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Posts Tagged ‘sofferenza’

Una Moneta Odiata

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Tutto passa e
anche i disastri compiuti
dall’euro un giorno
si risolveranno,
certo,
occorrerà un ventennio,
però alla fine tornerà il sereno.

Il problema non è tanto
sperare che questa quiete
arrivi il più presto possibile,
la vera sfida per i governanti
sarà far accettare all’italiano
di avere quotidianamente a che fare
con una moneta che fondamentalmente odia,
a cui imputa decenni di sofferenza.

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Ricordo che all’università
durante una lezione il docente ci disse:
“Ragazzi, non pensate che il fine
degli ospedali sia curare le persone,
il loro fine è guadagnare dalle persone”.

Gli ospedali e le Asl
non sono strutture misericordiose
come quelle di Emergency,
sono aziende:

Azienda ospedaliera,
Azienda Sanitaria Locale.

E da che mondo è mondo,
ogni azienda punta al profitto,
da raggiungere in qualunque modo.

Loro non ti curano bene perché
tengono alla tua salute,
loro ti curano bene perché
quando ne riavrai bisogno
tornerai da loro,
riporterai i soldi a loro.

Ti accorgi che sei
un semplice business
appena entri in una struttura sanitaria,
specialmente negli ospedali,
e ti ritrovi 1.50€ di parcheggio.

Non è lucrare sulla sofferenza questo?

Se il loro fine è curare le persone
e il ticket che paghi è solo
un contributo che dai
per il mantenimento della struttura,
perché dissangui in questo modo
anche il semplice visitatore
che non usufruisce di nessun tuo servzio,
a parte di un parcheggio che,
in media, costa 0.50€ e massimo 1€?

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Le persone sono portate
a dare di più quando
un loro fallimento
sarebbe causa di delusione/sofferenza
per altre persone.

Le attenzioni altrui
danno spesso l’avvio
alle concause
che favoriscono i successi
di un individuo.

Le attenzioni portano pressioni,
le pressioni portano motivazioni
e le motivazioni fanno la differenza.

Inoltre se le attenzioni
a cui si è sottoposti,
vengono riconosciute come legittime,
aiutano a rinsaldare in maniera
determinante il rapporto
con chi le distribuisce.

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Meriti Di Meglio

A volte sappiamo essere
inconsapevolmente
crudeli.

Vediamo un nostro amico
patire le pene dell’inferno
per amore e la prima frase
che ci viene in mente
per consolarlo è
“meriti di meglio”.

Nulla di più atroce.

In un solo colpo
gli stiamo rivelando la bassa considerazione
che abbiamo sempre avuto della sua ex
(con la speranza che non tornino
più insieme, altrimenti la fritta sarà fatta)
facendo sentire lui un coglione
proprio perchè sta soffrendo
per una stronza.

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La lontananza è un ottimo
test per la solidità/veridicità
di qualsiasi coppia,
in quanto essa è una
delle cause più
gettonate in tema
di separazioni affettive.

Passando molto tempo
distanti dal partner
si è facilmente
soggetti a “distrazioni”
che consentono una
rivalutazione dei
propri sentimenti.

Quando poi,
in caso di amore vero,
dovrebbe accadere
l’esatto contrario:
la lontananza dovrebbe
portarti a pensare
ancora più alla
persona amata,
perchè viene a mancarti
una parte essenziale
di te e della tua vita.

Mi hanno colpito
molto i contenuti presenti
su http://welcomehomeblog.com ,
un blog americano che mostra,
tramite video a forte
impatto emotivo,
il momento in in cui
i militari tornano a sorpresa
a casa dai loro cari.

Armatevi di fazzoletto,
perchè davvero si fa fatica
a resistere di fronte a certe immagini.
Beh, lì vedi proprio
la sofferenza che entrambe
le parti provano a stare lontane,
te ne accorgi da come
si abbracciano, piangono
e si baciano dopo mesi e mesi.

C’è addirittura un video
di un soldato che, dopo
aver sorpreso la propria
donna sopra un campo di baseball,
in mezzo a centinaia
di altre persone,
si inginocchia davanti
a lei e le chiede di sposarlo.

Ecco tornare alla questione
di prima sul vero amore
e sulla lontananza che ti
permette di capire
quanto importante sia
per te la persona
che hai accanto.

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Si innescano
strani meccanismi
quando usciamo
con le ossa rotte
da una una storia importante,
o siamo nel bel mezzo
di una sua crisi.

Inevitabilmente
ci metteremo alla ricerca
di un “amore sostitutivo” e,
non di rado, abbiamo
la fortuna di trovare
addirittura chi è disposto
a darci molto più di ciò
che in precedenza eravamo
abituati a ricevere:
attenzioni, premure,
galanterie e carezze
ormai dimenticate.

La testa ci suggerisce
di buttarci a peso morto
tra le sue braccia,
sarebbe razionalmente giusto,
questo noi lo sappiamo,
ma a mischiare le carte
e a fregarci ci pensa
come al solito il cuore.

Quella persona potrà essere
la più dolce, sensibile e
speciale di questo mondo,
le sue carezze
lasciano trasparire
un affetto commovente,
ma non sono le carezze che vogliamo,
non sono le carezze
della persona per cui
stiamo ancora soffrendo.

Ed è una sensazione
orrenda non provare alcun
trasporto per una persona
che invece verso di te
del trasporto ne ha,
inevitabilmente i sensi
di colpa aumentano e con essi
la convinzione di non voler
illudere o ferire nessuno
a causa del nostro stato confusionale.

Il paradosso è che, magari,
col “nuovo che avanza”
ci usciamo volontariamente,
perchè è in dubbio che
faccia piacere sentirsi
al centro delle sue attenzioni,
ma quando poi si fa avanti
cercando qualcosina in più,
anche un semplice tocco,
a noi imbarazza, anzi,
da quasi fastidio
sentirci addosso le sue mani,
le percepiamo come
quelle di un estraneo.

La chiamano “chimica”,
o cel’ha o non cel’hai,
non si acquisisce col tempo,
e non è consentito forzarla.
Chissà, magari sarebbe scattata
in altre circostanze,
forse viste le nostre recenti
delusioni è ancora troppo presto,
o forse il nostro sesto senso
ha già provveduto ad avvertirci
che quella non sarà la persona
capace di lenirci le ferite
e restituirci la gioia
di una nuova avventura.

Dove sta la verità
possiamo stabilirlo solo noi,
e non è possibile farlo
se prima non mettiamo ordine
dentro noi stessi,
capire davvero se ciò
che vogliamo l’abbiamo lasciato
alle spalle e c’è modo
di recuperarlo,
o se il nostro è soltanto
un momento di smarrimento
che è destinato a passare
frattanto che non riusciremo,
con fatica, a riabituarci
a nuove mani e a nuove emozioni.

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Quando date a malincuore
un taglio netto a un rapporto,
siate abili a non conferire
alla vostra ex partner
più importanza di quanta
in realtà non ne abbia,
per quanto mi rendo conto
sia difficile,
non dovete mai darle
la certezza di avervi in pugno.

Dopo aver detto la parola “fine”
(o, perchè no, averla ricevuta)
dovete essere abbastanza forti
da non mostrarle ulteriori
manifestazione di interesse:
no una telefonata,
no a un sms,
niente di niente,
a costo di strappare
il cuscino a morsi
dalla sofferenza
ma non dovete farvi sentire,
non gliela dovete dare vinta:

non è una questione di orgoglio,
ma di onestà e dignità.
Lei adesso è il passato,
mentre il presente e il futuro
appartiene solo a voi e
alla donna che saprà
realmente rendervi felice.

(p.s. nel video c’è
una canzone che rende
bene il concetto)

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L’amore può far
fare cose incredibili.

Riesco a fatica a trattenere le lacrime
quando vedo, o mi raccontano,
di persone anche poco istruite che,
in punto di morte,
con l’ultimo filo di voce,
raccomandano a chi gli sta accanto,
di badare al coniuge o ai suoi figli.

Se uno si sofferma
a rifletterci bene,
questo ha dello straordinario.

Cioè starai sicuramente provando
un dolore fisico della Madonna,
e te lo sentirai che stavolta
stai rischiando seriamente di morire,
perchè certe cose le senti…
ma te ne frega niente,
prima di trapassare
la tua unica preoccupazione
non è per te stesso,
così come dovrebbe essere,
ma è per le persone a te care.

“Non le posso
più guidare io,
fatelo voi per me,
ne hanno bisogno”.

In quel momento
dimostri che,
fino ad allora
hai vissuto per loro,
e quello che più conta per te
non è la tua condizione di salute,
quella ti serviva solo per
badare ai tuoi cari,
e ora che non ti sarà consentito
farlo più, l’unica cosa
che potrebbe rassenerarti
è la certezza di lasciare le
persone amate in buone mani.

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Quando si vuole
costruire un discorso
che susciti ilarità,
una delle frasi di sicuro
affidamento da cui
trarre spunto è:
“Ti lascio perchè ti amo troppo”.

In essa, in effetti,
almeno all’apparenza,
c’è una forte contraddizione:
se ami una persona
fai di tutto per non lasciarla,
non certo il contrario.

Capitano situazioni
in cui, però, siamo
consapevoli di starci
a cacciare in un vicolo cieco
che porterà sicuro
all’autodistruzione,
dove diamo troppo,
fin quasi ad annullare noi stessi
pur di far contento l’altro,
ma, in cambio, a tornarci
è poco o nulla.

Poi un bel dì
riusciamo con estrema fatica
a riaprire gli occhi
(di solito ci portano
gli altri a riaprirli,
anche se fino all’ultimo
ci battiamo per non farlo)
e a compiere una scelta
per noi dolorosa, solo per noi,
paradossalmente più dolorosa
di quanto sia per noi non prenderla;
ciò che per gli altri sarebbe
il più normale e semplice
dei rimedi a noi invece comporta
una sofferenza inspiegabile,
che solo chi l’ha
in precedenza vissuta
potrà giustificare.

Quando arriviamo a
pronunciare la fatidica frase:
“ti lascio perchè ti amo troppo”
non siamo dei pazzi,
stiamo semplicemente dicendo
che da ora in avanti
ci riprendiamo i nostri spazi
e torniamo a vivere sereni,
torniamo a mettere
noi davanti a tutto.

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Fenomeno comune alle ragazzine
ormonose e sognatrici è
l’immedesimazione negli amori televisivi:

che se poi ci pensate
gioire, soffrire e fare
quindi un vero e proprio tifo
per un sentimento che
appartiene a qualcun altro
è una cosa tristissima,
per non dire sfigata.

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