Durante le elezioni scattano
nella mente delle persone
dei meccanismi alquanto singolari:
1) Le gente non va a votare,
2) Va a votare ma scrive puttanate sulla scheda,
3) Va a votare e consegna la scheda bianca.
Se il primo caso, sebbene non possa trovarmi d’accordo,
riesco a comprenderlo perché magari è estate
e la gente preferisce andare a mettere
le pacche nell’acqua o comunque
fare di meglio che provare a cambiare l’Italia;
gli altri due per me restano un autentico mistero.
Scrivere “andate a rubare, siete tutti ladri”
sulla scheda è un atteggiamento improduttivo,
perché quel messaggio non arriverà mai al diretto interessato,
ma soltanto agli scrutatori,
che si faranno una grossa risata;
apprezzo, però, almeno la buona volontà,
o quantomeno l’obiettivo di quella mattinata,
seppur ingenuo e futile,
di protestare contro la classe politica.
La scheda bianca invece è davvero incomprensibile,
pensare che uno si sveglia la mattina,
sacrificando una giornata di mare,
o una passeggiata sul lungomare con i figli,
o una lavata del pavimento di casa
per andare nel seggio a fare niente,
nemmeno un inutile voto di protesta,
mi manda al manicomio.