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Posts Tagged ‘napoli’

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Una domenica di Giugno,
ospite in una casa non mia
e senza aver a disposizione internet,
facendo zapping tra i canali
alla ricerca di qualcosa che mi potesse
intrattenere il più a lungo possibile,
mi sono imbattuto in un film di Mario Merola.

Sulle emittenti locali suddetti film
sono all’ordine del giorno,
ma mai mi sarebbe saltato per la testa
l’idea di soffermarmi su uno eppure,
in quella circostanza, non avendo alternative,
ho iniziato a guardare “Giuramento”, film del 1982.

Ne sono rimasto totalmente affascinato.

In Mario Merola ho rivisto in parte
il modus operandi di mio padre,
del sempliciotto di paese,
vecchio stampo, cresciuto nel nulla.

Mario Merola incarnava tutti quei valori
di quell’Italia di provincia
che ormai non esiste più:

la centralità della famiglia,
l’attaccamento alla propria terra,
l’importanza della parola data,
la netta divisione gerarchica tra uomo e donna.

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Ciò che più mi ha colpito della vicenda Tiziana Cantone
è stata l’ennesima uscita infelice di quella blatta
di Selvaggia Lucarelli,
una che ha costruito il proprio successo
alimentandosi con lo sporco altrui.

Scrive un post dove punta il dito
contro gli haters della Cantone
rei di averla indotta al suicidio.
Poi subito dopo cosa fa?
Lo stesso degli haters:
mette alla gogna mediatica
un suo follower per un commento (orrendo)
sulla Cantone.

Cara Lucarelli, paladina della legge,
se “l’amante” di Tiziana Cantone
è un verme, uno stronzo, ecc… ecc..
per aver diffuso il video
che non faceva certo onore alla donna,
tu che hai dato in pasto alla rabbia
di oltre 1 milione di persone
un povero Cristo per un’uscita infelice,
cosa saresti?

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Il napoletano in vacanza
è organizzatissimo,
negli anni
ha maturato un’eccellente
divisione del lavoro.

Si comincia con la discesa a mare,
il capofila è la moglie,
con figlia in braccio
e borsone di Mary Poppins,
poi segue il marito,
con ombrellone e sdraio,
ed infine il figlio con il pallone,
tutti in riga,
come i sette nani.

Il napoletano si contraddistingue,
e non perchè sbraita
esclusivamente nel suo dialetto,
ma per il modo
di comportarsi, talmente
fuori da qualsiasi
logica e buonsenso.

La spiaggia è sua,
totalmente sua,
può permettersi di occuparne
metà con asciugamani
e ombrellone,
o di giocarci liberamente
a pallone come se stesse
al San Paolo;
colpisce qualcuno,
viene redarguito,
fa la faccia disturbata
sentendosi vittima del
“cagacazzo” di turno,
e con nonchalance
riprende a dare pallonate
a destra e a manca.

Poi arriva ora di pranzo,
dalla borsa termica
caccia il mercato ittico di Porta Nolana:
cotolette, zucchini,
melanzane a funghetti,
salsicce e “friarielli”, ecc…
quello che non mangia
lo da ai pulitissimi colombi,
attirandone altri
per la gioia dei bagnanti,
mentre le carte e le cicche
le getta a terra,
magari nello stesso punto
dove si andrà a sedere
il giorno dopo,
e dove quindi butterà ulteriori
carte e cicche
ricreando la discarica di Chiaiano.

Il napoletano è fatto così,
ogni luogo deve renderlo accogliente,
familiare, a sua misura,
del resto si sa che
è abituato a vivere
immerso nell’immondizia
e starci lontano per un po’
quasi gli infonde malinconia.

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Sentiamo continuamente
celebrare Napoli come
una delle città
più belle al mondo,
con della gente meravigliosa…

Ipocrisia e ruffianeria.

Fateci caso,
a sostenere ciò sono
sempre persone che
a Napoli non vivono o,
peggio ancora,
che da Napoli se ne sono scappate.

E’ facile parlarne bene
se ci passi solo un week end
o la settimana di ferie estive,
tra Capri, Posillipo e Vomero,
ma provateci a vivere un mese
da “normale cittadino”, ovvero
tra immondizia, furti, sparatorie
in pieno giorno e la cafoneria dilagante,

dopo vediamo se restate
della stessa opinione.

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A imperversare per ragioni ignote
è la ruffianeria televisiva
nei confronti dei napoletani.

Sovente, infatti,
anche in maniera forzata
e del tutto pretestuosa,
possiamo ascoltare in svariati
programmi frasi del tipo:

“lo splendido pubblico partenopeo”,
“Napoli è una città meravigliosa”,
“un saluto a tutti i napoletani”.

Premesso che Roma è oggettivamente
molto più bella, grande
e importante di Napoli,
vi ricordate frasi simili
riferite alla città eterna
o al suo popolo? No.

La ruffianeria verso
Napoli è unica nel suo genere,
non esistono altre città
a cui si riserva tale
trattamento privilegiato.

Una spiegazione sul perchè
ho cercato di darmela:
avete presente quando qualcuno,
sapendo che vi fa piacere,
vi fa un complimento ma in realtà
sta solo prendendovi in giro
o puntando a un secondo fine?
Ecco, io credo
succeda proprio questo.

I Napoletani sono esaltati.
Pur avendo la faccia nell’immondizia,
disoccupazione alla stelle,
la camorra sotto casa
e l’odio di mezza Italia addosso
si sentono importanti.

Il presentatore televisivo,
dunque, facendo leva proprio
su questo aspetto, cerca
di far diventare il programma
“Napoli friendly” in modo tale
da catturare su di esso l’attenzione
del numeroso pubblico partenopeo
(e quindi portatore di ascolti)
che in quella trasmissione
è certo di ottenere una ribalta nazionale.

Roma sa di essere importante,
è inutile stare a rimarcarlo,
mentre Napoli non lo è,
e, per innalzarsi,
ha costantemente bisogno
di qualcuno che,
almeno a parole,
sostenga il contrario.

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Maradona deve al Fisco Italiano,
o, per meglio dire, a noi italiani,
ben 37 Milioni di Euro…

Mi spiego meglio,
noi abbiamo pagato 37 Milioni di euro
in più di tasse perchè Maradona
ha fatto la furbata di evaderli.

Mi spiego ancora meglio,
noi italiani, siccome Maradona è un bisognoso,
gli abbiamo donato in beneficenza 37 Milioni di euro;
lui se li sfizia e noi glieli paghiamo.

Aggiungo, non solo glieli paghiamo,
ma nei mondiali del ’90, a casa nostra,
ha tenuto a ringraziarci chiamandoci anche:
“Hijos de puta”.

Ma guai a discutere Maradona,
come dicono i suoi seguaci:
“‘o vulimm tropp ben”…

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Fino a poco tempo fa,
in Campania, per chiamare
qualcuno che non si conosceva
veniva usata la parola “Capo”.

Adesso, capito l’errore,
suddetto termine è stato
sostituito da “Maestro”.

Non più, quindi,
assoggettamento al prossimo,
ma semplice rispetto.

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Napoli è un microcosmo
anche riguardo alla musica.

I cantanti neomelodici
per eccellenza hanno delle
caratteristiche distintive
e comuni tra di loro.

1) Cantano rigorosamente in dialetto, anche strofe che non lo richiederebbero.
2) Hanno un look personalizzato e creato per fare tendenza.
3) Quasi sicuramente gli verrà commissionata dalla camorra una canzone che ne parli in modo positivo.
4) Al 100% faranno una canzone riferita a qualcuno che si sposa, per strappare un ingaggio ai matrimoni e andarla a dedicare.

Inoltre, visto che a Napoli
nessuno vuole lavorare ma tutti cantare,
e visto che nessuno fa niente per senza niente,
ogni cantante emergente è costretto ad autofinanziarsi
il disco sborsando una somma di circa 20-30mila euro.

A questi vanno aggiunti i soldi
di eventuali collaborazioni\duetti
con cantanti affermati per poter
avere maggiore visibilità.

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Non so se riuscirà mai a liberare
Napoli dall’immondizia,
sinceramente neanche mi interessa,
ma già solo che sia riuscito
col “bunga bunga” a liberare per qualche
giorno la tv Italiana da Avetrana,
Berlusconi merita tutta la mia stima.

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“Noi siamo il popolo dei Totò, degli Eduardo e dei Troisi”.

Sì, siete però anche il popolo dei Giuliano, dei Cutolo e di Scampia…

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