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Posts Tagged ‘twitter’

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Di tanto in tanto
escono notizie di gente
che si cancella da Facebook
in preda a qualche strano
raptus depressivo.

Devo essere sincero,
un po’ li capisco.

A me FB mette ansia,
esattamente ansia da prestazione
ogni qualvolta decido,
dopo lunghe riflessioni,
di pubblicare qualcosa.

Semplicemente perché
se nessuno la commenta
o mette “mi piace”
faccio la figura
dello sfigato non solo
con me stesso,
ma anche davanti a tutte
le persone che conosco,
passo ugualmente per sfigato
se i commenti e i “mi piace”
arrivano dalle solite persone;
dunque, per non correre rischi
e vivere serenamente,
passano mesi senza
che io posti nulla.

Twitter è diverso,
non mi stressa, mi diverte
ed è più meritocratico,
è come lanciare una bottiglia
nell’oceano e poi aspettare
di vedere se qualcuno la raccoglie.
Se anche una sola persona estranea,
e quindi senza preconcetti,
clicca “mi piace” o retwetta
è da considerarsi un evento straordinario.

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Periscope

https://tctechcrunch2011.files.wordpress.com/2015/03/periscope-twitter.png

‘Sti cazzo di vecchi rincoglioniti
hanno scoperto Periscope e adesso,
per sembrare giovani e innovativi,
lanciano dirette web pure quando vanno al cesso.

Come se poi il live streaming
fosse una scoperta recente,
Youtube lo fa da anni
mentre Twitch c’ha costruito
sopra una fortuna.

Sinceramente a me quelli
che preoccupano di più sono i giovani,
anche loro stanno entrando
in fissa con Periscope che poi,
parliamoci chiaro,
ha un nome fraintendibile,
che se non stai ben attento
ti può far andare incontro a brutte figure.

Esci con una, la porti un po’ in giro,
spendi una fortuna e questa nemmeno un bacio.
Mestamente la riaccompagni a casa,
quando lei, prima di scendere dall’auto,
se ne esce con un’esternazione che ti illumina:

– Stasera periscopiamo?

E tu pensi: “è fatta, è fatta cazzo, gol al 95°”,
ma comunque scegli di adottare strategicamente
il low profile e fare un po’ il sostenuto:

– Non so dai, la prima sera, non vorrei che tu pensassi male.

Lei:
– Ma no, stupido, cosa hai capito??? Si fa tutto dal pc.

La confusione aumenta alla pari della perplessità ma,
pur preferendo il metodo classico,
scegli di adeguarti
per stare al passo con i tempi.

Lei:
– Allora ok? Ci stai? Appena salgo su, il tempo
di fare una doccia, poi apro e vieni dentro.

Uhm… e lì prendi coraggio:
in fondo sta periscopata tanto distante
da quella tradizionale
non deve essere.

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https://achuisle.wordpress.com/wp-content/uploads/2013/03/3anni.jpg

Terza candelina,
chi l’avrebbe mai detto,
eppure ci siamo arrivati.

L’idea che da sempre
è stata alla base di questo blog
è il voler lasciare
sul web una mia visione delle cose,
mi piaceva immaginare che qualcuno
si potesse collegare,
inserire un qualsiasi argomento
nel motore di ricerca
e leggere cosa io
pensassi al riguardo.

Un’ impostazione del genere
significa giocare a carte scoperte:
ognuno di noi ha dei segreti,
dei lati oscuri o comunque
personali che non ci va di mostrare.

Al diavolo tutto!

Per far crescere un blog
mi sono accorto che devi
starci parecchio appresso,
il segreto è farsi amplificare
dai quei siti di editoria sociale
(come “oknotizie”), credetemi,
portano un traffico pazzesco,
questo angolino del web ha avuto mesi floridissimi,
ha toccato anche le 1000 views giornaliere,
vi parlo al passato perché
l’utente che avevo fidelizzato
ha smesso di condividermi su questi siti
facendo, di conseguenza, sgonfiare i numeri del blog,
e a me va benissimo così:
se pensate che mi metta
io stesso a fare sti giochetti
pompa views state freschi,
anzi, mi sto persino scocciando
di aggiornare settimanalmente
il blog con almeno 3 post,
i primi tempi ne postavo uno al giorno
senza accusare il colpo,
ma adesso…
è diventato quasi un peso
e non so fino a quando andrò avanti.

Mi annoia un casino scrivere,
ci impiego più di un’ora
solo per un paio di post,
e, principalmente, mi risulta
difficile dopo tutto questo tempo
non ripetermi, e trovare
ancora nuovi spunti di riflessione.

Come ogni anno,
questa è l’occasione
per poter fare un bilancio
e parlare un po’ di me.

Comincio col dire che sono
sbarcato su twitter e mi sta
piacendo moltissimo, tanto
che facebook l’ho quasi abbandonato,
tutto ciò che di sintetico
e immediato mi passa
per la testa lo potete trovare lì.

Da più di un annetto sto invece
postando su youtube dei video
con delle cose che ho scritto,
le views sono scarsissime,
però, dopo i primi 3 video
che non mi piacevano affatto
per la loro artigianalità,
sono convinto di aver trovato la strada giusta
con l’ultimo e credo di perseguirla.

Capitolo vita privata:
un disastro.
Sto quasi rimpiangendo
i tempi quando chiunque
incontravo mi chiedeva
se avevo una ragazza,
adesso mi chiedono se ho un lavoro.
Sta diventando un’ossessione,
inconsapevolmente e in buona fede
ti sottopongono a una pressione
psicologica non indifferente.
Già ho di mio le palle girate
per come stanno andando le cose,
e più cerco di non pensarci
e più loro me lo ricordano.

Non potete immaginare
con quanta umiliazione
mi tocca rispondere,
è come se ripetessi
ogni volta di essere un fallito.

Infine, come di consueto,
qualche noioso dato:

circa 34 100 visualizzazioni
48 utenti di media giornaliera nel 2012
64 condivisioni
15 iscritti al blog (che ringrazio)
8 iscritti ai commenti.

Un Abbraccio e Buona Pasqua.

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Dicono che Facebook sia donna,
mentre a Twitter spetterebbe
la palma del più
apprezzato tra gli ometti;
in effetti, voi ce la vedreste
una donna esprimere un concetto
in soli 140 caratteri?
Impossibile.

Sul re dei social network
le amabili donzelle tirano
fuori il meglio di loro,
del tipo che mettono “mi piace”
a ogni pagina gestita
da una bimbaminchia qualsiasi
o addirittura a quelle che
non sono mai state aggiornate.

Ho notato, inoltre,
che durante la fase di zitellaggio
linkano continuamente
frasi depressissime;
poi acchiappano il cretino, si fidanzano,
e dalla sera alla mattina
il registro incredibilmente cambia:
passano dal “single pride”
al “forever togheter”.

Il bello arriva proprio adesso,
non scrivono le loro merdate
nella chat del tizio o, al massimo,
sulla sua bacheca: no!
Le scrivono sulla loro bacheca,
in modo che tutti quanti
possano vedere e sapere
quanto sia una donna fortunata.

E’ l’ostentazione massima
della propria vita privata,
come se poi, almeno che tu non sia Signorini,
a qualcuno interessi sapere
i cazzi sentimentali altrui.

Uno strano fenomeno
avviene con le donne incinte.
Durante la gravidanza
passano le giornate su facebook,
ad aggiornarci minuto per minuto
sui loro sogni e sulle loro voglie,
intervallandole con link
dal tema scontatissimo
sull’importanza di avere un figlio
e sulla fortuna di essere madre.
Vabbè.
Sfornata sta pagnotta,
per i FBfriends arriva
il momento di quiete.
Per giorni vedi che non si connettono,
capisci che il pargolo gliene starà facendo
passare di tutti i colori,
e te, come una vendetta indiretta,
quasi godi per questo.

Infine, un consiglio spassionato,
MAI SCRIVERE PER ULTIMO.
Facebook è l’unico posto
dove lasciare l’ultima parola
alla donna non è affatto negativo.

Se aprite un discorso,
massimo due risposte
e poi lasciatelo
in sospeso con l’ultima frase di lei.
Non vi azzardate a darle corda,
siate sfuggenti,
se capisce che vi ha in pugno
e che pendete dalle sue labbra
siete spacciati.

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Parliamo di 6 anni fa,
i social network erano desolati,
ed io, capendo il roseo futuro
che avrebbero avuto,
decisi di iscrivermi a uno di essi.

Ero indeciso:
Facebook o Myspace?
Twitter ancora non esisteva.

Facebook era davvero
qualcosa riservato
a una stretta nicchia,
per lo più americana
di persone.

Myspace invece annoverava già
una “vippanza” di tutto rispetto,
i famosi opinion leader
che muovono le masse
(basti vedere Fiorello
cosa ha combinato con twitter…),
per questo scelsi di iscrivermi lì,
scommettendo su un social
che dava ampie garanzie.

Sappiamo tutti poi
come è andata a finire…

Ma non conta questo,
Myspace lo conobbi perchè
ero follower di una pornostar,
lo ero anche quando
i follower non esistevano,
e quando si aprì una pagina
su myspace non potetti
fare a meno di seguirla
e diventare suo “amico”.

Le sono amico tuttora, su Facebook,
lei è diventato un vaccone cellulitico
ma io per affezione non riesco ad abbandonarla.
Di quei miei anni su Myspace,
mi resta(va) un blog che una donna,
non paga di avermi rovinato l’esistenza,
ha provveduto a far chiudere,
e una canzone,
ascoltata per la prima volta
sul profilo della pornostar di cui sopra
(l’ho presa un po’ alla lontana,
ma ecco giungere al dunque).

Loro sono le Brazilian Girls,
mentre la canzone si chiama “Pussy”
(del resto, sul profilo di una
pornostar cosa pretendevate…).

Non lasciatevi ingannare dal nome
della band, non sono brasiliani
ma newyorkesi, non sono donne
ma uomini, eccetto la cantante,
Sabina Sciubba, che ho scoperto
essere italiana DOC,
cresciuta in Germania
e poi emigrata negli States.

La canzone, oltre ad essere
molto orecchiabile, ha dentro
anche alcune parole italiane,
e da lì nacque la mia curiosità
di risalire al perchè.

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Twitter e Facebook nacquero
con lo stesso obiettivo,
per poi, solo da qualche tempo,
proseguire su strade ben diverse.

Potremo dire che Twitter,
grazie anche alla grossa
campagna pubblicitaria iniziale,
fattagli da vip “opinion leader” di turno,
pagati per gestire un proprio profilo
(all’inizio funziona così, è una tattica di marketing attira gente),
è diventato nell’immaginario collettivo
un social network “d’elite”,
frequentato solo da gente acculturata
e attiva politicamente
con cui disquisire sui vari
problemi dell’umanità (Bah).

Mentre FB è sempre più
il social delle masse,
dove trovi di tutto e di più.

Usando una metafora televisiva,
che mi piace e rende moltissimo,
potremmo dire che se Twitter
è paragonabile a “Vieni via con me”,
Facebook deve accontentarsi
di essere il “Grande Fratello”
dei social network.

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