settimana,
quando potrebbero accoppiarsi
tra di loro nei camerini.

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Ci è piaciuto per anni prendere
per il culo la Cina, con i luoghi comuni,
ancora oggi persistenti,
dei cinesi produttori
di roba nociva,
scadente e fatta dai bambini.

Adesso sono la prima economia del mondo
e ci stanno comprando pezzo dopo pezzo:
Berloni, Pirelli, Krizia e Tacchini i brand più famosi.

Se nel tempo trasferisci capitali e,
soprattutto, conoscenze ad altri
è normale che questi prima o poi
si riorganizzino
facendoti concorrenza
con costi minori
fino ad affossarti.

Prima gli unici cinesi che vedevi nel commercio
erano quelli del
“pollo flitto, gelato flitto, tutto flitto”
presenti in qualche sparuto ristorante,
adesso ci hanno invasi alla pari dei centri scommesse,
vedi negozi, con quelle caratteristiche lanterne rosse
esposte fuori, ad ogni angolo delle strade.

L’ilarità e i luoghi comuni
hanno da sempre accompagnato
anche un altro popolo, quello albanese.
Negli anni ’90 gli albanesi erano i morti di fame
che venivano in Italia col gommone
per poi finire a rapinare ville.

Adesso, manco a dirlo, l’economia
albanese è in ascesa e anche loro
hanno cominciato a offrire
lavoro agli italiani
(Agon Channel, Pavia Calcio).

Loro a noi.
In meno di 30 anni.
Come cambia il mondo.

Riflettete, lo vedete più
un albanese per strada a mendicare?
Sentite più una notizia di cronaca nera
che riguarda un albanese?

Ne ospitiamo tanti,
ma davvero tanti
nella nostra nazione,
sono perfettamente integrati nella società
e ricoprono posizioni lavorative solide.

Se ciò è avvenuto lo si deve anche alla tv,
la tv crea e disfa nemici.
Se prima quelli da cacciare erano loro,
adesso lo sono diventati i disperati africani
di “Mare nostrum”.

Gran parte del merito televisivo
riguardante la riabilitazione dell’albanese
lo si deve ad “Amici” che lungo gli anni
ha strizzato molto e con simpatia l’occhio
a questo popolo, mostrando agli italiani
che gli albanesi non erano quelli
che mendicavano per strada o rapinavano ville,
ma gente dotata di disciplina ed arte:
Kledi Kadiu, Leon Cino, Anbeta Toromani.

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Il successo di
“C’è posta per te”
deriva dal suo parlare
alla/della nazione.

Lo spettacolo che ti
si presenta non è un film,
sono storie vere,
già solo questo basterebbe
ad attirare uno sguardo interessato,
se poi ci aggiungi che la maggior parte
trattano di dolore e sofferenza,
il coinvolgimento del telespettatore
non può non essere che maggiorato.

Da qualche edizione “C’è Posta”
sta raccontando il paese
e la crisi economica
che lo attanaglia in una maniera
unica nel suo genere,
dando voce e celebrando
quelli che sono i piccoli eroi
della vita quotidiana,
gente che con profonda dignità
stringe la cinghia e fa i salti
mortali per arrivare a fine mese.

L’Italia vera è questa,
ed è spontaneo far scattare nel telespettatore
quel processo di identificazione
che lo porta a patire o tifare
per “l’uomo comune” di turno.

In questo tipo di programmi
il rischio di provare piacere
a spiare dal buco della serratura
è elevatissimo.

Lo sai di stare a guardare una porcheria,
perché la messa in piazza
delle lacrime e della disperazione
è per forza una porcheria,
però non riesci a fare
a meno di guardarla,
la storia ti tiene
incollato alla sedia.

“C’è posta” ti pone
in quella posizione invidiabilissima
di poterti fare i cazzi
degli altri senza che
gli altri lo sappiano
e si facciano
a loro volta i tuoi.

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Si è conclusa anche quest’anno
la stagione di Uomini e Donne.

Come al solito ha fornito
spunti interessanti.

I vecchi o, per dirla in maniera
più edulcorata, gli “over”,
hanno preso il totale
sopravvento sui giovani.

Inizialmente avevano
loro riservati “solo”
2 appuntamenti settimanali,
poi diventati 3,
ed infine addirittura
4, cassando di fatto
la puntata “ragazzi e ragazze”,
che aveva la stessa formula
di quella over,
ma con protagonisti gli “under”.

A dire il vero questa
è una delle poche cose positive:
ciò che emergeva con gli under era aberrante,
e i giovani di oggi
non ne uscivano certo bene…

Resiste, non so per quanto ancora,
il trono classico,
quello con tronisti
e corteggiatrici tanto
per intenderci,
anche se con scarsi
riscontri di auditel,
tanto che la stessa De Filippi
ha lasciato intendere
che non è più tanto sicura
di riconfermarlo per la prossima stagione.

Arriviamo al trono over.
Senza ombra di dubbio
è il più interessante,
quantomeno per il confezionamento.

Tra gli uomini e le donne
resistono dei capisaldi
da ormai 4 anni,
gente che non ha alcun interesse
a trovare un/a compagno/a
ma che resta lì con il solo intento
di intrattenere e fidelizzare il pubblico,
un po’ come accade in Beautiful,
dove a resistere da sempre
sono Ridge e pochi altri,
giusto per dare punti di riferimento
al telespettatore
e non fargli pensare che stia guardando
tutt’altro programma rispetto
a quello che aveva seguito
sin dagli inizi.

Coloro che all’interno del programma
non si mettono in evidenza
entro max 4 puntate,
vengono prontamente sostituiti,
e questo rimpasto
aiuta a creare nuove dinamiche
tra i presenti in studio,
che altrimenti, essendo sempre gli stessi
da anni e anni, non avrebbero niente più
né da dirsi, né da darsi.

Non crediate che le cose
siano cambiate rispetto al passato,
i vecchi sono anch’essi
malati di protagonismo,
e sempre più spesso
li si vede comparire sulle
copertine dei giornali patinati
o presenziare a eventi
come “guest star” della serata.

La più grande novità introdotta
quest’anno è indubbiamente
la sfilata di moda.

In un primo momento la De Filippi
aveva puntato sulla gara di ballo,
mossa sbagliatissima,
le puntate si rivelavano
di una noia mortale,
sia perché non c’era competizione
tra i partecipanti,
visto che nessuno sapeva ballare,
sia perché il telespettatore
non aveva nessun interesse
a guardare passivamente
dei vecchi divertirsi al posto suo.

Quindi la sterzata repentina,
Maria ha preso i suoi fantocci
e li ha messi sfilare;
lo spettatore si è sentito
coinvolto da subito,
premiando con ascolti pazzeschi
questa felice intuizione.

A chi non è capitato
a un matrimonio di criticare
il vestito della sposa o di qualche parente?
La De Filippi non ha fatto
che riproporre tutto ciò in tv.
Lo spettatore da passivo,
nel vedere dei vecchi barcollare
su delle note musicali,
diventa attivo,
anche lui è chiamato a giudicare
l’outfit dei concorrenti.

Infine, anche sul piano costi-risultati
la puntata over è una gallina
dalle uova d’oro:
Registrano una sola puntata settimanale,
tutta in studio, senza esterne,
spalmandola su ben 4 giorni,
capirete che, rispetto al trono tradizionale,
sia i tempi di lavoro
che i costi si abbattono drasticamente.

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Silvia Toffanin
è un’altra di quelle
che stanno in tv
per meritocrazia.

Sisì, proprio così.

Ditemi voi se non è un merito,
più unico che raro per una conduttrice,
quello di farsi sovrastare
da qualsiasi interlocutore,
che sia il vippone di grido,
la pettegola Signorini
o persino un bimbo
a caso di “Io Canto”:

lei si lascia sottomettere
da chiunque, senza distinzioni,
è costantemente in totale
balia dell’intervistato,
e quando finalmente capisce di essere
alle corde, cerca di divincolarsene
con una di quelle risatine
forzate e standard a cui ci ha abituato.

Poi con le sue domande
sa essere indiscreta
come nessun’altra…
Roba da sagra paesana
all’insegna di tarallucci e vino
e del “volemose bene”.

Diceva la De Filippi,
se non erro, che non ha
nulla contro Silvietta,
perchè sta in Mediaset da anni,
buona buona nel suo salotto,
senza mai chiedere una
promozione in prima serata.

Perchè evidentemente
i vertici sono
abbastanza scafati
da comprendere che non
la saprebbe mai reggere…

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Si può dire che sono rimasto
stregato da Oprah Winfrey?
Lo dico.

Adesso capisco perchè
gli americani l’adorano tanto
da vedere in lei una sorta di Guru,
Oprah è garbata, socievole,
intelligente, ironica, carismatica
e soprattutto spontanea.

In 50min scarsi del suo
“Oprah Winfrey Show”,
che tra l’altro vi invito
a sbirciare almeno una volta
dalle 17.40 alle 18.40 su La7D,
riesce ad emozionarti
e coinvolgerti con
inconsueta delicatezza
(per il pubblico italiano).

Immaginatevi una Maria De Filippi
molto più morbida e spigliata,
Oprah ha la capacità
di farti restare per un’intera
puntata attaccato alla tv
a guardare la sua intervista
a una cantante country americana (!!!)
mai vista nè sentita prima di allora,
trattando tutti i punti focali
della sua vita, persino i peggiori,
senza però mai scadere nel cattivo gusto,
e se l’ospite inizia a commuoversi
lei manda subito la pubblicità
per tutelarla, o comunque nessun
cameraman si azzarda a farle un primo
piano durante quel momento intimo.

Oprah è anche molto
la Raffaella di “Carrambà”,
con sorprese sensazionali
a persone meritevoli,
a quelli che io definisco
“piccoli grandi eroi della vita quotidiana”:

alla madre lasciata sola con 3
figli le estingue il muto
e la manda in vacanza
con tutta la famiglia in Italia,
alla donna a cui hanno amputato
tutti gli arti le regala
una nuova casa a sua misura,
a 50 promesse spose invitate
negli studi regala griffati
abiti da nozze più il
viaggio di nozze e così via….

Davvero un gran bello show,
dall’ottima conduzione
e dai bei sentimenti
che vale la pena guardare
per l’ultima volta
(le puntate su la7D sono in replica,
dopo 25 anni il programma
ha chiuso ed Oprah si è aperta
un canale tv tutto suo
“OWN – Oprah Winfrey Network”).

Alla luce di tutto ciò,
una domanda dovrebbe sorgervi spontanea:
che male abbiamo fatto noi
per meritarci invece Barbara D’Urso?
Perchè a noi? Perchè???

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Questi cazzo di vecchi
a Uomini e Donne mi fanno morire,
70 anni e ancora un’irrefrenabile
voglia di “azzuppare” il biscotto.

Adesso sono diventati
oltremodo imbarazzanti:

sebbene entrambi abbiano
quasi un piede nella fossa,
cercano comunque a Maria
il permesso di potersi
conoscere fuori,
proprio come se lei fosse
un loro genitore o
la maestra di scuola
quando le si chiedeva
di poter andare al cesso.

D’altro canto interessante
è anche l’involuzione
che la redazione ha inflitto
alla figura del tronista:

non più intoccabile
belloccio da idolatrare,
ma umile zimbello
da sbeffeggiare e deridere
con candid camera
e svariate prove umilianti.

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La Canalis eliminata
da “Dancing with the Stars”???

Nooo, ma daaaai…
solo perchè quando ballava
aveva la stessa leggiadria
di Maria De Filippi
e la classe di Angela favolosa cubista?

Che ingiustizia!

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Amici: Idoli Stagionali

La cosa che, detestandola,
non mi ha mai spinto
a guardare “Amici” è
il vedere ragazzine
infoiate strapparsi
capelli e vesti
per ragazzini/e
come loro che fino
a pochi mesi prima
nessuno si cagava,
ma che ora, solo
sulla base di una
comparsata in tv,
si trasformano improvvisamente
in idoli da venerare.

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Italia’s Got Talent
è un programma furbo,
studiato apposta
per funzionare.

Iniziamo col dire
che viene registrato,
quindi c’è già
un’azione di “filtraggio”,
a noi vengono mostrati
solo i provini più particolari,
quelli che, nel bene e nel male,
possono catturare l’attenzione
del telespettatore.

Se il provinante,
oltre al suo discutibile
o meno talento, porta
in dote anche una storia
personale importante
e strappalacrime
sarà poi compito dei giudici
(Maria De Filippi
è maestra in questo)
farla uscire fuori
apparentemente in maniera
del tutto casuale
(i giudici in realtà
hanno delle schede
dettagliate su ciò
che è stato dichiarato
da ogni concorrente).

Lo spazio dedicato alle esibizioni
è inoltre molto limitato,
l’artista ha al massimo 5 minuti
a disposizione per far
colpo sui 3 della giuria,
questo permette
al telespettatore
o di non annoiarsi,
se il provinante
non lo ispira,
o di restare con l’amaro
in bocca perchè avrebbe
voluto gustarselo
un po’ di più
alimentando, quindi,
l’attesa per la sua
esibizione nelle semifinali.

Infine i giudici
sembrano ricoprire
dei ruoli ben definiti:
Rudy Zerbi recita
la parte del cattivo di turno,
Maria De Filippi
quella della fatina buona
mentre Gerry Scotti
è un compromesso tra i due.

Concorrenti “funzionali”,
talento e divertimento,
storie e sentimenti,
tempi brevi,
giuria assortita e bilanciata:
gli ingredienti
per un successo
annunciato ci sono tutti.

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X-Factor è più talent di “Amici”.

Ha lanciato:
Noemi,
Giusy Ferreri,
Marco Mengoni.

“Amici” invece:
Alessandra Amoroso,
Marco Carta,
Emma Marrone…

Amoroso a parte,
lo squilibrio è considerevole.

A X-Factor si pensa
a fare musica,
ad Amici, invece,
polemiche e pettegolezzi.

Poco importa se gli ascolti
non premiano il programma
targato Rai 2 quando poi chi esce
da lì vende migliaia di dischi
(a differenza di quello che
accade ai cantanti(?) della concorrenza).

Amici risulta quindi essere
più uno show televisivo
d’intrattenimento, i cui partecipanti
non acquistano autorevolezza
come cantanti ma solo come “concorrenti”,
mentre X-Factor
è meno show becero
da dare in pasto al populino
e più talent musicale di qualità,
dove i cantanti lanciati
sono già sinonimo di garanzia

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Da anni, ormai come uno stereotipo,
appena si parla di
“trash televisivo”
il primo programma
menzionato è “Uomini e Donne”.

In realtà la tv spazzatura
è altra, è qualcosa di concordato,
scritto a tavolino
e voluto dagli autori.

Cito Aldo Grasso:

“Domenica Cinque è diventata un’osteria,
di quelle che si sapeva che tutto
finiva in litigio se non in botte.
La cosa curiosa è che la spazzatura
della Perego era volontaria, ricercata,
gli autori si mettevano lì
e si ingegnavano su quale schifezza
proporre la domenica pomeriggio”.

Uomini e donne,
benchè c’è chi sostiene il contrario,
non ha alle spalle una scrittura
autoriale chissà quanto articolata,
si limita a mostrare delle esterne
e, in base a queste, a vedere
la reazione dei corteggiatori/trici
che è ipotizzabile, ma non scontata,
il corteggiatore non viene
portato con la mano dagli autori
a sbroccare, è lui che in base
al suo background decide
eventualmente di farlo.

In fondo “Uomini e Donne”
è una finestra sulla società
e, soprattutto, sui giovani di oggi.

Se i nostri ragazzi
sono smaniosi di apparire
o per un nonnulla
aggrediscono verbalmente
il proprio interlocutore
non possiamo mica prendercela
con chi manda in onda
queste reazioni spontanee,
ma forse con i genitori
che non sono stati in grado
di educare i loro figli a dovere.

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Uomini e Donne Over
mi ha aperto gli occhi
a dinamiche fino a quel
momento per me sconosciute.

Cioè, voi ve lo pensavate
che i vecchi a 87 anni
fossero ancora così arrapati?

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Nei programmi facenti parte della “tv del dolore”,
come ad esempio C’è posta per te, Stranamore, Carramba, ecc…
ci troviamo davanti a quell’uomo qualunque,
scelto come rappresentante del costume italiano,
il quale viene chiamato a snocciolare davanti
a una platea immensa i suoi più intimi segreti,
innocente e cordiale fino all’inverosimile.

Dice a tutti dove si è conosciuto con sua moglie,
il perché si sono lasciati,
quante volte alla settimana copulava con lei
e così via di seguito fino ai limiti della decenza.

Quindi il presentatore fa entrare
la dolce metà del pentito… ehm… individuo,
che format vuole sia fisicamente separata
dal quasi ex familiare da un qualcosa di gigantesco:
un megaschermo, un’enorme busta della posta o una semplice porta,
in modo tale da non permettere ai due
di avere qualsiasi corrispondenza d’amorosi sensi
prima che l’intermediario/presentatore riesca nell’infausto compito
di spettacolarizzare/sharizzare il tutto.

Qualche altra verità sputtanata davanti
a 12 milioni di telespettatori (viva la privacy),
lacrime a volontà, coro del pubblico a favore
del perdono\pietà del peccatore e poi finalmente
si arriva al termine della vicenda.

In caso di happy end (la maggior parte delle volte),
le anime gemelle si stringono in un forte abbraccio
e nel più fortunato dei casi
(televisivamente parlando) si baciano.

Milioni di spettatori, nelle buone e timorate famiglie italiane,
stanno a così guardare divertiti
perché ritrovano nei piccoli casi
di quelle creature parti di loro,
lo spettatore medio si riconosce nell’attore,
e vive per alcuni istanti in comunione con lui.

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