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Posts Tagged ‘uomo’

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La donna, rispetto all’uomo,
è penalizzata in moltissimi ambiti,
ce n’è però uno dove possiede
un vantaggio non indifferente:
l’auto sostentamento economico.

L’uomo per finanziarsi
ha una sola possibilità:
andare a lavorare.
Per la donna è diverso,
davanti a lei si presentano
due prospettive di scelta:
1) andare a lavorare (eventualità remota)
2) recitare la parte dell’innamorata
per un paio di anni,
sposarsi e farsi campare
per il resto della vita.

La donna nasce con
una miniera tra le gambe,
proprio per questo sarà chiamata
a effettuare una scelta delicatissima,
che influenzerà sensibilmente
la propria esistenza:
a chi aprire questa miniera.

Se è cessa, potrà aprirla
solo a un operaio e
le spetterà una vita di stenti;
se invece è gnocca, potrà
permettersi una schiera di BancoMan
da cui accingere soldi,
e la sua scelta ricadrà
sicuramente su quello
dal portafoglio più paffuto.

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L’Uomo In Divisa

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L’uomo in divisa
ha sempre avuto il suo fascino,
ovviamente una divisa importante:
forze dell’ordine, medici,
non certo macellai e camerieri.
Sarà l’eleganza dell’abito,
o sarà che la donna ci vede
il posto fisso e il
sostentamento assicurato
(molto più probabile),
sta di fatto che un uomo
in uniforme ha “l’acchiappo” facilitato.

Per la donna la prova
del nove è il vestito da sposa.

Ore e ore di trucco e parrucco
curato da professionisti,
un fotografo che conosce
qualsiasi tecnica per farti apparire migliore,
un vestito sfarzoso da migliaia di euro
che distoglie l’attenzione dalla persona:
se nonostante tutto ciò,
la donna continua ad sembrarti cessa,
allora passa ad essere
da caso disperato
a caso irrecuperabile.

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La differenza tra maschilismo e femminismo
sta nell’infinito astio del secondo verso il primo.

I maschilisti non odiano le donne,
le considerano inferiori,
un accessorio utile per la cucina
e la camera da letto.

Le femministe invece ce
l’hanno proprio a morte con
l’universo maschile.
Appena leggono di un sopruso
perpetrato da un uomo ai danni di una donna,
le vedi ringhiare con la bava alla bocca.

Gli uomini potranno anche essere cattivi,
ma allora quando le donne hanno
particolari pruriti intimi
non dovrebbero andarli a cercare,
sennò non c’è coerenza.

Le femministe fanno le superdonne
e poi finiscono in ginocchio
davanti a un uomo col suo uccello in bocca perché,
anche se è brutto dirlo, è così che vanno le cose,
e per fortuna che i maschi non possono togliersi
due costele per farsi i pompini da soli,
altrimenti la donna sarebbe
una specie a rischio estinzione.

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Prima di dare giudizi affrettati
su uomo, gli guardo la donna.

Detta così sa tanto
di maniaco sessuale.

In verità la sua donna
permette spesso di capire
chi è e quanto vale quell’uomo.

Se penso sia un coglione
ma mi accorgo che affianco
ha la top model di turno
capisco che tanto coglione non è:
o perché ha i soldi (se se li è guadagnati da solo),
o perché è una bella persona.

Se penso sia un cafone,
ma mi accorgo che affianco
ha una signorina tutta educata
che mangia in punta di forchetta,
penso che i miei standard valutativi
di cafoneria siano sbagliati
o che quell’uomo in cambio
abbia un grande cuore
che permette di legare a sé le persone.

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Quasi mi disgusta
vedere l’uomo con le infradito,
per me il piede maschile
non è certo una parte
del corpo bella da dover mostrare;
nonostante ciò, recentemente
sono stato costretto ad indossarle
per la prima volta
e questa breve e traumatica esperienza
mi è servita (oltre che bastata…)
per rivalutare l’universo femminile.

A parte che non riuscivo a camminare,
ma quel filo in mezzo alle dita
era di un fastidio incredibile,
mi sentivo quasi segare la pelle.

Il mio pensiero è subito corso
alle donne e alle pene
dell’inferno a cui sono costrette
per fare le fighe,
con un filo tagliente
tra le natiche che,
ad occhio e croce,
deve essere di gran lunga peggiore
che tra le dita dei piedi.

Ho finito di umiliarmi
quando ho capito di non essere
capace a camminare su delle
stupidissime scarpe piatte
quando poi, sempre le donne,
riescono persino a guidare
con ai piedi dei trampoli di 12cm.

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La scelta di adottare
un bambino risulta
essere difficile, soprattutto
per il partner che non può
averne uno biologico.

Ci si colpevolizza oltremodo,
convincendosi di essere sbagliati,
a volte addirittura inutili.

Non pensavo che le persone
ne soffrissero così tanto.
Per l’uomo è un attacco
alla propria virilità,
e difatti è anche quello più restio
a farlo sapere in giro…

Per la donna invece
ha un effetto devastante:
la maternità è il suo punto d’arrivo,
l’espressione più grande,
il suo completamento.

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Sono rimasto molto stupito
quando di recente mi sono
imbattuto in uno spot tv
con Luis Figo
che pubblicizzava una tintura
per capelli della “Just for men”.
Essa promette di colorare
solo i capelli bianchi
in soli 5 minuti
con una semplice applicazione,
autonoma, sotto la doccia.

Il pensiero è andato subito
alle donne e mi sono detto:
“se ciò che il prodotto promette
è vero, come è vero,
questa della tinta è una delle tante
cose che si potrebbero fare
con minor tempo e costo”.

Un po’ quello che accade
con le certificazioni
negli enti pubblici,
per ottenerle/consegnarle
devi sostenere un interminabile
giro di uffici e perderti nella burocrazia
quando poi basterebbe che lo stesso
ufficio facesse tutto
(cosa fattibilissima se non venisse
pregiudicata l’esistenza
degli altri uffici…)

La tintura per le donne
si potrebbe fare in 5 minuti,
in maniera autonoma,
così come avviene per gli uomini?

Sì.

Però i parrucchieri farebbero la fame
così come le aziende che producono
tutta quella robaccia di contorno
(ossigeno, ecc…).

C’è però da aggiungere
che la donna ha bisogno di sentirsi
importante e coccolata,
probabilmente se esistesse
anche per lei una tintura “fai da te”
di 5 minuti non avrebbe successo.

Quei 30-45 minuti mensili
di svago e cura di sé dal parrucchiere
assumono quasi una valenza sacrale
a cui poche donne sarebbero
disposte a rinunciare.

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Esiste da sempre
lo stereotipo dell’uomo porco,
con soltanto un chiodo fisso in testa.

Non mi trova molto d’accordo.

1) Sia perchè se da una parte
c’è il piacere di un uomo
nell’andare a “bussare”,
dall’altra c’è per forza
il piacere di una donna
nell’andare ad aprire.
Come si dice, le cose si fanno in 2,
buttare la croce
soltanto addosso all’uomo
e salvare la donna
è troppo semplice.

2) Sia perchè, è risaputo,
le donne sono meno
avvezze a gestire le pulsioni
sessuali quando finalmente
possono dargli sfogo.
Andate a farvi un giro
per le discoteche la sera dell’8 marzo
o comunque durante un qualsiasi
spettacolo di striptease maschile
e osservate attentamente le loro reazioni:
sono per nulla moderate,
anzi,
anni luce dalla compostezza
di un maschio
davanti al corpo nudo
di una bella donna.

Quando parlo di questo argomento,
tiro sempre in ballo
l’esempio del grande fratello,
anche sul blog l’ho utilizzato parecchio,
perchè davvero riesce ogni volta
a colpirmi e meravigliarmi:
all’entrata di un nuovo concorrente donna,
i concorrenti uomini reagiscono
con sorrisi di complicità;
all’entrata di un nuovo concorrente uomo,
i concorrenti donna adottano
reazioni a dir poco scomposte:
saltellano, sbattono le mani,
gioiscono, intonano cori da stadio, ecc…

Tutto ciò mi porta a pensare
che se esiste uno squilibrio
di pulsioni sessuali,
esso penda più verso
l’universo femminile.

E se qualcuno ancora sostiene
che noi ometti siamo dei maiali,
ribadisco che non è affatto vero,
al limite siamo dei benefattori,
altrimenti non si spiegherebbe
la nostra scelta di trombare
magnanimamente qualsiasi cosa si muova,
anche certi cessi che meriterebbero
una vita di rigorosa clausura:

se questa non è beneficenza, cos’è?.

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In un rapporto,
il peso della differenza d’età
cambia da uomo e donna.

Diciamocelo,
la donna invecchia peggio dell’uomo,
per questo è ammissibile
avere per un uomo un rapporto
duraturo e stabile
con una donna di 10 anni (e oltre) più giovane,
a differenza della donna,
che può anche averlo,
ma alla lunga deve mettere
in preventivo di ricevere
qualche innocente cornino.

Non facciamo gli ipocriti,
un uomo 50enne può avere
accanto, fedelmente,
una ragazza anche di 25/30 anni.

La donna 50enne no,
il toyboy 30enne non
preferirà mai finire a letto
con lei invece che con una di 20 anni,
perchè un uomo di 50 anni è affascinante,
una donna di 50 anni è buona solo nel brodo.

Non è maschilismo,
mettiamo da parte facili moralismi
e siamo onesti.

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Per la donna l’amore
è una roulette,
dove non si scommettono
dei soldi sopra un numero,
ma dei sentimenti sopra un uomo.

La pallina gira e rigira
e non detto che cada
sul vostro attuale compagno,
anzi, quasi mai con lui vincerete
un matrimonio felice
con pargoli e poi nipotini
al seguito.

La pallina deve girare
tante, troppe volte
prima di fermarsi
sull’uomo giusto.

A bruciare maggiormente
sono i tentativi precedenti,
soprattutto quando
il vostro lui,
su cui avevate riposto
aspettative e sogni,
si rivela un bastardo spietato
che, dopo aver riscosso,
ha ben pensato di tagliare subito la corda.

Sovente sento donne
sostenere sconfortate:
“mi ha solo usata”.

A colpirmi è sempre stata
la parola “usata”,
una donna si sente “usata”,
per descrivere la sua condizione
adopera un termine
riconducibile agli oggetti,
gli oggetti si utlizzano
per poi metterli da parte,
non certo gli esseri umani.

Però, tutto sommato,
esso ha una sua logica.

La donna viene effettivamente
trattata come un oggetto,
una bambolona che,
dopo aver preso da lei
quello che si voleva, via!
Viene accantonata,
senza tra l’altro alcun
accenno di spiegazione,
il vigliacco sparisce
dalla circolazione e diviene
irreperibile non rispondendo
alle telefonate e agli sms.

Ormai lo sfizio sel’è tolto,
e adesso guarda già al prossimo
trofeo da riporre in bacheca.

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Nessun essere umano
nasce con dei tabù,
essi sono costruzioni sociali
che vengono adottate
in un secondo momento,
quando si entra in contatto
con la propria comunità.

Ne deriva, quindi,
che neanche la donna
nasce con dei tabù,
in particolare
in ambito sessuale,
li acquisisce dopo…
spetta poi all’uomo
essere abile a farglieli
superare e a portarla
a fare ciò che lui desidera.

Uno dei tanti motivi
per cui l’uomo tradisce
è perchè la propria donna
“non vuole fare questo,
non vuole fare quello”,
ma evidentemente è lui
che non è capace
a farglielo fare.

L’eccitazione nasce
dalla testa, non dal basso,
noi ci eccitiamo a guardare
qualcosa di proibito,
non i genitali di per sè,
non sono afrodisiaci,
presi per quello che sono
non ci dicono nulla
anche perchè,
se così non fosse,
i ginecologi dovrebbero
vivere in perenne eccitazione.

Il desiderio ci viene
da quello che c’è dietro
a un corpo nudo,
a quanto abbiamo sudato
per vederlo e possederlo.
Tutto questo per dire
che la donna va lavorata
ai fianchi, con pazienza
e tanta attrazione mentale:
figuriamoci se lei non vuole
fare qualcosa che faccia
contento il proprio uomo,
certo che vuole,
sta cercando soltanto
la molla che le consenta
di superare un suo limite.

In pratica è quello
che è avvenuto anni prima
con la perdita della verginità.
Non voleva concedersi
a nessuno, aveva paura,
pensava fosse doloroso
e che quindi sarebbe rimasta
vergine a vita, fin quando
non ha trovato l’uomo
che, a differenza degli altri,
ha saputo toccare le
corde giuste facendola
poi capitolare.

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Puntuale, dopo ogni
qualsivoglia sciagura,
la sottolineatura dei TG
sul se ci siano o meno
bambini coinvolti.

Ma perchè il bambino
non può morire mentre
l’adulto sì?

Oppure è più importante
la vita di un bambino
rispetto a quella
di qualsiasi altro uomo?

I soliti sporchi trucchetti
dei giornalisti per far
presa sul telespettatore
e fidelizzarlo alla notizia.

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Te la cresci

 

Qualsiasi maschietto
perplesso davanti a
una bella ragazza,
ma molto piccola d’età,
prima o poi nella vita
si sarà sentito dire:
“E qual è il problema? TE LA CRESCI”.

Ennesima frase infelice
da maschilisti, che dimostra
ancora una volta
che per la maggior parte
delle persone quel che conta
è solo l’apparenza.

Chi se ne frega dell’interiorità,
è bella? Prenditela,
poi eventualmente
il carattere se non ti piace
glielo cambi te,
è ancora nell’età
da poter essere “ammaestrata”.

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Imbarazzantissimo
assistere a un uomo
totalmente in balia
di una donna che tu sai
essere una troia esagerata,
di quelle che hanno
visto più cazzi loro
che il cesso di un autogrill.

Il poveruomo, ignaro
della reputazione
guadagnata (con merito)
sul campo dalla sua lei,
si affanna a rempirla
di attenzioni e complimenti:

“amore, tesoro, principessa…”

Allora, a fatica,
ti trattieni dallo scoppiargli
a ridere in faccia
ma vorresti tanto dirgli:

“Principessa a lei? Lei???
Una principessa sul pisello, forse.
Amico caro non so’ dirti
quanto sia principessa
ma sul pisello, fidati,
c’è salita sopra
tante di quelle volte…”.

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Ci si chiede spesso
perchè se un uomo
abbia uno spiccato
lato femminile al punto
da voler modificare
il proprio corpo,
decida di diventare una trans
e non una donna
(almeno esteticamente).

La questione è complessa,
punto primo, per quanto
sia “rifatto” bene un uomo
non potrà mai confondersi
con una donna, e in quei rari
che nella gioventù ci riesce,
con la vecchiaia tutto
inevitabilmente emerge.

Punto secondo (e fondamentale),
una trans difficilmente
verrà assunta per un lavoro onesto,
quindi l’unica fonte
di sostentamento che le resta
è la prostuzione
e diventare “donna”
risulterebbe controproducente:
i clienti di una trans
non sono omosessuali,
ma persone in cerca di “trasgressione”,
una trasgressione
che non vogliono da un uomo,
ma nemmeno da un uomo
evirato e con le tette di plastica
(altrimenti preferiscono una donna al 100%).

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L’essere umano rifiuta
le cose spigolose o squadrate
mentre è attratto dalle rotondità:

I Seni di una donna,
i muscoli di un uomo,
i sederi,
le automobili “bombate”,
le bottiglie/lattine cilindriche
ecc… ecc…

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La vita di un essere umano
è parabolica:
parte nell’infanzia,
tocca il suo vertice
massimo durante l’età adulta
per poi tornare al suo stato
iniziale con la vecchiaia.

Bambini e Anziani,
nonostante la differenza anagrafica,
hanno le stesse caratteristiche,
esigenze e necessità:

Non si vogliono lavare,
sono ingenui,
indifesi,
spesso cattivi,
hanno bisogno di qualcuno
che li pulisca e gli dia da mangiare,
si ammalano facilmente,
combinano pasticci,
ecc… ecc…

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Uno dei soliti clichè che
riguardano l’uomo è quello
di “non saper aspettare”,
di volere tutto e subito da una donna.

Il problema qui non sta
tanto nel fatto che l’uomo,
in quanto additato come
arrapato cronico,
non riesca a tenere a freno gli istinti,
ma più che altro nel suo orgoglio.

Siamo nell’era di “cotto e mangiato”,
dei tg flash da 60 secondi,
di internet,
dove tutto è così
dannatamente frenetico
da non consentire perdite di tempo.

Tale situazione si riflette
anche nei rapporti sentimentali:
non c’è voglia di aspettare l’altro,
sia perchè viviamo
in un “libero mercato”
dove per una che ti dice di “no”
ne puoi trovare altre
10 che dicono subito di “sì”,
sia perchè l’uomo non riesce
ad accettare la donna che
si “lascia desiderare”,
soprattutto quando ha diversa
“esperienza” alle spalle.

Mi spiego meglio,
avessimo di fronte una vergine,
d’accordo, uno le darebbe
tutto il tempo che le occorre,
senza alcuna fretta
e sempre nel massimo del rispetto.
Ma quando invece si sta
approcciando con una donna
che ha “un passato” alle spalle,
prendiamo una 30enne,
tempo non gliene dai.

Nell’uomo scattano inevitabilmente
ragionamenti del tipo
“a chissà quanti ti sei concessa
e con me ora fai la sostenuta?”
un orgoglio che acceca la ragione
portando a stroncare
quella storia sul nascere.

A volte, però,
sono le stesse donne
a far partire l’embolo
all’ometto corteggiatore,
e sono quei casi in cui esse
sono contese/combattute tra 2 uomini,
dove magari uno di questi
è pure l’ex…
lì si va in ebollizione,
il pensiero che frulla
nella testa è il seguente:
“io devo farmi un culo così
solo per convincerti ad uscire,
mentre quest’altro schiocca
le dita e tu gli apri le gambe
ogni qualvolta vuole?
Ma non scherziamo proprio…
sciò sciò, pussa via, sparisci.”

Ed ecco tornare prepotentemente
il catastrofico orgoglio maschile.

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Sono contrarissimo a quegli
uomini ipergelosi che
costringono le proprie donne
a vestirsi da monaca.

Una donna DEVE esibire,
sarebbe un crimine
non lasciarglielo fare,
può permetterselo giusto
dai 17 ai 40 anni:
fin quando il fisico
ancora regge e lei
si sente desiderata.

Poi credo che quanto
più venga guardata
tanto più onore
conferisca all’uomo
che le è accanto:
lui può vantarsi di
riempirsene le mani,
gli altri solo gli occhi…

Quello che più mi fa
impazzire in una donna, però,
è il seno da “maggiorata”.
Sebbene spesso
ce ne dimentichiamo,
non sta lì come “giocattolo”
con cui far “divertire” gli uomini…
bensì per qualcosa
di estremamente funzionale:
allattare il proprio bimbo.

Resto incantato
davanti a una donna
che sfoggia orgogliosa
il suo decoltè,
perchè sembra quasi
voglia dire:
“guarda con quali mezzi
potrei tirare su tuo figlio…”
proprio come fosse
sinonimo di garanzia.

Inoltre il rimando
va inevitabilmente
agli anni ’40 – ’50,
quelli delle nostre nonne,
tanto per intenderci,
dove la stragrande maggioranza
di esse aveva dei petti esplosivi e da sola,
fino a tarda sera,
gestiva le mura domestiche
aspettando il ritorno del marito.

Le nostre nonne erano
delle figure forti e rassicuranti,
questo anche grazie alla loro fisicità,
se notate, quasi mai minuta,
erano tutte ben messe
e con questi seni “importanti”.

Il seno simboleggia la maternità,
non so voi, ma a me quando viene
da pensare alla conformazione
prettamente fisica di una madre,
la prima cosa che le associo è il seno:

mi risulta davvero difficile immaginare
una madre senza seno o con una seconda,
un seno abbondante legittima
la stessa figura materna,
a maggior ragione per una figlia,
che si trova a crescere con una donna
che le è superiore non solo
anagraficamente ma anche fisicamente,
ed è facile innescarle, quindi,
quel processo mentale che porta a rispettare,
già solo su queste basi di superiorità,
il genitore e porlo come metro di paragone:
“sarò una donna anch’io solo
quando arriverò a quella fisicità”.

Una donna senza seno,
non è appieno donna o,
al limite, non è femminile
(dato inopinabile, altrimenti
non ci sarebbe la corsa a rifarselo).

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I rapporti uomo-donna
dai 35 ai 50 anni circa,
dove le persone coinvolte,
ormai disilluse dall’amore,
vengono fuori da plurimi
fallimenti sentimentali,
sono prepotentemente
a sfondo sessuale.

L’uomo, che non ha più
nè voglia nè intenzione
di ricostruirsi una famiglia,
cerca quindi nella donna
una stabile e regolare
vita sessuale, senza che ella
abbia aspettative, 
gli avanzi troppe pretese
o cerchi di cambiarlo.

Le donne, a loro volta,
hanno ancora qualche residua
speranza di “rinnamorarsi”,
ma la accantonano volentieri
quando l’uomo mette
subito in chiaro quali siano
le condizioni del loro rapporto.
La donna, a maggior ragione dopo i 40 anni
dove incomincia a vedersi “sfiorita”,
ha bisogno costantemente di qualcuno
che la riempia di complimenti  
facendola sentire ancora attraente,
e se “dare solo sesso”
a un uomo può essere funzionale
per riacquisire autostima, ben venga.

La situazione peggiora
dai 60 anni in poi…
Lì assistiamo a un vero
degrado dei sentimenti:
si cerca l’altro
non più per sesso,
nè tantomeno per amore,
ma per delle esigenze.

Il rapporto uomo-donna
diventa un contrattare,
un’agenzia di collocamento:
ti conosco a stento,
ma hai come requisiti
il lavare, stirare e cucinare?
Vieni pure a vivere casa mia,
da oggi sei la mia donna.

L’uomo è consapevole
di non essere autosufficiente
e cerca quindi una domestica
che sappia portare avanti
lui e la casa e, perchè no,
lo faccia scopare ogni tanto
a parametro zero.

La donna, invece,
è alla ricerca di un
tetto sotto cui stare
e di una figura maschile
che, a loro dire,
“faccia compagnia”.
Sorge allora spontaneo un dubbio:
ma se cerchi qualcuno
che ti faccia solo compagnia,
perchè non ti porti un’amica
a casa piuttosto che un uomo?

La verità è che anche loro
sperano infondo di trovare
ancora un temerario
con cui fornicare.

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L’Uomo Medio

1) Sesso
2) Calcio
3) e Playstation

In quest’ordine.

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La vita di una donna è tutta
posta in funzione dell’uomo
con cui conviderà il futuro.

La donna si fa bella,
per trovare un uomo;

impara le faccende domestiche,
per accudire il proprio uomo;

si sottopone a ripetuti controlli,
per dare un erede al proprio uomo;

resta chiusa in casa,
per non disonorare il proprio uomo;

e così via.

Quando una donna non riesce
(no non vuole, non riesce…
perchè è culturalmente dato
per scontato, vedi i motivi sopra,
che una donna punti ad avere un uomo)
a trovare qualcuno “che se la prenda”
ecco che la società le affibbia
il dispregiativo di “zitella”.

Diverso è quello che accade
a un maschietto che non vuole
trovare una donna (no non riesce…)
in quanto preferisce godersi la vita.
Egli viene soprannominato “scapolo”,
da cui possono scaturire varianti come
“scapolone” equivalente di latin lover
o, addirittura “scapolo d’oro”
ovvero colui che è inafferabile
ma che, una volta accalappiato, farà
le fortuna della propria donna.

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Ma lo sapete che la maggioranza
delle donne è convinta di urinare
e “riprodursi” dallo stesso buco?

La cosa buffa è che se a fargli
notare l’errore sei tu, uomo,
corri il serio rischio di venire
liquidato con un secco
“ma cosa ne puoi sapere?”.

Allora per portare avanti la verità
vorresti quasi dirle
“no no, guarda, di buchi ne hai due,
se non ti fidi, calati uno specchio
e accertatene di persona”.

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Superficialmente ho sempre pensato
che essere un cassaintegrato
fosse una fortuna, in quanto
si viene pagati senza lavorare.
Il dramma, invece, sta proprio lì…

Il lavoro è uno dei pilastri
dell’ essere umano e ad esso
è dedicato addirittura il primo articolo
della costituzione italiana.

Per l’uomo il non lavoro
è una sconfitta personale
che comporta un senso di vergogna e inutilità.
Si comunica all’altro senza indugi
di essere spazzini, pescivendoli, pulitori di condomini, ecc…
ma non la propria situazione di
cassintegrati, mantenuti o disoccupati.

Qualcuno disse che il lavoro nobilita l’uomo:
non esiste frase più vera,
con il lavoro acquistiamo un’identità,
sappiamo cosa siamo e per cosa verremo ricordati.

Da non trascurare poi, per un maschio,
la valenza che ha la disoccupazione
in una realtà fortemente tradizionalista,
se non addirittura patriarcale,
come quella del Meridione
dove l’uomo è visto come colui
che deve portare da solo avanti la famiglia.

Quando questo non avviene
per motivi di forza maggiore,
la dignità è doppiamente scalfita.

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Dicono che il matrimonio
sia la tomba dell’amore,
in parte è proprio vero.

La stipula di questo contratto
(perchè altro non è…)
da entrambi i coniugi viene vista
come un punto d’arrivo,
facendo venir meno, quindi, le colonne
portanti di qualsiasi rapporto:
una fra tante, è la “parte ludica”.

La donna, per esempio,
smarrisce la propria femminilità:
pigiamone della nonna,
mollettone nei capelli,
routine e mal di testa cronici…

Poi ci si meraviglia di fronte a un tradimento,
quasi colpevolizzando l’uomo,
ma una volta accalappiata la preda
devi anche saperla tener stretta:

non cercheremo altrove
ciò che desideriamo se lo
avessimo già in casa.



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Vi piace una donna,
da impazzire,
diciamo la verità,
vi è sempre piaciuta
ma per una serie di circostanze
non avete mai cercato
di approfondire quel rapporto.

Tutto d’un tratto
quelle circostanze vengono a crearsi,
e a volerle è lei,
c’è un forte avvicinamento
con frasi e gesti eloquenti,
che rifiutate di credere
di aver mal interpretato,
e a cui rispondete con altri
gesti e frasi altrettanto eloquenti,
poi… il gelo.
Inaspettato, incomprensibile,
a maggior ragione se tutto sembrava
stesse andando per il verso giusto.
Lei crea, lei disfa, 
a quel punto avete due alternative
che vi causano non pochi tormenti
misti a un senso di impotenza:

provare con tutte le forze
a prendervi ciò che volete
anche se in realtà sapete che le cose
non dovrebbero andare così,
perchè “il piacersi” è
bello quando risulta essere
un processo lento, graduale
e, soprattutto, spontaneo,
non certo una forzatura.

Oppure lasciate stare,
ripetendovi che in fondo
offrire con insistenza
qualcosa di splendido
a chi non lo vuole
è da stupidi;
anche se,  reagendo così,
correte il serio rischio
di farla passare come
“una delle tante”,
mai vorreste,
a lei tenevate.

Alzare bandiera bianca
sembrerà, insomma, non conferirle
la giusta importanza
pur se è palese che,
a cadere in questo errore,
con la sua attuale indifferenza,
ci sta pensando proprio lei con voi.

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Brava Ragazza

“Non può essere vero, è troppo una brava ragazza”

Dovresti vedere a letto quanto è brava…

“Ma dai… secondo me non ha neanche mai avuto un uomo”

Vero, uno alla volta, proprio mai.

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La Bellezza è Donna.

Frase che suona quasi
come una condanna
per l’universo femminile.

La donna si trucca,
si tinge i capelli,
spende soldi in vestiti,
usa creme e cremine,
si depila,
sta a dieta,
ecc… ecc…

Una donna DEVE essere bella,
perchè la propria immagine
è la sola chiave per farsi spazio
in una società maschilista,
dove non le è consentito
uscire fuori dai binari
di “oggetto del desiderio”.

Quando però non riesce più
ad apparire attraente per l’uomo,
causa ovvi motivi anagrafici,
viene impietosamente accantonata o derisa.

Trattamento differente rispetto all’uomo,
che con la vecchiaia ne acquista in fascino.

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Lo spettatore viene indotto
dall’attraente presentazione,
oltre che da chi la svolge,
a comprare l’oggetto raffigurato sullo schermo
in quella che sempre più rassomiglia
a una caccia ai beni materiali
orchestrata dalla pubblicità,
dove anche il tempo e lo spazio
sono controllati dal capitalismo
e tramutati in merci:

il tempo diventa denaro
lo spazio proprietà.

Il desiderio di emulare i testimonial
degli spot televisivi ha immancabilmente
dato luogo a una società di consumo controllato
dove tutti ambiscono a consumare
e dove l’uomo non si libera più attraverso
il lavoro ma attraverso il consumo,
ben si delinea, quindi,
una figura umana ridotta a semplice consumatrice.

Tuttavia quel che oggi conta non è tanto
il testimonial di “grido”
ma lo slogan da far entrare facilmente
nella testa dei telespettatori
(No Martini No Party, Red Bull ti mette le ali).

Si potrebbe immaginare che il telespettatore,
avendo acquisito una maggiore malizia televisiva,
senta meno impellente la necessità
di aver un attore stimato che si faccia garante
di quel determinato prodotto ma gli sia sufficiente,
se condivisa, la filosofia del messaggio pubblicitario.

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Le donne, chissà perchè,
non pensano mai di essere loro
l’oggetto di interesse di un uomo,
trincerandosi dietro un
“ma è  impossibile, si riferirà a qualcun’altra”.
 
No no aspetta,
ora ti faccio uno schemino oppure
mi inginocchio sotto casa tua
con un fascio di rose in mano
e la banda dietro che ti dedica una struggente serenata.

Eppure lì, ci metterei la mano sul fuoco,
dubiteresti che abbia perso la testa
per la vecchia del piano di sotto.

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