Esistono artisti
che sono molto più
di ciò che appaiono;
hanno un seguito di pubblico
dettato non esclusivamente
dalla propria arte,
ma da tutta una serie di valori
che la gente vede incarnati in loro.
Alcuni esempi.
Emma Marrone è sì una brava cantante,
ma è anche colei che ha sconfitto il cancro.
Vladimir Luxurya è sì una brava conduttrice,
ma è anche la portavoce per eccellenza dell’universo LGBT.
Tra questa ristretta schiera di artisti
che possono vantare di essere
rappresentanti di qualcuno o qualcosa,
c’è un ragazzo di 22 anni,
che ha fatto del Sud Italia il proprio stendardo:
Rocco Hunt.
Non sei più un semplice cantante
quando la tua carriera è cominciata
da 7 anni, di cui solo gli ultimi 2
sotto le luci dei riflettori,
ma su Facebook puoi vantare
1 milione di fan
(quasi quanti Elisa, per intenderci).
Quando ciò accade,
la gente ti segue perché
in te vede qualcosa che
va necessariamente oltre
l’aspetto artistico.
Rocco Hunt è riuscito
in così poco tempo
a essere un’icona del Sud Italia,
di quel Sud che ce l’ha fatta,
quel Sud che rivendica fiero
il proprio dialetto e la propria cultura,
quel Sud che non gira la testa
di fronte allo schifo che lo vede ma lo denuncia.