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Se non dicessi la mia
per rifugiarmi in un più
comodo e omertoso silenzio
non sarei io.
In questi giorni si è
celebrato e santificato
Lucio Dalla, tanto, troppo,
decisamente più del dovuto.
“Grande cantante, poeta contemporaneo,
immensa perdita, ecc… ecc…”.
Scusate, forse sono io
fuori dal mondo o forse
sono troppo giovane e
quindi aperto a smentite,
ma uno che ha fatto 3 canzoni
di grande successo
(Caruso, 4 Marzo 1943, L’anno che verrà)
e altre 5 di fama minore
(attenti al lupo, piazza grande, canzone,
com’è profondo il mare, tu non mi basti mai,
balla balla ballerino)
può mai essere così incensato?
Oltretutto quando l’ultimo
suo pezzo conosciuto risale
a 30 anni fa! Non scherzo!
Sebbene il buon vecchio Lucio
abbia continuato a cantare
e a sfornare album fino alla fine,
sono 30 anni che costui
non si vede e non si sente.
Su, forza, sfido chiunque
a ricordare una hit di Dalla
già solo degli ultimi 10 anni,
non esiste!
Se per un Dalla qualsiasi
siamo riusciti a fare
tutto questo chiasso,
quando un domani morirà
un Celentano, una Mina o un Renato Zero
cosa dovremmo fare allora?
Indire il lutto nazionale?
Argomento omosessualità:
Anche qui mi sembra
di vivere in un’altra dimensione,
tutti cadono (volutamente?) dal pero.
Lo si sa da una vita
che era gay, smettetela
di prenderci per i fondelli,
quello che invece non sapeva
il grande pubblico è
che il Signor Dalla (anni 69)
stesse con un tale Marco Alemanno (anni 31)
da oltre 8 anni.
Facendoci due conti,
all’epoca il 60enne Dalla,
per saziare la sua lussuria,
adescò un ragazzo di 24 anni,
e per circuirlo, oltre
a far leva sulla fama,
di sicuro gli mollava
anche il centone.
Non so a voi, ma a me
immaginare tutto ciò
fa letteralmente schifo.
Dunque, per uno basso, peloso,
col parrucchino,
di cui non ho nemmeno
una canzone sul pc
e che andava a letto coi ragazzini
non mi va di versare
nemmeno una lacrima, anzi.
Lo so, risulterò impopolare,
macchissenè.
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