Una domenica di Giugno,
ospite in una casa non mia
e senza aver a disposizione internet,
facendo zapping tra i canali
alla ricerca di qualcosa che mi potesse
intrattenere il più a lungo possibile,
mi sono imbattuto in un film di Mario Merola.
Sulle emittenti locali suddetti film
sono all’ordine del giorno,
ma mai mi sarebbe saltato per la testa
l’idea di soffermarmi su uno eppure,
in quella circostanza, non avendo alternative,
ho iniziato a guardare “Giuramento”, film del 1982.
Ne sono rimasto totalmente affascinato.
In Mario Merola ho rivisto in parte
il modus operandi di mio padre,
del sempliciotto di paese,
vecchio stampo, cresciuto nel nulla.
Mario Merola incarnava tutti quei valori
di quell’Italia di provincia
che ormai non esiste più:
la centralità della famiglia,
l’attaccamento alla propria terra,
l’importanza della parola data,
la netta divisione gerarchica tra uomo e donna.