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Posts Tagged ‘violenza’

Come i panda

Risultati immagini per weinstein

Il caso Weinstein ha peggiorato
ulteriormente una situazione
già di per sé precaria.

Se le corteggi con un po’ più di insistenza,
è stalking;
se gli poggi una mano sulla gamba o provi a baciarle,
è violenza sessuale…

Poi però si lamentano che non ci sono più
i maschi di una volta o che sono tutti gay,
ma è normale, ti passa la voglia,
le donne sono diventate come i panda:
una specie protetta.

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http://www.ravennatoday.it/~media/originale/61633084793293/sadomaso-big-beta-2.jpeg

Ragazzi è proprio vero che in guerra
e nel sesso tutto è concesso:

Uccidi uno che ti sta sulle palle
e ti danno l’ergastolo,
lo uccidi in guerra e
ti conferiscono una medaglia.

Molli due schiaffi per strada alla tua donna,
è violenza,
glieli dai a letto,
sono 50 sfumature di grigio.

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http://www.utne.com/~/media/Images/UTR/Editorial/Blogs/Arts%20and%20Culture/Feel%20Good%20Flash%20Mobs/flash-mob.jpg

La differenza di passo
tra le nuove generazioni
e le vecchie è evidente anche
dal modo di protestare.

La protesta è sovente sinonimo di sommossa,
una rabbia incontrollata
che per un niente sfocia nella violenza.
La protesta è Movimento.

Oggi, invece, si protesta con i “flash mob”:
darsi appuntamento su internet
per fare dei balletti in delle piazze
o addirittura solo per restare immobili.

Ditemi voi se non è concettualmente
sbagliato credere di poter
ottenere ciò che si vuole
stando fermi.

Un altro malcostume
in voga negli ultimi anni
è l’hashtag,
si protesta lanciando appelli testuali
stando comodamente seduti
davanti al proprio pc.

Come se poi il destinatario
di quel tweet dicesse
“oh guarda, mi ha scritto tizio,
quasi quasi adesso cambio opinione”.

Prima i ribelli spargevano
il sangue senza la certezza
di ottenere ciò che volevano,
adesso i nostri giovani
sono convinti di riuscirci con un semplice tweet.

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https://i0.wp.com/www.tgcom24.mediaset.it/binary/49.$plit/C_2_articolo_1072652_imagepp.jpg

Non si può uscire dall’equivoco
del se è nato prima
l’uovo o la gallina.

Così come non si può venire a capo
del se una donna vestita da battona
giustifichi o meno uno stupro.

Ci sarà sempre una metà delle persone
che sosterrà che la donna se la sia cercata,
e l’altra metà che invece
difenderà la libertà di espressione,
in qualsiasi sua forma.

Sarebbe bello se chiunque
potesse fare quello che gli pare
senza essere giudicato o subirne le conseguenze,
sarebbe giusto poter camminare
liberamente nei Quartieri Spagnoli di Napoli
pieni di anelli e catenine d’oro,
ma non si può.

Non si può perché l’imbecille
lo incontri sempre,
e non puoi impedire alle persone
di essere imbecilli,
mentre puoi impedirgli
di fargli manifestare
la propria imbecillità.

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https://i0.wp.com/www.toyssale.it/wp-content/uploads/2011/10/tartarughe-ninja.jpg

I cartoni animati di oggi,
la principale fonte di educazione dei bambini,
mi lasciano sconcertato,
sono sempre più convinto
che sarebbe interessante
farci sopra una ricerca sociologica
per capire come si sono evoluti nel tempo:
non ne viene risparmiato nessuno
da questa ondata di aggressività.

Prendete le tartarughe ninja,
io quando ho visto la “rivisitazione in chiave moderna”
sono rimasto senza parole.

Appurate voi stessi la netta
differenza sia visiva che comunicativa.

Nella prima foto, le mie tartarughe ninja,
erano sorridenti, tondeggianti,
davano l’aria di essere quattro
adorabili cialtroni.

Nella seconda foto, le tartarughe di oggi,
ci troviamo di fronte a dei personaggi
completamente stravolti e diversi,
lineamenti spigolosi, mancanza di pupille
a incutere timore e un fare bellicoso.

Stiamo crescendo i nostri
figli nella violenza,
e ce ne accorgeremo solo tra 20 anni,
quando la restituiranno
al mondo con gli interessi.

https://i0.wp.com/www.spaziofilm.it/images/cinema/news/2012/2/55478/liebesman_per_le_tartarughe_ninja.jpg

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Si fa un gran parlare
della violenza sulle donne,
ed effettivamente i dati
sono allarmanti:
in media, ogni 3 giorni
qualcuna ci rimette la pelle.

Ciò che mi infastidisce
è la criminalizzazione dell’uomo.

I media vogliono far passare
il messaggio che la femmina
sia vittima del solito maschio
violento e tiranno,
quando non è così.

Il maschio uccide perché ne ha la possibilità,
la donna no, altrimenti farebbe lo stesso.

E’ insita nell’essere umano
la rabbia, la possessione,
il desiderio di prevalere sull’altro.

Se al maschio parte l’embolo
ci mette 2 minuti ad afferrare
la donna e a ferirla mortalmente.

Lì agisce l’istinto,
l’incontrollabile parte irrazionale,
ed è ovvio che un impeto
così violento porti spesso
e volentieri a tragiche conseguenze.

Una donna per quanto abbia
il sangue al cervello
non potrebbe mai massacrare di botte
un uomo, o comunque strangolarlo,
accoltellarlo, ecc…
l’uomo reagirebbe e in un secondo
la donna si ritroverebbe al tappeto.

Quando una donna uccide
lo fa razionalmente,
organizzando tutto nei minimi dettagli,
e proprio perché agisce razionalmente
è raro che il suo malcontento
sfoci in un omicidio.

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Provate a immaginare
a quanti sacrifici
si è prestato un giovane laureato.

Anni di stress,
studi frenetici,
investimenti economici
per pagarsi una retta
o una camera.

E poi, quando finalmente riesce
ad ottenere quel dannato
pezzo di carta,
con estrema felicità,
perchè no,
si sente dire
che il titolo per cui ha
sputato sangue non
è servito a nulla,
perchè posto per quelli
come lui al momento non c’è
e, probabilmente, mai ci sarà.

Non so voi,
ma io ogni volta che
mi trovo a mandare un cv
è come se subissi una violenza,
uno stupro alla mia dignità.

Perché quel curriculum
non lo sto mandando a chi voglio,
ma a chi, forse, ma forse,
cerca qualcuno come me.

Uno stupro è uguale,
non ti stai dando a chi ami,
ma a chi è in cerca
di carne fresca.

Tu ti denudi,
gli mostri tutti ciò che hai,
lui ti guarda,
e se gli vai bene ti scopa,
altrimenti getta nell’immondizia
i tuoi anni di sacrifici;

allorché ti rivesti
e sei pronto a dare in pasto la tua intimità
di nuovo, a umiliarti di nuovo,
a farti violentare di nuovo,
da chi ne farà richiesta.

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Sono da sempre contrario
a coloro che utilizzano
una condizione di marginalità
per spiegare presunti
atti di intolleranza.

Prendete gli omosessuali,
periodicamente esce
la notizia che qualcuno
è stato picchiato
e subito si grida all’omofobia.

Se picchi uno che
ci prova con la tua ragazza,
dandoti quindi fastidio
con i suoi comportamenti,
sei semplicemente un violento.

Se picchi un omosessuale
che ci prova con te,
o comunque ti reca fastidio
in altro modo
con i suoi comportamenti,
sei omofobico.

Bah.

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L’Italia è maestra
nel non trovare soluzioni,
e aggirare semplicemente
gli ostacoli.

C’è una forte crisi
economica nazionale,
ed invece di adoperarsi
per risolverla o
comunque chiedere
la fiducia della popolazione,
ci vengono a dire:
“andate a lavorare all’estero”.

Come all’estero…
siamo una delle nazioni
più industrializzate al mondo,
con un enorme patrimonio
culturale e artistico,
e dobbiamo tornare
a fare la valigia
di spago e cartone
come i nostri avi
agli inizi del ‘900?

Siamo ai limiti del paradosso,
siamo ai limiti del terzo mondo.

Un’altra di quelle
“soluzioni all’italiana”
che mi lasciano allibito
riguarda la violenza negli stadi.

Tifoserie avverse
possono rischiare
di venire a contatto
durante una partita di calcio?
Ok, allora vietiamo
la trasferta ai tifosi ospiti,
semplice no?

Ma che soluzione è?
E’ come se durante un processo
il giudice per evitare
che gli avvocati
si scontrino,
eviti l’accesso a uno di essi…

ci rendiamo conto
di quanto siamo ridicoli?

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A chi sarà capitato
di passare un sabato notte
davanti alla tv,
probabilmente sarà anche
capitato di incappare
almeno una volta
in “Amore criminale”
trasmesso da Rai 3.

Premettiamo che
il programma è bello
e davvero ben fatto.

Tramite ricostruzioni video
di fatti reali di cronaca nera,
porta a conoscenza dello spettatore
la storia di una delle tante
donne morte in Italia
a causa delle violenze
subite dai propri uomini
(una ogni 3 giorni, incredibile…).

Alle ricostruzioni
vengono abbinate le interviste
agli amici e ai familiari della vittima.
Inutile ricordarvi quanto possa
esere straziante per una madre
commentare la morte della propria figlia,
ritengo che sia la cosa peggiore
che possa capitare a un genitore.
Per rendere l’idea,
sentii dire da una madre:
“a volte mi chiedo se ho la forza
per fare una determinata cosa,
poi mi rispondo che se sono
riuscita a seppellire mia figlia
non c’è nulla che mi possa spaventare”.

Il programma strizza ovviamente
l’occhio al pubblico adulto femminile,
che ne è il target di riferimento,
a testimonianza di ciò
le tante canzoni di sottofondo
inserite nelle ricostruzioni:
tutte di sole cantanti donne,
spesso di personalità risaputa.

Alla conduzione, da ormai 5 edizioni,
Camila Raznovich,
scelta apparentemente discutibile
visti i suoi trascorsi professionali
non proprio da pubblico di Rai 3
(“Loveline” su Mtv dedicato al sesso, per esempio)
però a giustificarla può essere
la volontà di catturare,
anche se in minima parte,
una fetta di pubblico giovanile.

Unico appunto che mi sento di fare
al racconto di ogni storia trattata
è la parte conclusiva:
si sa sempre come va a finire…

Ecco, alternerei storie
di vittime a storie di donne
che invece sono riuscite a cavarsela,
sia per far appassionare maggiormente
il telespettatore, sia per dare
forza e coraggio alle tante
donne immischiate in queste
brutte situazioni di violenza.

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Ci lamentiamo della troppa violenza
che circola in giro ai giorni nostri,
poi compriamo ai nostri figli già da piccoli
la pistola e il coltello di plastica
per insegnargli ad essere un piccolo Rambo.

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