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Posts Tagged ‘privacy’

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La scienza e la tecnologia
hanno fatto passi talmente da gigante
che qualsiasi caso di cronaca
sembra non avere segreti.

Qualcuno è indagato per un crimine?
Si va a spulciare nel suo pc
per smontargli l’alibi e risalire
ad ogni singolo cyber-movimento.
Qualche altro è morto in cause misteriose?
Gli si pratica l’autopsia
e subito si risale al motivo.

Un mio pensiero (paura) ricorrente,
in questa totale mancanza di privacy
è che prendi una di quelle sere apatiche,
in cui per perdere del tempo e scacciare
via la noia scegli di spararti una sega,
durante l’atto, ci vai giù troppo pesante
e di lì a breve crepi di infarto:
ma ti devi pure far ridere addosso
quando ti aprono per autopsia?

E metti che sempre quella sera
eri alla ricerca di “emozioni forti”
e optasti per un sito di transessuali (!!!),
ma porca paletta,
oltre a morire da fesso
devi anche subire
la beffa di rimediare
una figura di merda allucinante.

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https://i0.wp.com/www.ilmattino.it/MsgrNews/MED/20140705_smart884.jpg

Prima perdevi il cellulare e,
oltre ad esso, ci rimettevi
la tua rubrica telefonica
e gli sms in memoria.
Giusto un po’ di privacy.

Se invece oggi smarrisci (o ti rubano)
lo smartphone fai prima a legarti
una corda al collo.

Il ladro ha subito accesso
a vita, morte e miracoli di te.

Dall’account Google
può risalire alle attività sul web,
alle nostre posizioni e alle email;
con buona possibilità di recuperare
le password che ci riguardano.

Poi apre Facebook,
e lì è un autentico bagno di sangue:
scopre come ci chiamiamo,
dove viviamo,
la nostra faccia da culo
e come la pensiamo.

Dopo si catapulta su WhatsApp
e legge tutte le tresche che intavoliamo
sottobanco con amici e trombamici.

Non finisce qui,
il meglio viene quando apre la cartella
FOTOCAMERA del nostro cellulare,
e scopre le foto al mare,
gli aftersex
e i selfie sulla tazza del cesso.

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Un’Idea Geniale

https://i0.wp.com/news.you-ng.it/wp-content/uploads/sites/2/2013/05/subito_iphone.jpg

L’idea geniale è un’idea stupida
a cui nessuno era arrivato prima.

Prendete facebook, che è?
Un elenco telefonico online.

Idea rivoluzionaria
frutto di una mente superiore?
No. Gia c’era! Solo che prima
questa indirizzo virtuale
dove poter rintracciare le persone
era privato, o meglio,
era accessibile solo a chi
ne era a conoscenza perché
ricevuto in precedenza dalla persona
stessa che ne era titolare: Msn.

Una volta che viene messa
da parte qualsiasi forma di privacy,
e che quindi tutti possono
rintracciare tutti conoscendone
semplicemente nome e cognome,
ecco il boom.

Si fonda sul medesimo criterio
di semplicità subito.it,
comprare online è conveniente,
però prima non sapevi in che condizioni
quell’oggetto si trovasse realmente,
per questo la fregatura
era dietro l’angolo.

Inoltre dovevi pagare
le spese di spedizione,
che in Italia sono una vera rapina,
e che comportavano spesso
un considerevole aumento del prezzo,
rendendo l’oggetto meno conveniente.

Subito.it ha capito la falla,
ed ha creato un mercatino virtuale
dove tutti possono esporre
gratuitamente la propria merce
su delle bancarelle,
e chi è interessato,
ha la possibilità
di accertarsi di persona
sulla qualità del prodotto,
oltretutto con zero costi aggiuntivi.

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In principio, per farti i cazzi
degli altri facevi i salti mortali,
chiedevi in giro,
a volte anche rischiando
grosse figuracce.

Il concetto di privacy è stato
totalmente stravolto
negli ultimi anni.

Adesso basta che chiedi
l’amicizia su Facebook
e subito risolvi,
anzi, sono stesso gli altri
a comunicarti ciò che fanno
e con chi lo fanno.

Prima volevi impicciarti e faticavi per farlo,
adesso vogliono farti impicciare
con un tale sovradosaggio di informazioni
che quasi ti fanno girare le palle.

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Dicono che Facebook sia donna,
mentre a Twitter spetterebbe
la palma del più
apprezzato tra gli ometti;
in effetti, voi ce la vedreste
una donna esprimere un concetto
in soli 140 caratteri?
Impossibile.

Sul re dei social network
le amabili donzelle tirano
fuori il meglio di loro,
del tipo che mettono “mi piace”
a ogni pagina gestita
da una bimbaminchia qualsiasi
o addirittura a quelle che
non sono mai state aggiornate.

Ho notato, inoltre,
che durante la fase di zitellaggio
linkano continuamente
frasi depressissime;
poi acchiappano il cretino, si fidanzano,
e dalla sera alla mattina
il registro incredibilmente cambia:
passano dal “single pride”
al “forever togheter”.

Il bello arriva proprio adesso,
non scrivono le loro merdate
nella chat del tizio o, al massimo,
sulla sua bacheca: no!
Le scrivono sulla loro bacheca,
in modo che tutti quanti
possano vedere e sapere
quanto sia una donna fortunata.

E’ l’ostentazione massima
della propria vita privata,
come se poi, almeno che tu non sia Signorini,
a qualcuno interessi sapere
i cazzi sentimentali altrui.

Uno strano fenomeno
avviene con le donne incinte.
Durante la gravidanza
passano le giornate su facebook,
ad aggiornarci minuto per minuto
sui loro sogni e sulle loro voglie,
intervallandole con link
dal tema scontatissimo
sull’importanza di avere un figlio
e sulla fortuna di essere madre.
Vabbè.
Sfornata sta pagnotta,
per i FBfriends arriva
il momento di quiete.
Per giorni vedi che non si connettono,
capisci che il pargolo gliene starà facendo
passare di tutti i colori,
e te, come una vendetta indiretta,
quasi godi per questo.

Infine, un consiglio spassionato,
MAI SCRIVERE PER ULTIMO.
Facebook è l’unico posto
dove lasciare l’ultima parola
alla donna non è affatto negativo.

Se aprite un discorso,
massimo due risposte
e poi lasciatelo
in sospeso con l’ultima frase di lei.
Non vi azzardate a darle corda,
siate sfuggenti,
se capisce che vi ha in pugno
e che pendete dalle sue labbra
siete spacciati.

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Capisco che l’elevato
livello di privacy
adottato per la donazione
degli organi ha l’intento
di salvaguardare
le famiglie coinvolte.

Però ritengo anche che, spesso,
entrambe desiderino conoscersi:

quella del donatore,
per vedere continuare
la vita di un bisognoso
grazie al sacrificio
del proprio caro;

quella del ricevente,
per dire un semplice “grazie”.

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Vita di Paese

Nei piccoli paesi aumenta
la possibilità di instaurare amicizie
perchè i luoghi di ritrovo sono pochi,
di contro diminiusce drasticamente
il livello personale di privacy.

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