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Posts Tagged ‘omosessualità’

Caccia Al Gay

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Troppo semplice sparare
nel mucchio senza assumersi
la responsabilità
delle proprie parole.

Ogni tanto esce fuori
qualche personaggetto
dello showbiz, dalla dubbia moralità,
che sostiene, per certo,
che in un determinato
ambito “sacro” ci siano dei gay.

Premesso che i gay sono ovunque,
in quanto esseri umani,
pertanto che nella
chiesa/calcio/politica/ecc…
ci siano, non è una notizia,
ma soltanto una trovata
per ottenere un po’ di visibilità
su quegli organi
di informazione di terz’ordine.

Il discorso cambierebbe
se invece venissero fatti
nomi e cognomi di questi
famigerati gay.
Nomi che, ovviamente,
non arriveranno mai,
sia perché sarebbe diffamazione,
sia perché, quasi sicuramente,
non li si hanno.

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Pur di negare agli omosessuali un diritto,
quale quello della genitorialità,
che andrebbe garantito a chiunque,
se ne sentono di tutti i colori.

“Se un bambino viene affidato
a una coppia gay corre il rischio
di diventare gay”.

Embè? Anche se lo diventasse
dov’è il problema?
Ma poi, scusate,
i gay, pur essendo nati e cresciuti
da una coppia etero,
mica sono diventati etero?

“I figli hanno bisogno
di un padre e di una madre”.

Anche questo non è affatto vero,
innanzitutto perché “uomo” e “donna”
sono ruoli che apprendiamo
stando nella società,
non è scontato che una femmina
diventi “donna”, con tutto il relativo
bagaglio di valori che ne consegue:
sensibilità, senso materno, ecc…

Inoltre, esistono milioni
di famiglie monogenitoriali,
composte da vedove, ragazze madri
o più semplicemente da donne separate,
e nessuno va da loro a dirgli
“non puoi crescere tuo figlio
perché non ha la figura paterna”.

Per lo Stato Italiano
una donna, sola, è in grado
di crescere un figlio,
due persone, innamorate,
ma dello stesso sesso, no.

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Essere Gay sarà frustrante.

Tu uomo entri in un bar,
vedi la barista fighissima,
ci provi spudoratamente
perché “non si sa mai”.

Può darsi che le piaci, e lei ci sta.
Può darsi che non le piaci,
ma parlandole la incuriosisci, e lei ci sta.
Può darsi che non sei attraente
alla pari di una figa del genere,
però lei magari ha il gusto dell’orrido
o gli ricordi il primo fidanzatino, e lei ci sta.

Insomma, te la giochi,
l’illusione di riuscirci a conquistarla la hai.

Se però sei gay,
entri in un bar e vedi il barista dal fisico scultoreo,
a voja che sei bello, a voja de parlarce,
no trip for cats, e se non stai attento
ce rimedi pure un pugno in faccia.

Viene meno persino la speranza,
sei sconfitto in partenza,
sei come quel cavallo a cui hanno attaccato
col bastone la carota davanti agli occhi:
può correre quanto vuole, non la raggiungerà mai.

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L’omosessualità non è un male,
ma per far assimilare questo alla comunità
bisogna stare attenti a non
mettere la “natura” in mezzo.

Ci dicono “l’omosessualità è normale,
in natura ci sono tanti animali che lo sono”.

Premesso che l’uomo non è un animale,
non possiamo quindi ritenere giusti
e “normali” determinati comportamenti
solo perché sono compiuti dalle bestie.

Anche l’incesto esiste tra gli animali,
ma nessuno si sogna di proporci
questo esempio per indurci a contemplarlo.

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L’Outing per i Vip

https://i0.wp.com/www.finzionimagazine.it/wp-content/uploads/2011/12/outing_letterari-570x300.jpg

Non è facile fare outing
nel mondo dello spettacolo.

Prendiamo i cantanti,
è facile per tutti ipotizzare
che un Valerio Scanu
potrebbe perdere il seguito
di ragazzine ormonose
nel caso decidesse di giocare
a carte scoperte,
io però cerco di andare oltre,
un cantante sceglie di nascondersi
perché dopo avrebbe difficoltà
nell’eseguire le canzoni.

Non è per niente facile
scrivere una canzone,
in particolar modo d’amore,
che non contenga riferimenti
né al maschile né al femminile
(es: lui/lei, baciato/a, bello/a).

Una canzone di un cantante gay dichiarato
deve per forza essere “ibrida”,
perché se in essa
si parlasse di una donna allora lui
sarebbe un falso, se invece si parlasse
di un uomo sarebbe scandaloso.

Tiziano Ferro nel suo ultimo album,
il primo post outing, ha solo canzoni “ibride”,
e per lui è stato più semplice
uscire allo scoperto perché
tanto quelle che gli escono “con dedica”
continua a farle, ma le da ad altri.

Per gli attori vale lo stesso discorso,
si creano preclusioni in ambito professionale.
Vedere Jodi Foster baciare un uomo
sarebbe poco credibile, così come
vedere Rupert Everett fare l’amorevole
maritino in qualche film sentimentale.

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Mai come in questi mesi
sto sentendo così spesso
il termine “omofobico”,
tanto che ho deciso
di documentarmi su cosa
letteralmente volesse dire,
perché, per quanto io non abbia
studiato greco, ero certo
che non fosse un chiaro riferimento
agli omosessuali, bensì
all’uomo in generale.

Mi sbagliavo, “omo” non sta per
uomo, ma per “stesso, medesimo”,
mentre fobos è ovviamente “fobia, paura”.
Omofobia significa quindi
“paura di sé stessi”.

Uno pesta un omosessuale
perché ha paura di sé stesso…

Che cazzata.

Al massimo schifa l’altro,
paura di sé stessi proprio no.

Tra l’altro ora devi stare bene attento
a menarne uno, sono come i panda:
specie protetta.

Quella dell’omosessualità
è una carta da giocarsi
come linea difensiva.
Se ti sta sul cazzo
una carogna immonda,
non te puoi azzardà a fargli un paliatone
altrimenti passi per omofobico.

L’omosessualità si è trasformata
in un’aggravante a livello giuridico.

Se ve capita di trovarvi
a rischio colluttazione,
alzate subito le mani
e urlate “sono frocio!”,
e vedrete i vostri aggressori
darsi immediatamente alla fuga.

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In Italia vogliamo
fare le persone aperte
sul tema dell’omosessualità,
quando poi pressiamo
i Vip a fare outing per una questione
di “trasparenza verso i fans”,
oppure, altra frase che odio,
“deve essere d’esempio”.

Ma gli etero si dichiarano?
Cosa interessa al fan
sapere con chi va
o non va a letto il loro idolo?

Nessuno obbliga le persone
a dichiarare per chi hanno votato
alle elezioni, che è un qualcosa
di altrettanto personale,
però la sessualità
sembra non beneficiare
di tale discrezione,
sarà che da buoni italiani
amiamo all’inverosimile il gossip,
spiare dal buco della serratura
è un nostro istinto naturale.

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Se non dicessi la mia
per rifugiarmi in un più
comodo e omertoso silenzio
non sarei io.

In questi giorni si è
celebrato e santificato
Lucio Dalla, tanto, troppo,
decisamente più del dovuto.

“Grande cantante, poeta contemporaneo,
immensa perdita, ecc… ecc…”.

Scusate, forse sono io
fuori dal mondo o forse
sono troppo giovane e
quindi aperto a smentite,
ma uno che ha fatto 3 canzoni
di grande successo
(Caruso, 4 Marzo 1943, L’anno che verrà)
e altre 5 di fama minore
(attenti al lupo, piazza grande, canzone,
com’è profondo il mare, tu non mi basti mai,
balla balla ballerino)
può mai essere così incensato?

Oltretutto quando l’ultimo
suo pezzo conosciuto risale
a 30 anni fa! Non scherzo!
Sebbene il buon vecchio Lucio
abbia continuato a cantare
e a sfornare album fino alla fine,
sono 30 anni che costui
non si vede e non si sente.
Su, forza, sfido chiunque
a ricordare una hit di Dalla
già solo degli ultimi 10 anni,
non esiste!

Se per un Dalla qualsiasi
siamo riusciti a fare
tutto questo chiasso,
quando un domani morirà
un Celentano, una Mina o un Renato Zero
cosa dovremmo fare allora?
Indire il lutto nazionale?

Argomento omosessualità:
Anche qui mi sembra
di vivere in un’altra dimensione,
tutti cadono (volutamente?) dal pero.
Lo si sa da una vita
che era gay, smettetela
di prenderci per i fondelli,
quello che invece non sapeva
il grande pubblico è
che il Signor Dalla (anni 69)
stesse con un tale Marco Alemanno (anni 31)
da oltre 8 anni.
Facendoci due conti,
all’epoca il 60enne Dalla,
per saziare la sua lussuria,
adescò un ragazzo di 24 anni,
e per circuirlo, oltre
a far leva sulla fama,
di sicuro gli mollava
anche il centone.

Non so a voi, ma a me
immaginare tutto ciò
fa letteralmente schifo.

Dunque, per uno basso, peloso,
col parrucchino,
di cui non ho nemmeno
una canzone sul pc
e che andava a letto coi ragazzini
non mi va di versare
nemmeno una lacrima, anzi.

Lo so, risulterò impopolare,
macchissenè.

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Si parla tanto di civiltà,
di lotta all’omofobia,
dell’evoluzione dei tempi,
della libertà d’espressione,
ecc…ecc…

Poi in tv continuiamo
a vedere comici fare
battutine (per quanto simpatiche)
sullo stereotipo dell’omosessuale.

Se il messaggio che recepiamo
da uno strumento educativo
(gli italiani hanno abbandonato
il dialetto e imparato
a parlarsi in italiano
grazie alla tv, ricordiamolo)
è quello di un omosessuale
come essere inferiore e,
in quanto tale,
oggetto di derisione,
come si pretende poi di voler
cambiare le coscienze?

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Quando parliamo
di omosessualità,
mentalmente, facciamo
subito riferimento
a quella uomo-uomo.

In effetti,
dati alla mano,
quella femminile
è poco sviluppata,
ed il motivo è abbastanza semplice.

Diventi omosessuale
per il piacere di
avere rapporti sessuali
con una persona
dello stesso sesso,
nello specifico,
un uomo va con un altro uomo
perchè prova piacere
nell’essere penetrato
o nell’eseguire una fellatio:
c’è il godimento
sia della parte attiva
che di quella passiva.

Nel caso di un
rapporto saffico,
le possibilità
delle due parti
di raggiungere l’orgasmo
si riducono drasticamente:
la parte attiva
non ha un godimento
fisico diretto nel
penetrare la partner,
deve avvalersi di
qualche giocattolo
per poterlo fare,
a sua volta la parte passiva
non prova poi tutto
questo piacere a farsi
penetrare da un oggetto che,
per quanto fatto bene,
resta pur sempre
freddo e di gomma.

Premesso che l’orgasmo
si raggiunge difficilmente
solo con palpatine
e preliminari orali vari,
ci sono poche lesbiche perchè,
sessualmente parlando,
non conviene diventarlo.

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Ci si chiede spesso
perchè se un uomo
abbia uno spiccato
lato femminile al punto
da voler modificare
il proprio corpo,
decida di diventare una trans
e non una donna
(almeno esteticamente).

La questione è complessa,
punto primo, per quanto
sia “rifatto” bene un uomo
non potrà mai confondersi
con una donna, e in quei rari
che nella gioventù ci riesce,
con la vecchiaia tutto
inevitabilmente emerge.

Punto secondo (e fondamentale),
una trans difficilmente
verrà assunta per un lavoro onesto,
quindi l’unica fonte
di sostentamento che le resta
è la prostuzione
e diventare “donna”
risulterebbe controproducente:
i clienti di una trans
non sono omosessuali,
ma persone in cerca di “trasgressione”,
una trasgressione
che non vogliono da un uomo,
ma nemmeno da un uomo
evirato e con le tette di plastica
(altrimenti preferiscono una donna al 100%).

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Avrei tanto voglia di
confrontarmi con qualcuno
che durante l’infanzia
ha subito violenze sessuali,
l’ideale sarebbe un maschio
omosessuale, la cui omosessualità
si presuma derivi dalla violenza,
perchè vorrei ben capire
come sia possibile che un etero,
pur se con una sessualità ancora
non ben assestata, una volta
avuto un rapporto forzato
con una persona dello stesso sesso,
cambi sponda e diventi gay.

La logica vorrebbe che
quella violenza sessuale
provochi un trauma da cui
in futuro si cercherà
di star lontano
(così come accade a un bimbo
che si scotta per la prima volta,
dopo la manina sul fuoco
non la metterà più….)
invece in questi casi
il trauma sembra abbia
l’effetto contrario,
oserei provocatoriamente
dire quasi “formativo”,
ovvero far conoscere
al bambino/ragazzo
i piaceri di un rapporto omosessuale,
e se alla “vittima” quel modo
di accoppiarsi inconsciamente piace,
lo adotterà per il resto della vita.

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La maggior parte
delle persone sono
ancorate alle proprie
tradizioni/convinzioni
in maniera ottusa ed estremista.

Quando ho voglia
di metterle in discussione,
soprattutto quelle sessuali
(le più ostiche al dialogo),
la prima cosa che faccio
è rivolgermi a coloro che dicono
“che schifo, mai con un uomo”.

Sostenendo che questo giudizio
è completamente insensato
se lo basiamo prettamente
sulla meccanica di un rapporto sessuale.

A te, uomo, toccare un pene non disturba,
lo fai minimo 3 volte al giorno,
d’accordo, è il tuo, ma nella sostanza
si differenzia da quello di un altro?
No, quindi quello di un altro
non ti deve far schifo toccarlo.

Riguardo invece alle pratiche sessuali,
la bocca e l’orifizio posteriore
non cambiano da uomo a donna,
quindi non cambiano nemmeno
le sensazioni che si hanno
a contatto con i suddetti:
che tu abbia un rapporto orale
o anale con una donna o con un uomo
non avverti alcuna differenza “fisica”
ma, al limite, soltanto psicologica.

Poi vabbè, mi si può dire
che a condizionare la scelta
siano le tette, potrei
quindi suggerire di provare con una trans,
o che la penetrazione vaginale
è ineguagliabile, ma anche lì
avrei da obiettare visto
che a un uomo quasi mai basta
solo quella con una donna
e la maggior parte dei tradimenti
avviene proprio per la
voglia di “trasgredire”.

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Si diventa etero
per tradizione e imitazione,
quasi mai per convinzione.

A tale ragione si spiega
l’ostruzionismo della chiesa
alla coppie omosessuali:

i genitori gay sarebbero
un “pessimo” modello imitativo
per il loro figlio adottivo,
che rischierebbe seriamente
di percorrere la stessa
“strada sbagliata” dei genitori.

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We all bear the scars,
yes, we all feign a laugh;
we all sigh in the dark
get cut off before we start.

And as the first act begins
you realize they’re all waiting
for a fall, for a flaw,
for the end.

There’s a path stained with tears,
could you talk to quiet my fears?
Could you pull me aside
just to acknowledge that I’ve tried?

And as your last breath begins,
contently take it in,
because we all get it in
the end.

And as your last breath begins,
you find your demon’s your best friend.
And we all get it in
the end.

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Tutti portiamo le cicatrici,
sì, tutti fingiamo una risata;
noi tutti sospiriamo nel buio
tagliati fuori prima di cominciare.

E mentre il primo atto inizia
realizzi che stanno tutti aspettando
per una caduta, per un difetto,
per la fine.

C’è un percorso macchiato di lacrime,
potresti parlare per acquietare le mie paure?
Potresti prendermi da parte
solo per apprezzarmi d’averci provato?

E mentre l’ultimo respiro inizia,
felicemente ributtalo dentro
perché capita a tutti
nella fine.

E mentre l’ultimo respiro inizia
scopri che il tuo demone è il tuo migliore amico.
E capita a tutti
nella fine.

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Omofobia

Una delle cause che alimentano l’omofobia
è la modalità con cui si sviluppano
i rapporti sessuali dei gay: da dietro.

Nell’immaginario collettivo
fare qualcosa alle spalle è sinonimo di
disonore, indecenza e scorrettezza.

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Lesbo Chic

 

 

Due donne che si baciano
suscitano divertimento,
spesso tramutato in eccitazione:
fenomeno chiamato “lesbo chic”.

Due uomini che si baciano
suscitano disprezzo:
vengono subito associati
alla “passività” del loro
rapporto sessuale,
quindi sottomissione volontaria
di un uomo a un altro uomo.

Il che è poco “chic” e
nella cultura popolare
non rende certo onore.

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