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Posts Tagged ‘tette’

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Ho imparato che quando una donna agè
vuole far ammirare il proprio corpo
si lascia immortalare con le braccia alzate,
tu credi sia una posa sexy,
invece è tutta una tattica per sfidare la forza di gravità
e tenere su delle tette che, altrimenti,
cadrebbero a penzoloni sulle ginocchia.

Un’altra cosa diabolica che ho appreso
scrutando l’universo femminile
è come fare foto ingannevoli.

Cioè, conosci una tizia di persona
è vedi che è un cazzo di boiler,
una colata di lardo sulle ossa;
poi la stessa tipa te la ritrovi su FB
che si spara selfie a manetta
e non ti capaciti di quell’apparente figaggine,
non ti sembra lei.

È l’angolazione dello scatto a fare la differenza,
ste megere l’hanno capito bene:
quanto più sei cessa, tanto più devi alzare
il braccio sopra la testa,
le foto vanno scattate dall’alto verso il basso,
così ti sfinano di brutto.

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Non credete a chi vi dice
che le dimensioni contano,
il piacere è pura
questione di chimica.

Se bastasse un pene grande
a determinare spontaneamente
il godimento, le pornostar
non reciterebbero, cosa
che invece avviene,
anzi, al termine del ciack
le si vede addirittura
ridere a crepapelle.

Per gli uomini vale lo stesso,
a eccitarli non è la bellona
tutta tette di turno,
ma quella che sa come sedurlo,
che gli sa far partire l’ormone
con un tono di voce particolare
o uno sguardo ammiccante.

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A me piace molto
soffermarmi sulle sfumature
di una lingua, su quelle cose
dette automaticamente,
senza pensarci sopra più di tanto,
ma che in sé racchiudono
la cultura di un popolo.

La società italiana,
ad esempio, è palesemente
fallocratica da sempre,
ed infatti la sua lingua
la rispecchio appieno.

Avete fatto mai caso
a quanta importanza diamo
alle parole “palle” e “cazzo”?
Moltissima, tanto è vero
che le utilizziamo
un po’ ovunque e in diverse forme:

ne ho piene le palle,
hai rotto le palle,
mi hai fatto scendere le palle,
che palle,
che palla hai detto,
‘sti cazzi,
cazzi amari,
ecc… ecc…

La parola “figa” la si usa raramente,
mentre “tette” mai.

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Non esiste più etica, nè valori,
niente di niente,
solo il degrado più totale,
e mi rendo conto
di questa costante deriva
quando vedo in tv le donne
trattate come mute
bambole di carne.

Il culo da fuori,
le tette sparate in gola,
ragazze bellissime
che si accontentano di fare
un balletto mezze nude,
anche in pieno inverno,
senza mai avere diritto di parola:
pur di comparire in tv
accettano di sottostare
a questa umiliazione
dell’essere umano.

A me non sembra di ricordare
un uomo che è riuscito
a sfondare dopo aver fatto
anni di gavetta ballando
in perizoma per 30 secondi
davanti a una telecamera,
questa è esclusiva
del solo universo femminile.

Una delle cose più terrificanti
che mi è capitata di vedere
sono i provini a cui
queste aspiranti vallette
si sottopongono:
in costume da bagno.

Cioè è chiaro fin da subito che
dovrai mostrarti nuda
se vuoi fare quel lavoro.
In quei 5 minuti di provino
puoi sbagliare tutti
i congiuntivi che vuoi
ma se hai il culo a mandolino,
le tette a pera e un viso
che buca lo schermo stai
certa che il posto sarà tuo.

Zero cervello,
zerò personalità
zero dignità,
zero morale,
quello che interessa
della donna è solo
la sua immagine.

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Ci sono appellativi
che facciamo fatica
a sentirci addosso,
appena qualcuno
li pronuncia noi
stacchiamo il cervello
e rispondiamo/reagiamo d’impulso
non volendo accettare
una scomoda realtà.

Avete mai provato
a dare della “troia”
a una donna?
Il 100% di loro
vi azzannerà al collo,
anche coloro che
effettivamente lo sono.

Vi racconto due
simpatiche storie:

1) La prima riguarda
un incontro casuale
fatto su facebook da un amico.
Ha abbordato una tizia
che, pur se non lo aveva
mai visto prima di allora,
gli ha mandato delle foto
di lei nuda, con tette
in mano e lingua da fuori,
e anche una dove si cimenta
in una fellatio.
Gli ha raccontato inoltre
di essersi scopata tutti
i ragazzi del suo paese
e di essere fortemente
interessata a prenderlo
in bocca anche da lui.
Allorchè il mio amico,
giustamente, dopo esserci
entrato in confidenza,
le ha detto “mamma mia,
sei proprio una troia”,
pensando di farle un
complimento ed eccitarla
ancor di più.
Lei invece, inaspettatamente,
si stranisce, e gli risponde
di non permettersi più
di offenderla perchè lei
non è una troia…
Bah.

2) La seconda storia
si riferisce a un docufilm
visto sugli “scambisti”.
Praticamente c’era questa
coppia di sposi intenta
a divertirsi con una mistress
(donna dominatrice).
La moglie non si è persa nulla…
ha leccato la mistress e 
si è lasciata leccare,
poi ha avuto un rapporto
completo col proprio uomo,
e per completo intendo
che si è fatta tappare
tutti i buchi a sua disposizione…
inoltre ha visto anche
il marito riservare lo stesso
trattamento alla mistress
partecipando attivamente
al divertimento.
Alla fine del giro di giostra,
la mistress prende
la moglie e le chiede:
“dai, dici alla telecamera
che sei una troia”;
e la moglie:
“No, no, non lo voglio dire”.

Ma come non lo vuoi dire,
lo hanno visto tutti che lo sei,
ci sono addirittura
le prove filmate…
niente, alla donna questa
etichetta cucitale addosso
proprio non le piace,
per quanto loro siano
consapevoli che gli appartenga.

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La maggior parte
delle persone sono
ancorate alle proprie
tradizioni/convinzioni
in maniera ottusa ed estremista.

Quando ho voglia
di metterle in discussione,
soprattutto quelle sessuali
(le più ostiche al dialogo),
la prima cosa che faccio
è rivolgermi a coloro che dicono
“che schifo, mai con un uomo”.

Sostenendo che questo giudizio
è completamente insensato
se lo basiamo prettamente
sulla meccanica di un rapporto sessuale.

A te, uomo, toccare un pene non disturba,
lo fai minimo 3 volte al giorno,
d’accordo, è il tuo, ma nella sostanza
si differenzia da quello di un altro?
No, quindi quello di un altro
non ti deve far schifo toccarlo.

Riguardo invece alle pratiche sessuali,
la bocca e l’orifizio posteriore
non cambiano da uomo a donna,
quindi non cambiano nemmeno
le sensazioni che si hanno
a contatto con i suddetti:
che tu abbia un rapporto orale
o anale con una donna o con un uomo
non avverti alcuna differenza “fisica”
ma, al limite, soltanto psicologica.

Poi vabbè, mi si può dire
che a condizionare la scelta
siano le tette, potrei
quindi suggerire di provare con una trans,
o che la penetrazione vaginale
è ineguagliabile, ma anche lì
avrei da obiettare visto
che a un uomo quasi mai basta
solo quella con una donna
e la maggior parte dei tradimenti
avviene proprio per la
voglia di “trasgredire”.

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Sono contrarissimo a quegli
uomini ipergelosi che
costringono le proprie donne
a vestirsi da monaca.

Una donna DEVE esibire,
sarebbe un crimine
non lasciarglielo fare,
può permetterselo giusto
dai 17 ai 40 anni:
fin quando il fisico
ancora regge e lei
si sente desiderata.

Poi credo che quanto
più venga guardata
tanto più onore
conferisca all’uomo
che le è accanto:
lui può vantarsi di
riempirsene le mani,
gli altri solo gli occhi…

Quello che più mi fa
impazzire in una donna, però,
è il seno da “maggiorata”.
Sebbene spesso
ce ne dimentichiamo,
non sta lì come “giocattolo”
con cui far “divertire” gli uomini…
bensì per qualcosa
di estremamente funzionale:
allattare il proprio bimbo.

Resto incantato
davanti a una donna
che sfoggia orgogliosa
il suo decoltè,
perchè sembra quasi
voglia dire:
“guarda con quali mezzi
potrei tirare su tuo figlio…”
proprio come fosse
sinonimo di garanzia.

Inoltre il rimando
va inevitabilmente
agli anni ’40 – ’50,
quelli delle nostre nonne,
tanto per intenderci,
dove la stragrande maggioranza
di esse aveva dei petti esplosivi e da sola,
fino a tarda sera,
gestiva le mura domestiche
aspettando il ritorno del marito.

Le nostre nonne erano
delle figure forti e rassicuranti,
questo anche grazie alla loro fisicità,
se notate, quasi mai minuta,
erano tutte ben messe
e con questi seni “importanti”.

Il seno simboleggia la maternità,
non so voi, ma a me quando viene
da pensare alla conformazione
prettamente fisica di una madre,
la prima cosa che le associo è il seno:

mi risulta davvero difficile immaginare
una madre senza seno o con una seconda,
un seno abbondante legittima
la stessa figura materna,
a maggior ragione per una figlia,
che si trova a crescere con una donna
che le è superiore non solo
anagraficamente ma anche fisicamente,
ed è facile innescarle, quindi,
quel processo mentale che porta a rispettare,
già solo su queste basi di superiorità,
il genitore e porlo come metro di paragone:
“sarò una donna anch’io solo
quando arriverò a quella fisicità”.

Una donna senza seno,
non è appieno donna o,
al limite, non è femminile
(dato inopinabile, altrimenti
non ci sarebbe la corsa a rifarselo).

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Resto a dir poco perplesso
quando i programmi televisivi
di approfondimento o dibattito
mandano a qualsiasi ora
scene di sesso, intere,
censurando però la tetta o il culo di lei,
quasi a voler dire:

“se si trovasse a guardardarle un bambino,
noi lo salvaguarderemo, perchè si potrebbe
turbare davanti a quelle nudità”.

Si turba a vedere una tetta ma
non due che si ingroppano a vicenda…

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L’uomo le prime cose
che nota in una donna sono:

1) il seno (per toccarglielo)
2) il sedere (per penetrarlo)
3) la bocca (per penetrarla)

 

La donna sostiene di notare in un uomo:

1) le mani (plausibilmente per farsi toccare)
2) gli occhi (per farsi adulare)
3) il sedere (inspiegabile, non se ne fa nulla)

A dimostrare l’insensatezza e la passività della donna.

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Nel nostro paese basta “ingranare” la sesta
per raggiungere in un battibaleno il successo.

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